Esperienze
Presso gli studi di Voghera e Pavia effettuo percorsi psicodiagnostici e psicoterapici a bambini, adolescenti, giovani adulti e adulti.
Nel corso di questi anni di esperienza ho aiutato persone, di diverse età, a superare momenti di crisi, ad affrontare problematiche di natura relazionale e a comprendere le dinamiche psico-emotive che "stanno sotto" a sintomi manifesti come ansia, attacchi di panico, timidezza, bassa autostima, umore depresso, disturbi alimentari...
Il metodo a cui faccio riferimento è quello psicoanalitico, che si basa sulla ricerca di quei fattori che determinano i comportamenti e le emozioni, di cui spesso le persone sono inconsapevoli. Le sedute sono basate sulla libertà di parlare, permettendo al paziente di condividere con il terapeuta ciò che ritiene importante comunicare. Scopo del percorso terapeutico è la creazione di significati condivisi che consentono, a chi intraprende un percorso, di esprimere, maneggiare ed elaborare vissuti, paure ed angosce che provocano in lui sofferenza. Questo processo è quello di acquisire maggior consapevolezza e di imparare a riconoscere e gestire le esperienze emotive difficili.
Un clima accogliente e non giudicante è una premessa fondamentale per far sentire la persona a proprio agio e quindi libera di esprimere i propri vissuti.
I tempi e le modalità dell'intervento si adatteranno a seconda delle diverse necessità individuali e terapeutiche.
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E.B.
Professionista seria, preparata ed empatica. Mette subito a proprio agio creando un contesto accogliente e funzionale a un percorso efficace.
Silvia
Ho deciso di intraprendere un percorso con la Dottoressa un anno fa, poiché mi sentivo sopraffatta e schiacciata da situazioni che non riuscivo più a gestire da sola. Ad oggi, non posso che ringraziarla per la sua capacità di mettere a proprio agio i pazienti, dando loro la possibilità di esprimersi liberamente, per la sua disponibilità e per la delicatezza con cui si rapporta. Professionista empatica sempre pronta a fornire il giusto supporto, ogni colloquio offre sempre degli spunti su cui riflettere. Consigliatissima.
Grazie di cuore.
Carmen
Una dottoressa capace di creare un ponte facilmente percorribile tra lei ed il suo paziente. Empatia e professionalità si mischiano egregiamente in questa giovane e capacissima dottoressa.
Dott.ssa Sara Maria Bergonzi
La ringrazio molto Carmen per le belle parole; è un piacere per me seguire sua figlia. Mi fa piacere che abbia percepito una un atteggiamento professionale frutto di numerose esperienze lavorative e formative (ho concluso l'università nel 2011 e la specializzazione post-lauream nel 2016).
F. G.
Dottoressa molto empatica e disponibile. Grazie al suo supporto sto riuscendo ad uscire da una situazione che mi ha tenuto bloccato per molto tempo. La ringrazio e ho fiducia in lei! Consigliatissima!
A.R.
Non è mai facile parlare del più e del meno con una persona che non si conosce, figuriamoci parlare e confidare i nostri problemi.
La Dottoressa Bergonzi è stata una piacevole sorpresa, preparata e persona molto gentile e disponibile.
Mi sono trovato subito a mio agio ed è stato più facile aprirmi e esporre i miei problemi.
Ha saputo leggere alcuni particolari che a me erano sfuggiti, trovando risposte e consigli molto utili.
Grazie di tutto.
Paziente
La Dott.sa è molto gentile e disponibile aggiungerei anche dolce. La mia bambina mi chiede spesso della Dott.sa e chiede di poterci passare più tempo. Per ora non posso dire nulla di negativo.
C.R
Gentile, disponibile.. per mia figlia è piacevole avere questi incontri, si mostra empatica e la ragazza si sente compresa.
La ringrazio e ho fiducia in lei e nel suo aiuto.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 6 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve ho 27 anni , 1 anno e mezzo fa ho avuto il mio primo attacco di panico dopo un evento post traumatico. dove ho avuto paura di impazzire morire ecc... e da allora ho avuto stati di ansia . Il sintomo più brutto che tutt ora mi porto dietro e la depersonalizzazione che mi venne un giorno a furia di avere andia un giorno e come se mi fossi distaccata da me. Ma rendendomi conto di quella sensazione li veramente ho detto ok sono impazzita ecc... e sono stata male per settimana convinta di ormai aver perso la testa perché come mai non mi ero più sentita me stessa. Poi ho visto un po anche su internet e ho capito che è un sintomo di ansia. Ma come mai dopo un anno e mezzo io conduco la mia vita ma è stato talmente forte e spaventoso che ho sempre paura di pensare che io non sia me stessa e poi mi dico aspetta e solo un sintomo. Ma kmq fa paura. Grazie se potete aiutarmi ad uscire da questo loop aemno a farmi capire i motivi. Cosa mi consigliate?
