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Esperienze

Su di me

Sono la dott.ssa Marilisa Fiocca, Psicologa, Psicoterapeuta individuale e di gruppo specializzata nell’Approccio Fenomenologico-Esistenziale della Psi...

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Formazione

  • Università degli Studi di Roma "La Sapienza"

Specializzazioni

  • Psicoterapia della Gestalt

Tirocini

  • Tirocinio post lauream presso l'Associazione ARPIT: partecipazione alla ricerca-intervento sulla dispersione scolastica in due licei psicopedagogici di Roma

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  • Inglese

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore

salve sono un ragazzo di 18 anni, ed in particolare volevo chiedere se fosse opportuno o meno rivolgersi ad uno specialista, ma sapere di cosa possa trattarsi mi fa stare sicuramente tranquillo e cosciente di cosa sto vivendo. Da quando ho circa 14 anni, ho iniziato a vivere la mia vita in modo altalenante, in particolare, durante periodi dove mi sentivo estremamente socievole, sono arrivato al punto di definire alcuni migliori amici le persone migliori della mia vita, insomma, li idealizzavo molto. Col tempo però, l’idealizzazione si è spostata dagli amici a me, in particolare ci sono periodi in cui mi sento ambizioso, volenteroso e determinato, bisognoso di nessuno ma solo di me stesso, per poi giungere, a volte casualmente, altre volte per stress esterno, ad una mancanza di volontà nello svolgimento di compiti, una considerazione negativa nei confronti della vita, un senso di vuoto continuo, angoscia e una strana situazione relazionale dove cerco di fare tante amicizie, ma allo stesso tempo, mi scoraggio e mi isolo, alternando molto facilmente le cose. Generalmente tendono a essere più lunghi i periodi di vuoto e irrequietezza, di circa una settimana, mentre i periodi di massima considerazione a riguardo delle mie capacità e di me stesso sono più brevi, e si arrestano non appena accadono cose anche di poco conto. Non so se possa c’entrare qualcosa il fatto che proprio a 14 anni sia venuto a mancare mio padre, mi servirebbe davvero sapere di cosa possa trattarsi… ringrazio per la lettura

Salve, immagino quanto sia difficile vivere periodi di grande benessere, socievolezza, soddisfazione, autonomia, chiarezza di obiettivi e alta autostima, alternati a periodi di angoscia, vuoto e isolamento. Da quanto scrivi è chiaro il collegamento con un carico di stress. Sicuramento la perdita prematura di tuo padre è stato un evento doloroso da metabolizzare che potrebbe aver influito. Credo anche che sia probabile un eccesso di attività ed euforia nei periodi in cui ti senti meglio, con conseguente down energetico ed emotivo che causa i periodi più lunghi di abbattimento. Un percorso di psicoterapia per esplorare le eventuali cause, per l'elaborazione del lutto, degli eventi del passato collegati, per calibrare e dosare i propri investimenti di energia, potrebbe esserti utile ed aiutarti a trovare un equilibrio stabile e duraturo nel rapporto con te stesso e con gli altri.
In bocca al lupo

Dott.ssa Marilisa Fiocca

Salve, sono una ragazza di 28 anni e sono fidanzata da più di quattro anni. E' la mia prima relazione importante.
Purtroppo nel corso della mia relazione ci sono stati vari problemi, che hanno spinto il nostro rapporto in crisi diverse volte. Lui è una persona molto gelosa, e lo sono anch' io, tant'è che in passato ci sono stati molti litigi in seguito alla mia decisione di partire per brevi periodi, con le mie amiche e mia sorella, per dei viaggi. In seguito al mio ultimo viaggio, la nostra relazione si è interrotta per circa due mesi, durante i quali ho visto davvero la sofferenza che queste mie scelte gli provocavano, decidendo così di giungere ad un compromesso: viaggiare tutti insieme, amiche e fidanzato.
Lui di base è una persona abbastanza sedentaria, abitudinaria, per cui raramente, se non nel periodo estivo, gli viene voglia di esplorare posti ed uscire dalla propria routine. Mentre io e le mie amiche siamo più spinte da questa voglia di avventura e di conoscere posti nuovi.
Come dicevo, non sono disposta a rinunciarci ma nemmeno ad essere egoista a tal punto da continuare a farlo soffrire, per le ragioni raccontate prima.
Qui entra in gioco però, mia sorella. Siamo quasi coetanee, ma non ha mai avuto una relazione. Mi sento continuamente giudicata dal suo modo diverso di vedere la vita, le relazioni, ma soprattutto sono invasa dai sensi di colpa, per questa mia scelta, nei suoi confronti.
Non avendo un compagno, e avendo lo stesso gruppo di amiche, prevalentemente fidanzate, è come se mi facessi carico io di tutte le sue aspettative.
Lei è delusa da questa mia decisione, ritiene che io sia stata manipolata, disapprova la mia relazione, le mie scelte, il mio voler superare le crisi di coppia che ci sono state col mio fidanzato. Mi sento costantemente giudicata da lei, e la cosa peggiore è che non so se il mio punto di vista sia sbagliato oppure no. Mi sento di averla "tradita" prendendo questa scelta, perché ciò implica il viaggiare sempre tutti insieme, e so che lei, in quanto single, non accetterebbe mai una vacanza in "3" se non in gruppo. Lei non è una persona disposta a viaggiare in gruppo, compresi i fidanzati delle mie amiche, essendo al momento l'unica single. Mi sento responsabile della sua impossibilità di viaggiare.
Mi sento intrappolata tra due fuochi, da un lato mia sorella, con le sue idee di vedere la vita, la voglia di viaggiare, e il continuo disapprovare la mia relazione, dall'altro il mio fidanzato, che non accetta più tutto ciò e col quale io vorrei costruirci poi una famiglia. Sono egoista? manipolata? non lo so.

Salve, la descrizione di chi si trova fra due fuochi mi fa pensare che si sente senza via d'uscita. Credo che in questo quadro che ha esposto prevalga l'importanza per lei di soddisfare i bisogni del suo fidanzato e di sua sorella, così anche la vacanza diventa impegnativa. Ha scritto chiaramente che si è presa carico di sua sorella, nonostante i suoi giudizi e le sue critiche... è giunta a una soluzione di compromesso coinvolgendo il suo fidanzato nei viaggi, anche se sedentario rispetto alla sua voglia di sentirsi dinamica con le amiche. Altro aspetto importantissimo è la sensazione di essere egoista se pensa a sè stessa, o manipolata se pensa agli altri. Credo che un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a sperimentare modi di essere più assertiva senza sentirsi di togliere qualcosa a qualcuno, sperimentare la relazione senza dover abbracciare per forza il punto di vista dell'altro, ma nel rispetto di ciò che più le corrisponde.
Drssa Marilisa Fiocca

Dott.ssa Marilisa Fiocca

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