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Esperienze

Su di me

Sono uno psicologo clinico. Esercito l'attività di consulenza in libera professione. Credo che l'esperienza acquisita in oltre 40 anni di attività sia...

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Formazione

  • Università di Padova

Specializzazioni

  • Psicodiagnostica
  • Psicologia cognitiva
  • Psicologia Clinica
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Tirocini

  • Ospedale Psichiatrico di Feltre
  • Fondazione Dottor Sorriso

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Il dr Campagnaro è professionista
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Dott. Luciano Campagnaro

Grazie

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Presso: Luciano Campagnaro superamento di eventi traumatici

Dottore preparato, molto disponibile e gentile.
Mette il paziente a proprio agio e ascolta con molta attenzione senza mettere fretta.
La mia esperienza è stata positiva e lo consiglio vivamente.

Dott. Luciano Campagnaro

Grazie per la recensione.

M
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Il professore è un vero professionista ed esperto. Lo consiglio vivamente, vista la sua preparazione e sensibilità

Dott. Luciano Campagnaro

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore

Domande su terapia di coppia

Salve sono una ragazza di 29 anni che sta da un anno e mezzo con un ragazzo coetaneo dove si hanno progetti futuri importanti come una convivenza e un matrimonio.
Il problema è che come in tutte le coppie si litiga, e che quando succede da parte sua vengono usate parole pesanti che a me fanno male perché uguale ad una situazione pregressa che usava il mio ex ragazzo.
Ho conosciuto il mio attuale ragazzo quando stavo ancora con il mio ex e dove aveva visto la situazione in cui ero, perché era un anno di lotte con il mio ex dove io ero annienta e quasi in stato depresso in quanto senza voglia di fare niente e apatica, non ricordo infatti cosa ho fatto il più delle volte in quel periodo ho buchi.
Il problema è appunto che ogni volta che si litiga ed escono queste parole che fanno male mi fanno pensare e dubitare del futuro con lui e di quando possano essere sincere le cose che dice, ad oggi purtroppo ho quasi la certezza che prima o poi la storia arriva al capolinea che sia ora o nel futuro remoto, perché non mi sento realmente accettata e capita da lui.
Ma sopratutto si viaggia su binari diversi io sto finendo di studiare e lui lavora altri motivi di litigio e che a mio avviso fanno vedere il modo di vivere un futuro diverso e non con gli stessi obiettivi.
Ma il problema e che io da qualche giorno a questa parte sono in confusione perché penso ad un altro ragazzo, dove ad oggi fondamentalmente a parte un quasi bacio ed esserci sentiti 2 anni fa non c’è stato altro di concreto da pensare che possa io interessare a lui.
Questo altro ragazzo per cui sono in confusione a me è sempre piaciuto, conoscendolo già da prima dell’approccio, quindi non mi è indifferente, il problema e che non so se proprio mi piace e quindi volere un qualcosa con lui, oppure è dovuto al fatto che il tempo che ci sentimmo e in cui ci fu il quasi bacio fini cosi senza nulla di fatto e quindi mi intriga solo il pensiero del poteva andare bne o male.
Inoltre questo per più di un anno ad intervalli più o meno regolari fino al 30 luglio dell’anno scorso, mi ha continuato a scrivere anche se non ha mai ricevuto mie risposte perché avevo silenziato la chat e poi non avevo più controllato.
Questo mi da da pensare che forse un minimo di interesse l’aveva se no non scrivi per oltre un anno ad una persona che non visualizza e non risponde mai ai tuoi messaggi.
Quindi da una parte vorrei provare a parlarci o riscrivergli per vedere come va, consapevole che può rispondere male o ignorarmi del tutto con giusta causa, ma anche rispondere e riprendere da dice è stato interrotto, oppure voleva una cosa giusto cosi che una volta ottenuta si chiudeva e ognuno per la propria strada.
Mi frena da una parte il fatto che ho la certezza di un qualcosa ma con dubbi dovuti a litigi, dall’altra ho l’ignoto di una cosa che magari non è mai esistita ed è stata solo nella mia mente, e quindi buttare il tutto per una cosa dettata dal un aspetto ad oggi di interesse solo fisico.
Dall’altra ho paura che mettendo che questo ragazzo abbia vero interesse per me, cercarlo ad oggi potrebbe sembrare ai suoi occhi un voler rientrare nella sua vita perché ha aperto un locale, e quindi per avere un mio torna conto personale di magari lavorare da lui o entrare in affari con lui anche se a me questa parte non interessa perché non mi interessa del locale che ha aperto ma di lui, e non per un interesse vero che potrei provare verso di lui.
Mi frena il fatto che se provassi a parlare mi direbbe sei fidanzata cosa vuoi da me, e fare quindi saltare da un burrone con rischio di farmi male per buttarmi su un qualcosa di non certo frutto possibile della mia fantasia, e lasciare un porto sicuro, in questi giorni con questo persona ci sono stati sguardi ma è finita la non so cosa fare e pensare. Se lasciare le cose cosi come stanno e continuare con il mio ragazzo, con la consapevolezza di questo rimpianto del se e che potrebbe tornare a distanza di tempo per tutta la vita, o lanciarmi nell’incertezza e provare a vedere se con quest’altra persona possono esserci possibilità o meno o è una cosa fine a se stessa.
Aiuto non so più cone comportarmj e pensare

