Esperienze



Per me è fondamentale entrare in sintonia con il paziente sin dal primo incontro ed instaurare un rapporto incentrato sulla fiducia e sulla sicurezza. Durante la visita è mia premura illustrare e spiegare, nella maniera più semplice e comprensibile, il problema che in quel momento sta condizionando il paziente, dedicando tutto il tempo necessario.
Credo fortemente che rendendo il paziente più consapevole e sicuro si possa affrontare nel migliore dei modi il percorso diagnostico e terapeutico specifico per il paziente.
Di cosa mi occupo
Mi occupo del trattamento delle patologie della colonna vertebrale ed encefaliche.
In particolare ho avuto la possibilità di approfondire e sviluppare diverse tecniche di chirurgia mini-invasiva della colonna vertebrale e di applicare queste conoscenze alla patologia vertebrale degenerativa (ernie del disco lombari e cervicali, stenosi lombari, spondilolistesi, ecc.) ed oncologica (metastasi vertebrali, ecc.). In tale ambito ho completato la mia formazione con un periodo di formazione presso l'Unità di Chirurgia Vertebrale Degenerativa ed Oncologica dell'Istituto Rizzoli di Bologna, diretto dal Dr. A. Gasbarrini.
Inoltre, mi sono dedicato al trattamento chirurgico delle patologie cranio-encefaliche, sopratutto della patologia del basicranio ed ipofisaria. Ho maturato esperienza sopratutto nella chirurgia endoscopica endonasale della regione sellare (adenomi ipofisari, craniofaringiomi, ecc.), con l'utilizzo delle più moderne tecnologie (endoscopia 3D, esoscopia, fluorofori, ecc.) e nella chirurgia mini-invasiva dei tumori della base cranica (neurinomi dell'acustico, meningiomi, ecc.). In tale ambito, la mia formazione si è svolta prevalentemente presso l'SSD di Chirurgia del Basicranio ed Ipofisaria dell'AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, diretta dal Dr F. Zenga. Ho avuto la possibilità, inoltre, di approfondire la chirurgia endoscopica endonasale presso l'Istituto delle Scienze Neurologiche Bellaria di Bologna.
Formazione
Mi sono specializzato in Neurochirurgia all’Università di Torino presso l’AOU Città della Salute e della Scienza (Ospedali Molinette e CTO) con il massimo dei voti, lode e dignità di stampa, con i professori Alessandro Ducati, Diego Garbossa e Michele Maria Rosario Lanotte.
La mia esperienza formativa e lavorativa si è svolta anche in altri centri di riferimento italiani, in particolare a Bologna presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli e presso l'Istituto delle Scienze Neurologiche Bellaria.
Ho lavorato anche a Genova, dove ho avuto occasione di perfezionare la mia formazione in Neurochirurgia Pediatrica presso il reparto di Neurochirurgia dell’Istituto Giannina Gaslini, dove ho approfondito il trattamento della spina bifida, la malattia di moyamoya e la chirurgia dell’epilessia.
Attività di ricerca
Sono autore ad oggi di numerose pubblicazioni scientifiche tra riviste internazionali e congressi, con original articles, descrizione di tecniche innovative e di chirurgia mini-invasiva e revisioni della letteratura. Gli ambiti maggiormente trattati sono: la chirurgia vertebrale, la chirurgia oncologica vertebrale ed il trattamento "ibrido" delle metastasi vertebrali, l'endoscopia del basicranio, tecniche di neurochirurgia pediatrica.
Esperienza lavorativa
Dal 2021 al 2023 ho lavorato come chirurgo vertebrale presso la clinica accreditata con il SSN - Casa di Cura Città di Bra a Bra (CN), presso il Centro Ortopedico di Quadrante (COQ) Omegna (VB) e presso la Clinica San Gaudenzio di Novara (NV). Sono stato Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Neuroscienze "Rita Levi Montalcini" dell'Università degli Studi di Torino Cultore della materia in Neurochirurgia presso il Dipartimento di Neuroscienze “Rita Levi Montalcini” dell’Università degli Studi di Torino fino ad aprile 2023.
Da aprile 2023 a novembre 2023 ho lavorato come Dirigente Medico in Neurochirurgia presso l'Ospedale Santissima Annunziata di Taranto.
Attualmente sono Dirigente Medico presso la Neurochirurgia dell'Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Riuniti di Foggia.
Esperto in:
- Chirurgia Vertebrale
- Neurochirurgia
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334 recensioni
Punteggio generale
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C.C.
