
OMEOPATIA E AGOPUNTURA
Sono terapie "personalizzate": considerano le peculiari modalità di espressione della sofferenza individuale.
Sono terapie "non settoriali": collocano il sintomo nell'insieme dell'organismo nel quale si manifesta.
Nei casi acuti, hanno azione rapida.
Non intossicano il corpo.
Sostengono le capacità adattative dell'organismo, stimolandolo a reagire.
Educano e responsabilizzano il paziente, che impara a valutare il proprio "funzionamento energetico" e, osservandosi, a correggere eventuali inadeguatezze del proprio stile di vita favorenti la malattia.
Hanno un efficace ruolo preventivo, modificando il "terreno".
Malati o sani, rimaniamo sempre noi. Quando siamo sani non siamo migliori nè più buoni di quando siamo malati. Salute e malattia sono come due facce di una stessa moneta: inseparabili e contemporanee, appaiono alternandosi; senza l'una non conosceremmo l'altra. Sono entrambe stati transitori nella nostra vita, tramite i quali ci esprimiamo. L'"etichetta diagnostica" permette di portare la malattia fuori da noi per consegnarla ad un'altra persona affinchè la curi, estromettendo una parte a noi difficile da comprendere
Non ho redatto un elenco di patologie trattabili con agopuntura e omeopatia; pur utile per un primo orientamento, non esaurirebbe le potenzialità individuali di farsi carico della propria situazione. La domanda stessa è inappropriata, in quanto basata su criteri non appartenenti al sistema terapeutico interpellato. Considerare le malattie come entità separate da noi porta facilmente a pensare che anche la cura possa necessariamente arrivare solo dall'esterno, senza considerare quali meccanismi e reazioni si siano innescati dentro di noi, e qali i loro rapporti con il malessere.
Gli aghi non danno all'organismo nulla di materiale, ma un semplice messaggio informativo, che ricorda al corpo ciò che aveva dimenticato: come lasciar scorrere in sè l'energia della Vita, ciascuno in base alle proprie modalità. Il colloquio sollecita il paziente ad osservarsi e porsi in un atteggiamento attivo. La domanda cambia: cosa percepisco di me? Perché reagisco così? Cosa posso fare per modificarmi?
Medico e farmaco restano un prezioso sostegno nelle situazioni acute, o quando siamo talmente in disequilibrio da non riuscire a farci carico di noi stessi. La guarigione, però, presuppone un cambiamento attivo che solo il malato può attuare. Qualunque sia la terapia cui si faccia ricorso, è fondamentale che insieme, medico e paziente, capiscano "che cosa debba essere curato" secondo scienza e coscienza di chi compie il gesto terapeutico, e la consapevolezza di chi lo riceve partecipandovi.
29/01/2025