
In soggetti con fibrillazione atriale (FA) subclinica e anamnesi di ictus o attacco ischemico transitorio (TIA), il trattamento con l’anticoagulante orale ad azione diretta apixaban è associato a una riduzione del rischio assoluto di ictus o embolia sistemica del 7% nell’arco di 3,5 anni, rispetto a una riduzione del rischio assoluto dell’1% per i soggetti senza anamnesi di ictus o attacco ischemico transitorio. È quanto si legge su “Lancet Neurology” nelle conclusioni di un articolo firmato da Ashkan Shoamanesh, della McMaster University a Hamilton, in Canada e colleghi che riportano i risultati di un’analisi di sottogruppi dello studio ARTESiA.
Sulla base di questi risultati, spiegano i ricercatori, apixaban potrebbe essere preso in considerazione per la prevenzione secondaria dell’ictus nelle persone con fibrillazione atriale subclinica e una storia di ictus o TIA.
20/02/2025