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Esperienze

Fino dal 1980 il Dott. Livi si è interessato ai rapporti fra malattia renale e ipertensione arteriosa.
Queste condizioni hanno in comune il fatto di decorrere spesso senza sintomi evidenti, di avere una grande prevalenza nella popolazione italiana, specialmente oltre i 60 anni di età, e di essere direttamente correlate al rischio di sviluppare eventi cardiovascolari. Esse sono strettamente interrelate: il rene entra infatti direttamente nella regolazione della pressione arteriosa, perché regola il bilancio dei liquidi e dei sali dell’organismo e perché produce sostanze che influenzano lo stato di costrizione delle arterie. L’ipertensione arteriosa, d’altro canto, è in grado di provocare danno renale e di accelerare la progressione delle malattie renali verso l’insufficienza renale terminale che richiede l’emodialisi e/o il trapianto renale; il controllo ottimale della pressione arteriosa, ottenuto tenendo conto degli effetti renali dei farmaci ipotensivi, è in grado di rallentare il peggioramento dell’insufficienza renale. Il rene può quindi essere al tempo stesso causa e vittima dell’ipertensione arteriosa.
L’approccio clinico del Dott. Livi a queste condizioni patologiche deriva dalle sue specifiche competenze nefrologiche, dalle competenze internistiche maturate nei molti anni di servizio in Medicina Interna, e dall’esperienza derivante dalla sua trentennale attività ambulatoriale. Il paziente con segni di nefropatia viene inquadrato valutando la sua situazione clinica globale e il peso di eventuali malattie concomitanti, determinando lo stadio e la velocità di progressione della malattia renale e instaurando adeguate misure terapeutiche, farmacologiche e non farmacologiche, e monitorandone gli effetti sulla progressione della malattia.
La gestione del paziente con ipertensione arteriosa include la stima della gravità dell’elevazione pressoria, la definizione del rischio cardiovascolare globale (presenza di altri fattori di rischio e/o danni d’organo), lo screening delle forme di ipertensione secondaria, l’adozione di misure terapeutiche non farmacologiche, e, se necessario, l’introduzione di una terapia farmacologica.
Convinto assertore della necessità di stabilire con il paziente un rapporto basato sulla reciproca conoscenza e fiducia, ha sempre dedicato al colloquio con il paziente il tempo e l’attenzione appropriati, rimanendo disponibile, dopo la visita, per ulteriori chiarimenti o consigli. E’ inoltre sua convinzione che l’eventuale terapia farmacologica debba essere il più possibile individualizzata, sia nelle dosi che nei tempi di somministrazione, e condivisa con il paziente, a cui deve essere fornita un’informazione adeguata sulle scelte possibili e sugli obiettivi della terapia stessa. Ritiene di fondamentale importanza mantenere corretti rapporti di collaborazione con i Medici curanti.

Fino al 31/10/2020 Ricercatore universitario in Medicina Interna, Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Università degli Studi di Firenze, in afferenza assistenziale, ha prestato servizio presso l’AOU Careggi, SOD Medicina Interna 4, con l’incarico di “attività reparto di degenza ed ambulatoriale per le patologie nefrologiche e l’ipertensione arteriosa”. E' stato responsabile dell’Ambulatorio specialistico Ipertensione arteriosa e Nefrologia della SOD. Ha svolto attività ambulatoriale in libera-professione intramoenia fino al 2020.
E' stato docente presso la Facoltà di Infermieristica e le Scuole di Specializzazione in Medicina Interna e in Reumatologia dell'Università degli Studi di Firenze.
Ha svolto attività di ricerca nei campi dell'ipertensione arteriosa, della nefrologia e della cronobiologia, occupandosi in particolare dell’utilizzazione clinica delle automisure domiciliari e del monitoraggio automatico non invasivo della pressione arteriosa, dello studio della pressione arteriosa in gravidanza, dello studio della funzione renale e del coinvolgimento renale nelle malattie reumatiche.
E’ autore o coautore di 75 pubblicazioni su riviste o atti di congressi, nazionali e internazionali. Ha partecipato con contributi originali a numerosi congressi scientifici sia in Italia che all’estero. E’ stato relatore in numerosi convegni nazionali e internazionali e a corsi di aggiornamento per medici.
E’ socio ordinario della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, della Società Italiana di Nefrologia e della Associazione Scientifica Interdisciplinare Aggiornamento Medico e membro associato dell'International Society of Hypertension. Fino al 2013 è stato socio ordinario dell’American Society of Hypertension.
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    Medico scrupoloso, spiegazioni comprensibili , ottimo nel relazionarsi con il paziente. Consiglio vivamente