Cara utente, impari ad accogliere la realtà. Se consideriamo cos'è che vogliamo dalla vita ci accorgiamo che ci deve essere una motivazione. Ma si tratta di qualcosa di infido perché se la nostra motivazione si basa su aspettative, risultati e conquiste da fare, allora ci sarà uno sforzo causato dal tentativo di realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissi. In termini di pratica è il premio, è solo una probabilità. Si tratta di una meta molto alta, o per lo meno noi siamo convinti che lo sia, ed è per questo che nell’intraprendere un percorso di chiarezza dobbiamo cercare di destrutturare le idee, le emozioni e i pensieri che ci siamo fatti. I nostri processi mentali ci fanno vedere questi obiettivi in termini astratti, metafisici, come un qualcosa procrastinato nel tempo. Possiamo dire invece, in parole semplici, che lo scopo della vita è di stare bene. Dentro di noi abbiamo tutto per stare bene e sentirci felici, brillanti, leggeri, pacificati, degni di ogni scelta che percorriamo nella vita. Le suggerisco di intraprendere un percorso di chiarezza emozionale. se desidera prenotare sono a sua disposizione.

Dott. Luciano Campagnaro

Buonasera, io avrei bisogno di un consulto urgente sulla problematica che sta invalidando, lentamente, la mia vita da molto tempo. L'ANSIA! Sono una persona estremante ansiosa, a livelli estremi davvero, ma oggi vorrei porre alla vostra attenzione un tipo di ansia, l'ansia della notte o meglio l'ansia anticipatoria del non dormire la notte! quando sono in posti nuovi vado in panico appena arriva la sera perchè penso subito che dovrò mettermi nel letto ed i pensieri sono :" e se non dormo? se chiudo gli occhi ed il tempo non passa? posso stare 7 ore sdraiata senza fare niente? i minuti non passano mai, tutti dormono ed io no, non passano molte macchine quindi le persone sono tutte a casa che dormono ed io che devo fare? guardo il telefono sembra che sono passate tante ore ed invece a malapena 10 minuti" tutti questi pensieri mi fanno impazzire e mi fanno venire tensioni muscolari, tachicardia, bisogno di telefonare alla gente anche alle 3 del mattino, piangere, sudare freddo. Ma, venendo al succo, tutta quest'ansia è tornata da quando lavoro in una comunità e devo fare 1 notte alla settimana di turno da sola, tutta la notte. Io so bene che fondamentalmente non devo pensarla come una notte dove dover dormire beata ma sinceramente l'idea di restare tutta la notte sveglia, da sola, su di un divano a guardare il cellulare mi fa impazzire. Oggi che è martedi 17 ottobre già pensa a domani che dovrò fare la notte e già sto male, ansia, tachicardia e sudorazione eccessiva. Appena arrivo il struttura vado in panico, finisco di sistemare le cose e mi viene il panico perchè magari è solo mezzanotte ed io già non ho più niente da fare e quindi posso sdraiarmi e l'idea di stare coricata tutta la notte e magari non dormire completamente mi fa andare in attacco di panico.. immagino che questa sia ansia anticipatoria ma sinceramente è diventata invalidante. Non mi va che questa ansia mi invogli all'abbandonare questo lavoro perchè non è giusto, anche perchè fondamentalmente è solo una notte a settimana. Alla fine penso che non dormire completamente una notte non succede nulla o no? Alcuni miei colleghi mi dicono che non dormono mai durante il turno di notte se non si riposano in dormiveglia verso le prime ore del mattino ( 3-4 del mattino) e sono tranquilli, allora perchè io devo stare così male?.. appena finisco la notte io sto 3 giorni ancora in ansia per la notte finita ed in ansia anticipatoria della notte che dovrò fare nella settimana successiva. Per rilassarmi prendo anche 2 melatonine, inoltro guardo video asmr rilassanti ma ovviamente mi aiutano all'inizio e poi stop. Vorrei che n3lla mia testa si innescasse un meccanismo diverso, quello del "dai tranquilla tanto è solo una notte alla settimana". Questa settimana dovrò fare due notti e questa cosa mi manda in panico. AIUTATEMI CON UN CONSIGLIO RAPIDO DA POTER ATTUARE NELL'IMMEDIATO. Nell'attesa di farmi aiutare da terapeuti. un aiuto per la notte che verrà

Gentile utente, tante persone che vengono a colloquio da me sperimentano la cosiddetta ansia da lavoro. Mi viene in mente un paziente che ho visto qualche tempo fa. Mi raccontava che è sempre stato un gran lavoratore e già dall’Università uno studente promettente. Poi, all’improvviso, si è manifestata questa forte ansia che lo ha condizionato sul posto di lavoro. Abbiamo indagato la sua ansia. Abbiamo compreso che il lavoro che svolgeva gli piaceva davvero. Ma l’ambiente in cui si trovava non gli consentiva di essere sereno. Le condizioni in cui lavorava per lui erano davvero insopportabili. L’angoscia che sentiva dentro di sé si è risolta nel momento in cui ha trovato un impiego presso una società straniera che gli permetteva di fare sempre lo stesso lavoro, ma con condizioni per lui più accettabili. Spesso quando una persona con cui ho lavorato sull’ansia dà a qualcun altro gli stessi esercizi che gli ho assegnato, questi si rivelano inefficaci. Perché? Perché il vestito è quello, ma va adattato a chi lo indossa. Fuori di metafora, ognuno di noi è diverso e la soluzione deve essergli cucita addosso, proprio come un vestito su misura. Le suggerisco di fissare un appuntamento per chiedere iniziare un percorso psicologico.

Dott. Luciano Campagnaro

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