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Esperienze

Su di me

Sono la dott.ssa Giovanna Mauro psicologa a orientamento psicoanalitico lacaniano e ricevo a Ragusa o online per tutte le età.

Fu una c...

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Formazione

  • Università di Catania
  • Università di Torino

Specializzazioni

  • Psicologia Clinica

Tirocini

  • Comunità Terapeutica Assistita Cafeo srl, Modica
  • Coop. Soc. Proxima per vittime di tratta di esseri umani, Ragusa
  • Dipartimento di Salute Mentale di Modica, ASP7 Ragusa
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  • Inglese,
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Presso: Centro Carl Rogers psicoterapia

Gentile, disponibile, paziente, elastica, empatica

Dott.ssa Giovanna Mauro

La ringrazio molto.

G
Presso: Consulenza online consulenza online

La Dottoressa Mauro mi ha accompagnata con pazienza ed empatia durante tutto il percorso terapeutico. Mi ha dato gli strumenti con cui affrontare le vicissitudini di tutti i giorni. Sempre puntuale e professionale.

Dott.ssa Giovanna Mauro

Grazie della Sua recensione.

D
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Presso: Centro Carl Rogers colloquio psicologico di coppia

Attenta e professionale, mette a suo agio il paziente rendendo la visita piacevole e scorrevole


P
Profilo verificato
Presso: Centro Carl Rogers colloquio psicologico

La dottoressa si è mostrata empatica e disponibile sin da subito. La consiglio caldamente!

Dott.ssa Giovanna Mauro

Grazie molte.


S
Profilo verificato
Visita prenotata su MioDottore.it
Presso: Centro Carl Rogers psicoterapia

La dott.ssa è veramente molto attenta a tutto ciò che si racconta, aiutando a spingersi sempre oltre.

Dott.ssa Giovanna Mauro

La ringrazio molto.


R
Presso: Centro Carl Rogers colloquio psicologico individuale

La Dottoressa Mauro ha giocato un ruolo fondamentale nel mio percorso di guarigione e crescita personale durante un momento molto delicato e doloroso della mia vita. La sua competenza e professionalità sono state determinanti. Consiglierei vivamente la Dottoressa Mauro a chiunque abbia bisogno di una professionista empatica e competente!

Dott.ssa Giovanna Mauro

La ringrazio molto.


I
Presso: Centro Carl Rogers colloquio psicologico

La mia esperienza con la dott.ssa Giovanna Mauro è stata positiva. È molto cortese ed è riuscita, già nelle prime sedute, ad instaurare un ottimo rapporto di fiducia. Al livello di programmazione delle sedute è stata disponibile a venirmi incontro quando avevo necessità di spostare l'appuntamento. È sempre stata puntuale.

