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Colloquio psicologico • 60 €
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Esperienze
Su di me
Sono Virginia Scancarello, psicologa e psicoterapeuta in formazione ad orientamento cognitivo comportamentale. Iscritta all’Albo degli Psicologi con m...
Formazione
- Università degli Studi di Catania
- Istituto Watson di Torino
Specializzazioni
- Psicoterapia cognitivo comportamentale
Tirocini
- Università degli Studi di Catania – CinAP (Centro per l’Integrazione Attiva e Partecipata) (2012-2013)
- Villa Carmide – Casa di Cura Villa l’Ulivo (2014)
- Asp 3 - Azienda Sanitaria Provinciale (2015-2016)
Foto
Competenze linguistiche
- Italiano,
- Spagnolo
Premi e riconoscimenti
- .
Pubblicazioni e articoli
1 recensione
Punteggio generale
Ordina recensioni per
Marta
La dottoressa Scancarello sa metterti a tuo agio ed ascoltarti in modo profondo. Molto cortese, disponibile e empatica. Sono molto soddisfatta.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buonasera, Vi scrivo per avere un parere su un disturbo che mi sta assillando da tempo ma che ormai è diventato una cosa che incide nella vita di tutti i giorni tanto da condizionarne l'andamento.
Già da anni soffro di attacchi di ansia che sfociano anche in alcuni casi in dissociamento da realtà, questa paura mi ha fatto sviluppare nel tempo un sorta di rito che ne vuole evitare la ricomparsa, ad esempio mi dico: " se farò così non ricomparirà" e per così intendo le cose più banali o stupide tipo non toccare una piastrelle mentre cammino, non dire la lettera E mentre parlo con qualcuno, non finire tutto il cibo ma lasciare un pezzo di ogni boccone, sperare che mentre parlo in in discorso una persona non dica più di tot lettere, non toccare tale cosa per un giorno ecc. , altrimenti succederà tot
Ora sono diventato anche padre e la cosa si sta aggravando e spostando verso cose tipo "se tocco tale con più di due dita a mia figlia succederà qualcosa" ( esempio lampante ne è che mentre sto scrivendo questo testo il mio cervello mi dice di non scrivere parole con più di 4 lettere)
Vi prego di aiutarmi perché sembra una cosa banale e per quanto so che sono cose della mia testa non ho più modo di evitarle e vivere serenamente.
Spero di essermi spiegato a sufficienza e chiedo scusa per essermi dilungato.
Gentile utente, ho letto con attenzione il Suo messaggio e la ringrazio per la condivisione. L’ansia, come altre emozioni è utile e funzionale, in quanto porta con sé informazioni importanti su di noi all’interno di un determinato contesto. Tuttavia, quando l’intensità di queste emozioni è eccessiva può portare disagio e addirittura intaccare alcuni ambiti della vita. A questo punto potrebbe essere importante dedicare uno spazio terapeutico che favorisca la conoscenza e il riconoscimento delle emozioni, nonché la scoperta di strategie per poter affrontare in maniera efficace le situazioni che generano disagio. Le suggerisco di darsi la possibilità di approfondire le dinamiche che sottostanno all’emergere di emozioni “scomode” ed esplorare la Sua modalità per imparare a tollerarle, in modo da raggiungere il benessere psicologico.
Rimango disponibile per eventuale consulto individuale, anche in modalità virtuale, qualora lo ritenesse opportuno.
Saluti
Dott.ssa Virginia Scancarello
Gentili dottori, un ex collega di lavoro di 33 anni con cui c’è stima e affetto reciproco vive in Svizzera da oltre un anno. Siamo stati colleghi per 3 mesi e ci siamo trovati molto bene a parlare di cinema. Tra noi ci fu un episodio d’intimità che rimase isolato perché fidanzato da 13 anni con una ragazza mia coetanea in Svizzera, non l’ho mai vista neanche in foto ma ne parlava con molti colleghi. Un altro collega mi disse non era una relazione idilliaca la loro e lui inizialmente mi disse di piacergli troppo per cultura, interessi, personalità, occhi, viso, sorriso ma che ci saremmo dovuti conoscere molto tempo fa. Ho iniziato a scrivergli su wapp e in un primo momento mi ha fatto credere ci saremmo potuti parlare soli ma poi alla mia insistenza mi disse “mi chiedi sempre del tempo per noi” spesso tuttora usa ancora il noi nel parlare con me. Nonostante scrivessi troppo tutti i giorni e la cosa lo irritasse, quando gli regalai una penna come gesto di affetto e stima lavorativa e di prenderla come tale disse che la trovava una cosa molto intima. Quando partì siamo rimasti in contatto anche se ho sempre riaperto io il canale comunicativo non è una persona che scrive agli altri di sua iniziativa e comprendo esistano persone così, mi confidò di un lungo percorso di psicanalisi, che non amava essere raggiunto in continuazione così tramite messaggi e di rispettarlo. Mi vuole bene, mi stima, cosa che ripete spesso, ma non comprendeva la corrispondenza tra noi. Così