Dott.ssa
Valentina Fois
Psicologo,
Psicoterapeuta
Psicologo clinico
Altro
Cagliari 1 indirizzo
Esperienze



Il mio orientamento nel corso della specializzazione è di tipo psicodinamico. Collaboro con la cattedra di Psicodinamica delle relazioni familiari presso l’Università di Cagliari su progetti di ricerca riguardanti la transizione alla genitorialità e il trattamento del disturbo da deficit di attenzione con iperattività, consolidando una metodologia rigorosa e clinica.
Mi specializzo in Psicoterapia dell'infanzia e dell'Adolescenza, con orientamento analitico.
Dal 2006 opero come psicoterapeuta presso il mio studio, trattando disturbi di personalità, dell’umore, d’ansia e traumi legati a maltrattamenti e abusi. Ho inoltre lavorato come consulente per il Tribunale di Cagliari nelle procedure in ambito civile (separazioni e affidamento dei figli) e penale (ascolto del minore).
Ricopro il ruolo di Giudice Onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Cagliari, occupandomi di adozione e affidamento.
Sono candidata analista presso l'AIPA (Associazione Italiana di Psicologia Analitica), scuola che ho frequentato come seconda specializzazione al fine di approfondire il pensiero junghiano e il lavoro con adulti in analisi.
Esperto in:
- Psicoanalisi
- Psicologia forense
- Psicologia giuridica
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Sostegno alla genitorialità • 85 €
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2 recensioni
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Nicolò
Persona alla mano che mette subito a suo agio le persone e cerca subito di focalizzarsi sul problema e trovare una solizione
Emanuele
Professionale e empatica, propositiva e attenta. Stimola il pazienze alla valorizzazione personale Ottima esperienza
Risposte ai pazienti
ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno dottori, sono un uomo di 39 anni che soffre di Doc.
Le mie ossessioni sono di vario genere, ma ultimamente sono aumentate quelle dei pensieri intrusivi.
Premetto che sono in cura da uno psichiatra con tanto di cura farmacologica (Efexor e Risperdal) e che da gennaio, andrò anche in cura da uno psicologo per sperare di uscirne o per lo meno imparare a conviverci.
Aspettando il primo colloquio con lo psicologo, avevo pensato di scrivervi due casi, riguardante miei pensieri intrusivi di morte per avere un vostro consulto.
Il primo è l'aver immaginato una persona delle mie zone, famosa per leggere le mani che mi preannuncia che morirò tale giorno e mese...ecco potete immaginare il mio stato psicologico con il vivere aspettando quel giorno quasi come se fosse una sentenza già scritta, un pensiero nitido arrivato senza senso dal nulla.
Il secondo invece sono sempre pensieri intrusivi cattivissimi verso terzi.
Ad esempio mi capita di parlare con una persona che conosco e se so che ha un parente defunto, l'insulto parte sul parente...cose anche cattive senza alcun senso o motivo.
Cose che mi portano a pagare pegni come rinunciare a cose piacevoli, tipo la masturbazione o altro, perché ho mancato di rispetto a questa gente.
Ed anche lì una vocina e come se mi dicesse se manchi di rispetto dopo tot giorni morirai ecc ecc
Ecco dottori questi sono due esempi, spero di avere una vostra rassicurazione aspettando la visita.
Saluti
Stefano
Caro Stefano,
credo che la rassicurazione più importante che tu possa avere stia proprio nel fatto di essere in cura da uno psichiatra e di aver preso il primo appuntamento con uno psicologo. Il passo più importante lo hai già fatto.
Il disturbo di cui soffri è complesso da affrontare e, come tu stesso affermi, forse un obiettivo realistico è imparare a conviverci.
Mi pare di capire che i tuoi pensieri assumono una concretezza tale da spingerti ad azioni compensative per riparare qualcosa che non è accaduto. Come se ognuno di noi dovesse essere punito per una fantasia, per un sogno o simili, che per quanto cruenti non costituiscono mai un passaggio all'atto.
Credo che ogni parola possa sembrare vana davanti alla forza dell'intrusività dei pensieri di cui parli, che immagino sia una importante fonte di preoccupazione e sofferenza. Se dovessi suggerire un modo per rassicurarti in attesa del tuo inizio lavori con un collega, penserei all'idea che è necessario non farsi spaventare dai pensieri, ma imparare ad ascoltarli come simboli di qualcosa che preme dentro di te. Probabilmente emozioni come rabbia e aggressività, che hanno bisogno di essere aiutate a trovare un modo e una gradualità per essere espresse nel quotidiano senza diventare distruttive per te o per gli altri. Non è facile e richiederà tempo e perseveranza, e aggiungerei fiducia nella lucidità e capacità di analisi che traspare dalle due parole.
Non ti arrendere. Saluti anche a te, Valentina

Cerco un love coach esperto in comunicazione ed emotività che mi aiuti a capire dove sbaglio con gli uomini, se all'inizio investono molto su di me, nella fase di conquista, presentandomi genitori, facendo vacanze insieme, presentandomi gli amici, dopo qualche mese smettono di investire, mi iniziano a dare per scontata e poi si allontanano e la relazione finisce. Forse sono troppo lineare, non genero emozioni, forse troppo disponibile, forse non comunico bene. Non riesco a far capire il mio valore, a farmi rispettare, a farmi amare, tranne all'inizio che attraggo perchè sono bella, intelligente e ho un ottimo lavoro, so ascoltare, poi però mi danno per conquistata. Vorrei capire dove sbaglio. Non voglio un percorso di crescita personale, già l'ho fatto, voglio solo capire come migliorare la comunicazione, come dare emozioni all'altro, come ragionano gli uomini e come fanno a capire che è la donna della loro vita. Grazie
Carissima,
le relazioni intime sono uno degli ambiti che maggiormente intacca la sicurezza in sé stessi e tutti i dubbi che scrivi fanno pensare che, nonostante da un punto di vista cognitivo ti riconosca bella, interessante e con un ottimo lavoro, ad un livello profondo qualcosa ti impedisce di mantenere questa sicurezza nell'incontro con l'altro.
Le relazioni intime sono importanti, ma lasciamo anche che possano essere fallimentari e passare per tentativi ed errori.
Capisco bene che tu non voglia un percorso di crescita personale, forse stai solo cercando di dire a te stessa che vai bene così come sei e già questa posizione è un ottimo punto di partenza. Ma se vai bene così come sei, chi dice che sbagli? Non per tutti è facile trovare la persona adatta a sé e magari tu non l'hai ancora incontrata.
Tuttavia, spesso le nostre comunicazioni riescono a far trasparire molto più di quello che diciamo realmente. Mi chiedo se proprio questo bisogno di migliorare, di capire come ragionano gli uomini, ti faccia apparire più insicura di quanto sei.
Potrebbe essere importante, invece, spostare l'accetto su di te: chiedersi non quello che gli altri desiderano e come riconoscono la donna della loro vita, ma chiederti se quella che incontri è davvero la scarpetta perfetta per il tuo piede.
In sintesi, come quando si compra un abito, è perfetto per te o sei tu che devi dimagrire/ingrassare/cambiare per entrarci dentro?!?
In bocca al lupo!

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