Dott.ssa Giovanna Mauro

La ringrazio molto.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 8 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buongiorno, mi rivolgo a voi non riuscendo più a gestire la situazione, magari un gentile parere esterno mi può aiutare a sbrogliare la matassa.
Mi ritrovo in un ambiente lavorativo dove una persona (importuna ma molto seguita e creduta dagli altri grazie alla maschera di persona buona che indossa nel pubblico) mi sta facendo rompere i rapporti con i colleghi con cui vado d'accordo solo per dimostrarmi che i miei valori di altruismo, inclusione, "amicizia", benevolenza e aiuto reciproco, sono illusori e fuori luogo.
Il gruppo di cui parlo è composto da altre tre colleghi, due donne e un ragazzo, con cui andiamo molto d'accordo e mettiamo in campo il meglio di noi stessi per poter i vivere al meglio sia sul lavoro che con la ricerca reciproca e deliziosa anche dopo lavoro, c'è una frequentazione desiderata dalla quale non abbiamo mai escluso nessuno, men che meno colei che desidera rompere i rapporti.
Purtroppo mi ha messo gli occhi addosso prima per provare a rapire la mia attenzione, non ottenendo ciò che desidera (abbiamo entrambi famiglia) rifiuta la mia amicizia al punto da farmi dispetti di ogni tipo sul lavoro, se la considero va sventolando ai quattro venti che ci provo, se non la considero va denigrandomi al punto da allontanarmi i colleghi amici, se la considero per metà ovvero trattandola come una collega qualsiasi mi chiama per rimproverarmi del ridimensionamento, inoltre maldicenze sul rapporto creatosi con la collega amica, insomma di tutto di più.
Il problema, bensì sia chiaramente lei, agli altri sta facendo credere che sia io quello che genera malumori al lavoro.. infatti noto che le persone mi stanno improvvisamente lontano anche se non abbiamo mai avuto discussioni o quant'altro. Non ho MAI avuto rapporti disfunzionali con nessuno prima d'ora (lei, anche a detta sua e di altri colleghi, già è alla terza occasione in pochi anni), vi scrivo per capire come tutelare i rapporti con i colleghi "buoni", ovvero quelli con cui i rapporti vanno a gonfie vele fintantoché non arriva lei a mettere zizzania. Direte voi che io non posso farci granché visto che le azioni altrui non dipendono da me, ma considerato che costoro dicono e agiscono come fossimo amici (so ancora riconoscere i rapporti dove ci sono anche sentimenti da quelli privi), ovvero non c'è solo un semplice rapporto lavorativo ma qualcosina di più, MA nei miei confronti quando c'è da tutelare il loro sederino nei confronti della tipa in questione, di comportano come fossero condizionati e a me da fastidio e non riesco mandar giù. Tipo, se usciamo si dicono tra loro di evitare si dire alla tipa di essere usciti con me (e mi sento come avessi la lebbra), se la tipa si comporta male (eufemismo) nei miei confronti fanno orecchie da mercante e al più mi danno la pacca sulla spalla e nulla più, se organizzano serate dell'ufficio mi escludono per la paura che la tipa non approvi, se la mia compagna subisce un intervento non dicono nulla alla tipa, se il marito della tipa subisce un intervento vengono da me a informarmi dicendomi forse è il caso di chiamarla, al tempo stesso quando da soli con me mi riempiono di attenzioni e complimenti, ancor più privatamente mi dicono di essere stato il miglior collega mai avuto, tutti mi hanno fatto nel tempo tantissimi complimenti manifestandomi tanta vicinanza anche nei momenti difficili personali (fuorché con la tipa). Insomma, se non c'è l'ombra della tipa si lasciano andare, se qualcosa può turbare la tipa allora stanno attenti a cosa fanno. Ho provato a parlare con la tipa ma mi ha risposto che non ha nulla da dirmi. Ho provato a parlare con i miei "amici", una mia ha dato ascolto asserendo che la tipa ha qualche problema (ma avendo nelle apparenze sempre un comportamento corretto con loro, non possono al tempo stesso lamentarsi di nulla), gli altri due hanno risposto sono problemi suoi non ci voglio entrare. Io mi trovo in questa situazione che non mando giù, il rapporto tra noi è piacevole e può continuare SOLO SE io rispetto la loro volontà di pararsi il sederino. Quindi devo continuare a prendere mazzate dalla tipa (dispetti emotivo e lavorativi oltre maldicenze etc) e al tempo stesso continuare a vivere il rapporto con loro in quel modo, se qualche volta li ho messi con le spalle al muro nel senso facendo capire che non è giusto nei miei confronti, alcuni di loro hanno fatto bye con la manina. Quello che vi chiedo, è giusto secondo voi? C'è qualcosa che io possa fare affinché la matassa si sbrogli? O l'unico passo da fare è dire anche io bye e cambiare nettamente percorso, passando io per il "cattivo" della situazione, avallando peraltro la maldicenza della tipa? PS. un avvocato mi ha consigliato di denunciare gli atti persecutori raccogliendo testimonianze, che inevitabilmente romperebbero ulteriormente i rapporti con i colleghi "amici".
Grazie, Federico.