Cara utente, mi spiace che si sia spaventata così tanto e che si senta tuttora scombussolata. Molti dei miei pazienti che hanno sofferto di attacchi di panico hanno portato in seduta il racconto dello "shock" che questa forte crisi d'ansia porta e ho potuto constatare che gli strascichi possono durare un po' di tempo (questo senso di incertezza e il terrore che l'attacco possa ritornare in modo imprevedibile...).
Grazie alla diffusione della cultura psicologica attraverso il web, ha potuto riconoscersi in questo stato d'ansia provando un po' di sollievo perché ha compreso la natura psicologica del sintono.
L'attacco di panico si presenta in modo apparentemente imprevedibili e senza un nesso evidente con la situazione presente. L'esordio di un attacco di panico tuttavia non avviene mai a caso ma può essere visto come "un campanello d'allarme" rispetto dinamiche emotive più profonde.
Uno psicoterapeuta potrebbe esserle d'aiuto nel condurla nel riconoscere i motivi profondi che potrebbero aver causato l'attacco di panico e l'irrequietezza attuale.
L'attacco di panico rappresenta spesso una "forte energia" repressa che viene sprigionata in un singolo istante: viene percepita dalla persona come l'esplosone di una "bomba emotiva".
La psicoterapia può aiutare ad individuare eventuali blocchi emotivi, aiutando il paziente a esprimersi attraverso il canale più corretto.
Rimango a disposizione per un eventuale consulto da remoto.
Un saluto cordiale,
Dott.ssa Sara Maria Bergonzi
Salve,
ho 28 anni e tra due settimane andrò a convivere con il mio ragazzo. Siamo insieme da 4 anni e siamo molto innamorati, tuttavia da quando abbiamo preso le chiavi della casa e ho realizzato davvero che abiterò in un'altra casa, ho iniziato a stare male emotivamente.
Mi arrabbio spesso con lui, i suoi piccoli difetti sono diventati grandi, è come se io fossi arrabbiata con lui perché mi sta "allontanando" dalla mia famiglia. So che razionalmente non è così perché il fatto di convivere l'abbiamo scelto insieme, anzi forse ero più io che spingevo inizialmente, però il fatto di perdere la quotidianità di casa, con i miei genitori, mi devasta. Ogni volta che vado a letto penso che sarà una delle ultime volte che ci dormirò, che sentirò e vedrò i miei genitori dormire nella stanza accanto, che non mi sveglierò più trovandoli e facendo colazione con loro e così per i pranzi, le cene, e tutti i momenti della giornata in cui siamo insieme. Inoltre, ho visto mia mamma piangere e ogni tanto noto che le vengono gli occhi lucidi, anche se si sforza di non farmelo notare e si rende molto disponibile per sistemare la nuova casa, questa cosa mi spezza letteralmente il cuore a metà però io non dico niente perché sono sempre stata la ragazza forte di casa.
Il risultato è che fatico a dormire perché quando sono sola non riesco a non pensare a queste cose e la notte piango.. ho paura di perderli, di non essere più la loro bambina, di rovinare il rapporto che ho con loro, di non fare più parte della famiglia. A casa ho tutti i miei animali a cui sono molto molto affezionata, ho i nonni che abitano vicino con cui ceno tutte le sere e mi sembra di "tradirli" andandomene perché so che non resteranno ancora per tanto tempo con me e io me ne sto andando.
La nuova casa è a circa 10 minuti da dove abito e potrei tornare anche ogni giorno a casa ma non riesco a non stare male. E questo ricade anche sul mio ragazzo perché mi rendo conto che pur amandolo sono scontrosa con lui e arrabbiata forse anche per il fatto che lui mi sembra sereno.
Non so se tutta questa ansia e tristezza che sto provando siano emozioni normali legate al cambiamento o se sono un indice del fatto che non sono ancora pronta per la convivenza, sento davvero un caos di emozioni dentro..
Cara utente, ogni passaggio evolutivo comporta tante conquiste e soddisfazioni ma si accosta anche al "lutto" per tutte le circostante e le situazioni che si "lasciano".
Credo che la convivenza che ha da tanto ambito, abbia smosso in lei degli aspetti psichici molto profondi, probabilmente legati alla "Lei bambina" e al rapporto con i suoi genitori. Le consiglio di darsi modo di iniziare un percorso di psicoterapia: se troverà la/il professionista giusta/a potrà arrivare a ripercorrere e a sciogliere alcuni nodi del suo passato, per ritrovate la "sicurezza nel crescere".
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