Dott.ssa
Giulia Scalvini
Psicologo,
Psicologo clinico
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Desenzano del Garda 1 indirizzo
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Esperienze
Su di me
La perfezione non esiste: nessuno è perfetto, nessuna famiglia e relazione lo è, ma tutti possono trovare il proprio modo per raggiungere una nuova se...
Formazione
- Scuola di Psicoterapia Integrata di Bergamo - sede di Milano
- Università degli Studi di Bergamo - Psicologia clinica
- Università degli Studi di Verona - Scienze e tecniche psicologiche
Specializzazioni
- Psicologia Clinica
- Psicodiagnostica
Tirocini
- Centro servizi alla persona Morelli Bugna - Villafranca di Verona
- Consultorio familiare Nodi - Manerba del Garda
- Associazione per la Ricerca della Genitorialità in Evoluzione (ARGE) - Desenzano del Garda
Competenze linguistiche
- Italiano,
- Inglese
Premi e riconoscimenti
- .
Pubblicazioni e articoli
8 recensioni
Punteggio generale
Ordina recensioni per
RG
Dalla professionalità acerba, si sa distinguere e riesce a fare percepire le sue conoscenze in modo empatico.
VM
Dottoressa super capace e professionale, mi sono trovata bene immediatamente. Empatica con un’ottima capacità di ascolto, sa scegliere le parole giuste in base all’occorrenza.
PP
Mi sono trovata bene in quanto la dottoressa è molto accogliente e sa ascoltare ma fa anche le domande che creano spunti di riflessione
V.S.
Giulia è molto professionale e gentile, ascolta con attenzione e ti fa sentire subito a tuo agio.
Senza mai perdere di vista il focus, affronta ogni seduta con metodo e grande consapevolezza.
Mi sta aiutando ad uscire da un periodo molto complesso e difficile della mia vita.
Vanessa
Esperienza super positiva, ho trovato una ragazza super preparata e professionale, disponibile e molto gentile
F. M.
La dottoressa è molto umana e competente. Mi ha fatto sentire subito accolto e compreso per il disagio che le stavo portando già durante il primo incontro. Dopo qualche incontro ho iniziato a trarre serio giovamento dal mio problema di ansia. In una sola parola: grazie.
E.A.
Buona empatia, professionalità e puntualità. Consigliata
VG
Disponibile, puntuale, cortese. La dott.ssa Giulia ti mette a tuo agio dalla prima seduta; la sua grande empatia ti permette di fare un percorso concreto ed efficace nella risoluzione dei temi affrontati. Consiglio a chiunque di rivolgersi a lei!
Risposte ai pazienti
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve! Sono una ragazza di 31 anni. Ho frequentato per un breve periodo un ragazzo che ho scoperto (alla fine del rapporto) essere affetto da narcisismo patologico. Prima di arrivare a saperlo, ho fatto delle ricerche e chiesto un parere terapeutico sui "sintomi" che caratterizzano la patologia, rendendomi conto che la maggior parte di questi caratterizzano anche me. Principalmente, riconosco di essere invidiosa (non riesco ad essere felice per le gioie altrui in generale), sono molto egocentrica, devo sempre stare al centro dell'attenzione, se c'è la possibilità di specchiarsi anche in una goccia d'acqua lo faccio, quando inizio una relazione, se va tutto bene, comincio a desiderare di incontrare gente nuova e a cercare nuove attenzioni. Non parto dal presupposto di voler tradire, ma lo faccio sempre. Ogni volta che vedo che una determinata persona ha atteggiamenti diversi con me, anche di distacco, vado in escandescenza. Non sopporto l'idea che le persone possano cambiare opinione su di me o che restino delusi da me. Ho un bisogno di tenere tutto sotto controllo, se qualcosa mi sfugge mi assale uno stato d'ansia che non mi lascia più. Tutte queste cose potrebbero far pensare che io abbia un disturbo? Pensavo di essere "solo" anaffettiva, ma credo ci sia dell'altro. Grazie
Buongiorno. Può succedere di riconoscere in se stessi caratteristiche di personalità che in alcuni casi possono essere indici di patologia, ma ciò non indica necessariamente l'esistenza della patologia stessa. All'interno della relazione con gli altri succede che alcuni lati di noi stessi, solitamente magari più celati, escano fuori allo scoperto e ci facciano porre delle domande su chi siamo. Tutto va visto in base al contesto e in base alla propria storia di vita e proprio per questo le consiglio di rivolgersi ad un professionista con l'obiettivo di comprendere meglio questi aspetti di sé che le creano dubbi e sofferenza. Qual è la sua storia?
Un caro saluto, dott.ssa Giulia Scalvini
Sono fidanzata da 5 anni con la mia compagna che ha subito degli abusi da parte del padre in età infantile, intorno ai 5/6 anni.
Il ricordo degli abusi è recente è il risultato di un percorso di psicoterapia che sta affrontando da circa 1 anno e mezzo e che le ho chiesto io più volte di intraprendere in quanto da quando la conosco soffre di stati di depressione altalenanti e di senso di colpa verso qualsiasi cosa.
Sia la depressione che il senso di colpa sono migliorati negli ultimi mesi e sta cominciando a rimettere in ordine i pezzi della sua vita, io sono molto contenta di vederla rinascere ma ho preoccupazioni riguardo la nostra relazione. Dopo avere scoperto gli abusi, ha avuto una sorta di crisi in cui si è chiesta chi fosse veramente e se la sua identità sessuale ed anche i suoi gusti fossero stati deviati da ciò che ha subito oltre questo la nostra intimità è crollata a picco in pochi mesi, mentre prima era molto attiva. Non è mai stata una persona particolarmente affettuosa, ma è molto distante fisicamente e questa cosa a me fa soffrire. Le ho parlato chiedendole spiegazioni e lei dice che ha un rifiuto per il contatto fisico e che le dispiace ma non ci può fare nulla. Io non so che pensare, non so se sono io che non sono in grado di starle vicino e devo solo avere pazienza o se c’è dell’altro, vorrei avere un consiglio. Grazie
Gentile, riesco a sentire la sofferenza che prova tramite le sue parole. Stare accanto ad una persona che affronta un vissuto così traumatico è molto difficile. Ci si chiede sempre se si stia facendo la cosa giusta per l'altra persona o meno, analizzando le reazioni e i comportamenti. In questo momento la sua compagna sta presumibilmente facendo un lavoro terapeutico che mira, in mezzo a molte altre colse, a riappropriarsi del proprio corpo, un corpo che porta dei segni, i quali una volta riconosciuti, si fa fatica a non guardare. Sicuramente questo processo ha con sé la difficoltà di avere qualcuno vicino fisicamente ed emotivamente, per il fatto che la guarigione richiede uno spazio tutto a sé.
Il mio consiglio è di prendersi anche lei uno spazio che sia tutto suo, per elaborare quello che sta accadendo all'interno della sua relazione e capire ciò che potrebbe aiutare lei e/o la sua compagna. Un abbraccio e un caro augurio, dott.ssa Giulia Scalvini
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.
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