Gentile Federico,

La parola può risultare miracolosa in certi casi, e può "sbrogliare matasse" meglio di qualunque altra cosa se fatta circolare in tutto il gruppo nello stesso momento (intendo dire, alla presenza della persona in questione, oltre che dei vostri colleghi).
Se a proposito dei Suoi colleghi Lei però dice che "il rapporto tra noi è piacevole e può continuare SOLO SE io rispetto la loro volontà di pararsi il sederino", sembra emergere che questa persona abbia un potere in più nel vostro contesto lavorativo, cioè che sia in qualche modo gerarchicamente più in alto e possa risultare dannosa ai colleghi se contraddetta. In questo caso, diffondere le "maldicenze" sul Suo conto, sapendo in questo modo di allontanarLa dagli altri che devono necessariamente difendersi per non avere svantaggi lavorativi, è una forma di abuso di potere che sfocia nel mobbing. Il fatto che Lei si sia rivolto ad un avvocato mi aiuta a capire che anche Lei ha questa ipotesi.
Dato che comunque Lei è preoccupato di perdere degli amici una volta trovatosi nella necessità di tutelare Se stesso, Le domanderei: quanti di questi "amici", che Lei mette tra virgolette nell'ultima frase, hanno la forza uscire dalle virgolette per aiutarLa a tutelare la Sua serenità lavorativa?

Le auguro di risolvere questa situazione difficile e di trovare tra i suoi colleghi degli amici senza virgolette.

Dott.ssa Giovanna Mauro

Salve, scrivo riguardo alla mia relazione che dura da due anni.
Purtroppo da un anno a questa parte accuso sempre più la mancanza di tempo, conviviamo, lui è infermiere. Manca tutti i giorni e il fine settimana è libero, o quasi, e quando è a casa dorme tutto il tempo e non facciamo mai nulla di nuovo insieme. Ho provato a parlargli più volte ma le risposte sono state sempre le stesse: “Ho un mutuo da pagare”, “non capisci che le priorità nella vita sono altre”, “purtroppo devo fare così per togliermi subito delle spese”, ecc…
Gli ho fatto capire la mia comprensione, ma io sono sola tutto il tempo (al momento non lavoro), l’anno scorso siamo stati per la prima volta in vacanza ma ha dormito tutto il tempo. Aggiungo che ho vissuto quasi 10 anni all’estero e ho mollato tutto per stare con lui, siamo dello stesso paese e andavamo a scuola insieme.
Ultimamente quando gli parlo del lavoro inizia ad alterarsi e addirittura mi dice di sparire e di non farmi sentire, io rispetto la sua decisione sperando che sbolle ma non otteniamo grossi miglioramenti, e questo continuo allontanarsi mi crea tanto disagio psicologico. Sono appena uscita da un percorso psicologico e ho trattato anche questo argomento, ma continuo a sentirmi sbagliata e quando provo a chiedere un parere esterno mi dicono di trovarmi un impegno, di capire la situazione per via del mutuo, e altri che mi dicono che il tempo non lo restituisce nessuno e se non mi sta bene di lasciarlo.
Io non riesco, sembra quasi che lui stia facendo così in modo che sia io a lasciarlo. Non mi sento mai dire da parte sua che mi capisce, io sono sola e lontana dalla mia famiglia e dagli affetti e mi sono chiusa tantissimo, non mi sento amata, e ho paura di avere un futuro (anche se desidero dei bambini) perché non so se potrei contare sul suo appoggio.

Cordiali saluti.

Gentile utente, La Sua frase è interessante: "sembra quasi che lui stia facendo così in modo che sia io a lasciarlo". Relativamente a questa Sua ipotesi, la riflessione che farei fossi in Lei è "Perché non voglio farlo?".
Leggo le definizioni che fa di Sé: è "sola", "lontana dalla famiglia", che lui "non La capisce", non si sente amata, si sente "sbagliata", ha "paura di avere un futuro". Allora, ascoltando le parole che Lei ha scelto per descrivere la Sua situazione psico-emotiva, direi che forse può far Sua la frase del Suo compagno: “le priorità nella vita sono altre”, e iniziare a valutare che forse Lei e questa persona non condividete al momento le stesse priorità, e che andare incontro alle priorità di questa persona sta però limitando le Sue.
Si tratta certamente di un'analisi dolorosa che potrebbe comportare una grossa perdita, se, come dice Lei, "ho mollato tutto per stare con lui". Se quello che ha "mollato" però sono anche le Sue priorità, che partono dalla Sua idea di "un futuro", potrebbe rendersi conto che è il momento giusto per "riacciuffare" quel tutto che ha "mollato". Potrebbe capitare però che per acciuffare qualcosa, se ne debba lasciare andare un'altra.
Mi auguro che possa ritrovarsi.

Dott.ssa Giovanna Mauro

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