Medico vocazionale, con tanta passione per il suo lavoro, attento e competente nei minimi dettagli.
Z. D.
Professionista disponibile, attento ed empatico. Spiegazioni dettagliate e chiare. Studio medico facile da raggiungere.
Capone Francescopaolo
Il dottore Giuseppe di Perna è una persona molto preparata che ha analizzato bene la mia situazione dandomi ottimi consigli e suggerimenti. Lo consiglio vivamente
G. P.
Il dottore è stato cordiale, empatico e professionale
N.C.
Quando si entra in empatia e semplicità nelle spiegazioni risolvi il 50/x100 dei problemi. È lo specialista giusto per le problematiche per cui lavora. N.C.
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Professionale bella persona attento ad ascoltare sodisfatta
Lucia M.
Professionista eccellente...da subito il paziente è a proprio agio... spiegazione dettagliata e comprensiva.
Giovanni
Puntualità e visita accurata e dettagliata supera ogni aspettativa
Bruna Padovani
Molto disponibile e umano. Ascolta con attenzione, dà fiducia e sicurezza.
Marco Baldassarre
Sono molto soddisfatto della visita e delle spiegazioni dettagliate. Per una persona sportiva come il sottoscritto è stato molto importante comprendere la diagnosi e la cura alla quale dovrò sottopormi.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 7 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno, sono una ragazza di 39 anni e circa un anno fa sono stata operata di ernia lombare L5-S1 (migrata cranialmente e a destra) che mi provocava una sciatalgia che mi impediva perfino di stare seduta ai pasti, dopo l'intervento non ho più avuto dolori alla gamba ma persiste un dolore lombare che si presenta soprattutto nella parte sinistra, per questo il mio medico ha deciso di farmi fare una rmn di controllo per verificare che non ci fossero recidive... La rmn dice questo:
Inflessione scoliotica sinistro-convessa lombare, conservato l'allineamento dei metameri.
In L5 - S1 emilaminectomia - flavectomia destra; nel recesso laterale destro scarsi esiti fibrocicatriziali peridurali senza evidenza di residui/recidiva di ernia discale.
Ben rappresentato il tessuto adiposo periradicolare bilateralmente.
Piccoli foci di edema spongioso subcondrale, osteocondrosico, si evidenzia nei piatti corticali affrontati in L4 - L5 ed L5 - S1 a sinistra.
Iniziali segni di disidratazione gli altri dischi intersomatici che conservano profilo regolare.
Nei limiti di norma l'ampiezza del canale spinale.
Cono midollare normale per posizione, segnale e morfologia.
Cosa significa piccoli foci di edema spongioso subcondrale, osteocondrosico?
Ringrazio e porgo cordiali saluti.
Buongiorno, i piccoli foci di edema subcondrosico che riporta il collega radiologo sono la conseguenza della discopatia sulle vertebre vicine. Mi spiego meglio: le vertebre sono come dei mattoni impilati e tra una vertebra e l'altra abbiamo un disco, ovvero un cuscinetto, che serve ad ammortizzare i carichi e ad evitare che i due mattoni si tocchino fra di loro. Quando il disco inizia a consumarsi (cosa che fa parte del fisiologico invecchiamento a cui tutti, ahimè, andiamo incontro) è possibile che i mattoni si tocchino tra di loro. Questo "toccarsi" fa si che i mattoni rispondano all'insulto attivando l'infiammazione che si vede in risonanza come edema osteocondrosico.
Consideri che sul livello dove è stata operata, il fatto che parte del disco fosse erniato e quindi "fuoriuscito" ha svuotato il cuscinetto e quindi, molto probabilmente, lo ha ridotto di altezza.
Ci sono 2 cose fondamentali da puntualizzare:
1- Non è una patologia a se stante, è una spia di un processo di sofferenza da carico a livello della colonna vertebrale.
2- nelle fasi iniziali di questo processo e, sopratutto nei giovani, può essere reversibile (dipende dal grado) o comunque il processo artrosico può essere rallentato riducendo lo stress meccanico sulla colonna vertebrale
In ogni caso è importante valutare le immagini radiologiche ed effettuare una valutazione clinica per capire l'entità del problema.
Cordiali saluti. GDP

Ho 36 anni , mai avuto mal di schiena in vita mia ma di recente ho preso una decina di chili e cambiando lavoro sono a passato a vita sedentaria prolungata.