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    Dott. Riccardo Livi

    La ringrazio per il suo giudizio così positivo


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    Preciso e confidenziale. Processionale e cordialità

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    Dott. Riccardo Livi

    Grazie davvero per il suo giudizio, nella mia professione è essenziale stabilire subito un buon rapporto con i pazienti


  • G

    Medico assai competente e preparatissimo, empatico e molto scrupoloso

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    Dott. Riccardo Livi

    La ringrazio per il suo giudizio, molto positivo davvero e che mi incoraggia a continuare sulla stessa strada


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    Ho riscontrato una ottima attenzione alle mie problematiche

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    Dott. Riccardo Livi

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    Dott. Riccardo Livi

    Ringrazio voi per avermi inviato la documentazione prima della visita online, ci sono arrivato già preparato.


  • E

    Medico esaustivo, e persona molto cordiale e puntuale

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    Dott. Riccardo Livi

    Grazie della sua recensione, cercherò di continuare a meritarmela


  • S

    Uno dei medici più umani, competenti e cordiali che io abbia mai incontrato nella mia vita...gentile e disponibile sempre...grazie per tutto

     • Istituto Medico Toscano controllo ipertensione arteriosa  • 

    Dott. Riccardo Livi

    Grazie dell'ottima recensione, cercherò di meritarmela anche in futuro


  • C

    Il dottor livi mi ha subito risposto a una mia preoccupazione rendendomi tranquilla, veramente umano e disponibile.

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    Dott. Riccardo Livi

    Grazie per la sua recensione, m ha fatto davvero piacere


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 58 domande da parte di pazienti di MioDottore

Salve. Scusate il disturbo. Volevo chiedere un’informazione. In seguito a un’analisi del sangue ho riscontrato un livello di acido urico fuori range. Preciso di essere un ragazzo di 24 anni in buona salute alto 1.80 e peso 70 kg. Svolgo attività fisica 4 giorni a settimana. Il livello riscontrato è di 6.6 mg/dL su valori di riferimento (2.4-5.7 mg/dL). Rientra comunque nella norma nonostante i range di riferimento del laboratorio siano diversi oppure è un valore preoccupante? Grazie in anticipo per la risposta.

La sua uricemia è un po' elevata, e sarebbe meglio se si riducesse.
L'uricemia alta può dipendere da molte cause. A parte i fattori genetici (qualcuno nella sua famiglia ha iperuricemia?), spesso un aumento è legato all'assunzione di quantità eccessive di cibi ricchi di purine (carne, specie se rossa), selvaggina, pesce, crostacei, molluschi, ma cene sono altri; anche il consumo di alcool può contribuire. Comunque sarebbero sempre da evitare gli eccessi alimentari. L'iperuricemia è comune nell'insufficienza renale (basta un esame del sangue per valutare questa condizione), nella psoriasi, nell'obesità (che lei non ha). Alcuni farmaci, come i diuretici, possono dare iperuricemia.

Dott. Riccardo Livi

Salve, ho mio fratello di 15 anni celiaco e non pratica sport, a seguito di alcuni esami da laboratorio, in particolare quello dell’urina di 24 ore è uscito un elevato livello di creatininuria, il valore emerso dalle analisi è 2,4 e quelli di riferimento sono tra 0,8 e 1,8. Invece la creatininemia è uscita nella norma e la microalbuminuria è uscita assente. Questo cosa può indicare, qualche patologia ai reni, o puo essere legato ad un uso eccessivo di carne?

La creatininemia non è influenzata dalla dieta, dipende solo dalla massa muscolare e dalla funzione renale (lurea sierica, o azotemia, è invece influenzata dalla dieta).
La creatininuria elevata può dipendere:
1) da una raccolta urinaria delle 24 ore eseguita non correttamente (di solito perchè non è stata scartata la prima urina del mattino del giorno della raccolta, così che le urine non sono di 24 ore ma per esempio di 30 ore, in quanto contengono anche le urine presenti in vescica al momento dell'inizio della raccolta)
2)da masse muscolari molto sviluppate (culturismo, per esempio)
3) da una secrezione tubulare renale della creatinina più alta del normale
In ogni caso la valutazione della funzione renale si fa con la creatinina nel sangue, e questa lei riferisce essere normale, quindi non si deve preoccupare. In ogni caso, l'uso eccessivo di proteine (o integratori che le contengono) non è salutare per i reni.
Spero di esserle stato utile

Dott. Riccardo Livi
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