ad agosto dello scorso anno ho rallentato nella comunicazione scrivendo una volta alla settimana e non più di 2 messaggi mantenendomi sul leggero mandando foto di viaggi o scambiandosi pareri su film/ serie e ho visto che se prima si limitava a rispondere ha iniziato a chiedermi anche lui qualcosa. Quando gli chiesi di risentirsi a voce mi disse contaci tranquilla ma anche questo inverno non tornerò, già a luglio mi disse che se tornava ci saremmo rivisti per un saluto. A gennaio quando gli chiesi cose personali nuovamente avendo visto una maggiore apertura in passato e non comprendendo come mai non potessi sapere dove viveva o il lavoro che stava facendo in quanto ha cambiato vita e lavoro esplose seccato rispondendomi con una raffica di wapp: vai si ricomincia, preferisco essere riservato come persona anche con amici stretti e parenti, ma te non puoi accettarlo, cambierò numero presto almeno è finita questa storia, quando lo farò non chiedere alle persone intorno a me sono esaurito da questa corrispondenza con te. Mi mise molto a disagio ma capii anche di aver creato io quel disagio, così per due settimane non ho scritto nulla anche per timore di perderlo definitivamente. Dopo queste due settimane di silenzio e profonda riflessione gli ho scritto “non è necessario sentirsi così tanto basta anche una volta all’anno per mantenere una amicizia. Se poi quando tornerai avrai il piacere di rivedersi come mi dicevi ci sarà modo di scambiare due parole a voce. Dieci minuti dopo, faceva passare ore prima anche un giorno per rispondermi, mi ha subito scritto “come stai? Tutto bene?”. Mi ha sorpreso questo messaggio, il non sentirsi per 2 settimane, non era mai successo prima ha fatto sorgere in lui il dubbio di potermi perdere definitivamente? Gli ho anche comunicato di aver raggiunto consapevolezza con un gran lavoro su di me e mi disse “È importante questo” “Brava” così ho preso coraggio e gli ho mandato un ulteriore messaggio “semplicemente ho imparato ad accettare: la distanza, i limiti e la tua persona detto questo, pensi che la nostra conoscenza possa evolversi in una bella amicizia? Da sabato non ho avuto una risposta. Quattro giorni. Pensate che questa persona, so che è molto riflessiva, visto anche il mio continuo scrivergli in passato dopo 3/4 giorni o una settimana, abbia bisogno di vedere un mio silenzio magari anche di un mese o più prima di rispondere ad una domanda del genere ? Ho sbagliato a porla? So che se incalzassi o tornassi sulla domanda la prenderebbe come ulteriore pressione e si sentirebbe soffocato e non libero in questa frequentazione, sento anche che nessuno dei due vuole perdersi definitivamente e non interpretò il suo silenzio come un rifiuto ma come qualcosa da dover rispettare anche per mostrare valore a me stessa. Se ci tiene questa persona a chiamare per un saluto o rivedersi quindi avendomi dato sempre risposta positiva me lo dirà lui? Non comprendo come mai abbia timore a risentirsi a voce non amando la messaggistica - è anche aperto mandandomi un breve vocale dopo un anno di sola chat - ma forse deve vedere un effettivo cambiamento per poter dare una risposta alla mia domanda? Come si riprende la comunicazione in futuro? Quanto tempo mi consigliate di attendere prima di riprenderla? Mi potete suggerire una eventuale domanda di dialogo senza dargli il peso della domanda precedente? Ho sempre pensato non volesse perdersi definitivamente e mi sembra giusto mostrargli un radicale cambiamento ma vorrei anche smorzare il peso di quella domanda con una sua risposta positiva come quando gli chiesi se ci saremmo risentiti a voce quando era più libero dal lavoro e disse contaci tranquilla. Posso pensare si farà risentire se terrà davvero a questa frequentazione? Rimango in silenzio per potergli far sorgere qualche domanda?
Gentile utente, ho letto con attenzione il Suo messaggio e la ringrazio per la condivisione. Immagino che sia una situazione difficile da fronteggiare e che possa crearle disagio.Le relazioni sono un punto centrale nella vita di un essere umano e spesso, nella loro complessità, possiamo ricavare degli apprendimenti. Potrebbe essere utile ascoltare i bisogni propri e altrui e lasciare che fluisca nel qui ed ora, consapevoli che i tempi delle relazioni dipendono dalle relazioni stesse e dalla disponibilità della persona con la quale si interagisce. Ritengo che possa essere utile approfondire da un punto di vista clinico cognitivo-comportamentale quanto da Lei condiviso, in modo tale da dare spazio a ciò che è importante per Lei e capire così come affrontare la relazione attraverso la scoperta delle Sue risorse.
Rimango disponibile per eventuale consulto individuale qualora lo ritenesse opportuno.
Saluti
Dott.ssa Virginia Scancarello
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