All'improvviso, (nessun episodio o sforzo particolare) mi sono comparsi forti dolori alla schiena che poi si irradiavano alla gamba.
Addirittura mi è comparso un importante idrocele (rigonfiamento del testicolo con versamento di liquido) che l'urologo dal quale mi facevo visitare mi riferiva essere comparso senza una causa ed in modo del tutto casuale..... E che non c'è un nesso tra le due cose.
Fatta una risonanza emergevano varie protrusioni ed un'ampia ernia L4 L5 S1 piuttosto marcata la quale mi sta causando svariati deficit motori e dolori progressivi via via sempre più importanti, in particolare su tutta la parte destra del corpo che è sempre più formicolante.
Mi sono state consigliate sedute di fisioterapia, ozonoterapia , chiropratica, visite da osteopata ecc... Tutte cose che però non hanno dato molti frutti, a parte piccoli periodi di lieve attenuazione del dolore ma che poi riprendevano, a volte, anche peggio di prima.
Sentiti alcuni specialisti potrebbe trattarsi di un caso chirurgico, peraltro da trattare anche in fretta, secondo altri no.... Insomma ...Possibile che una cosa, per alcuni anche "grave", sia soggettiva per la neurochirurgia ?
Dubbi che creano solo confusione, incertezza e diffidenza in generale, mentre il dolore peró aumenta ed i problemi magari peggiorano.
Ora sebbene io sappia che la soluzione chirurgica sia sempre l'ultima scelta a prescindere, vorrei capire, dato che mi è stata prospettata da qualcuni l'operazione, se comunque è salutare o deleterio continuare a farmi manovrare da osteopati o fisioterapisti ...intanto che giro tutti i neurochirurghi in Italia in cerca di risposte perlomeno "chiare" per il mio caso .
Buongiorno. Premettendo che senza una valutazione del quadro clinico, una visita clinica e la corretta visualizzazione delle immagini è impossibile rispondere con precisione alla sua domanda, cercherò di fare chiarezza con un discorso un pò più generico.
La sua domanda è assolutamente lecita. Lei giustamente si sta chiedendo se un caso possa essere chirurgico per alcuni e non chirurgico per altri. La mia risposta secca è si, quando si parla di patologia degenerativa della colonna vertebrale è abbastanza frequente che ci si trovi in questa condizione e cercherò di spiegarle il motivo tra un attimo.
Fatta eccezione per alcune condizioni particolari, per fortuna non sempre frequenti, l'indicazione chirurgica sulla patologia della colonna vertebrale è sempre una proposta. Viene abbastanza semplice pensare che se abbiamo una patologia che può essere rimossa chirurgicamente e che se non rimossa potrebbe compromettere l'aspettativa di vita di un paziente, allora viene abbastanza facile pensare che l'indicazione chirurgica è quasi mandataria.
Per fortuna però nei pazienti con patologia degenerativa (quindi su base artrosica, come l'ernia del disco, la discopatia, la stenosi lombare ecc..) l'indicazione chirurgica è fondata non sull'aspettativa di vita ma sulla qualità di vita. Come dico sempre ai pazienti, il chirurgo può fare quasi sempre un'intervento chirurgico, sulla risonanza magnetica qualcosa che si possa "aggiustare" c'è quasi sempre.
Quando un chirurgo visita un paziente deve capire se quella "alterazione" che magari si vede sulla risonanza possa essere in qualche modo associata al dolore ed alla clinica riferita ed osservata sul paziente. A quel punto, se pensa che sia correlato, spiega la possibilità del trattamento chirurgico. Ma la domanda è e deve essere: quanto questo problema impatta sulla qualità di vita del paziente? Inoltre, il paziente ha intrapreso seriamente un percorso di salute che rimuova i fattori di rischio per l'accentuazione del dolore in queste patologie (perdere dei chili se si è osservato un aumento del peso, fare regolarmente attività fisica, fisioterapia, rinforzo muscolare ecc.)? Se nonostante questo il paziente ritiene che la sua qualità di vita sia compromessa dal problema allora si deve pensare all'intervento chirurgico. Ma è una scelta che si fa caso per caso ed insieme al paziente. Questo secondo me è il motivo della soggettività che lei ha riscontrato, perché per fortuna in medicina esiste una zona di grigio in cui ci si può muovere con il paziente e decidere il percorso migliore. Spero di aver fatto un pò di chiarezza. Le auguro una buona giornata. GDP

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