Dott.ssa
Gabriella Caracciolo
Psicologo,
Psicologo clinico
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Caserta, Lusciano 3 indirizzi
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Specializzata in trattamento ABA - psicologa ad orientamento sistemico relazionale
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Su di me
Sono la dottoressa Gabriella Caracciolo, psicologa, iscritta all' Albo della Regione Campania, ad orientamento sistemico relazionale.
A...
Patologie trattate
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- Università degli studi Luigi Vanvitelli
- Iter- Istituto di terapia sistemico relazionale
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C.M.
Sono in terapia con la dottoressa d aun paio di mesi, ho iniziato questo percorso con mio marito per alcune problematiche e devo dire che ad oggi il percorso sta procedendo, anche se è preso, inizio a vedere che la comunicazione tra noi st a migliorando
È puntuale, empatica e molto dolce
Consiglio
A. Z.
Dottoressa straordinaria. Umile, disponibile, empatica, estremamente attenta e scrupolosa.
M.A.
Mi sono sentita ascoltata e compresa, la dottoressa mi ha permesso di affrontare le mie difficoltà come non ero ancora mai riuscita a fare. Sono molto soddisfatta del percorso che sto seguendo con lei.
G.A.M.
Professionista che non lascia nulla al caso, cercando di approfondire accuratamente ogni minuziosità del pensiero più recondito.
Diretta ed esplicativa nelle sue vedute, rende il confronto sempre vivo, lasciando una amara sensazione di "cose non dette" (che sono inevitabili quando un'ora è troppo poca per addentrarsi nei vari sottoinsiemi del nostro quotidiano). Empatica e disponibile, precisa negli appuntamenti concordati. La consiglierei a chiunque volesse approfondire la conoscenza di sé, anche e soprattutto in relazione agli altri.
Dott.ssa Gabriella Caracciolo
La ringrazio e le auguro tante belle cose. Tante nuove consapevolezza e possibilità
VC
L'incontro con la psicologa Caracciolo è stato un vero e proprio punto di svolta per me. La dottoressa Caracciolo ha saputo creare un ambiente di fiducia e comprensione fin dalla prima seduta, mettendomi immediatamente a mio agio. Attraverso il suo approccio empatico e le sue competenze impeccabili, ho trovato la forza di affrontare e superare le mie sfide più profonde. Grazie!
E.E.
Precisa, professionale, disponibile e soprattutto per niente venale. Esperienza positivissima per un percorso importante.
Giovanna Cerullo
Abbiamo conosciuto la dottoressa per caso,all inizio molto titubanti per la sua giovane età (quasi da liceale) ma ci siamo ricreduti, anzi proprio la sua aria acqua e sapone ci ha messo a nostro agio e siamo molto soddisfatti per il suo aiuto... Straconsigliamo per puntualità, cordialità empatia,umanità e disponibilità.
Dott.ssa Gabriella Caracciolo
Signora, grazie mille
Quando “l’età è solo un numero”, si dice il vero! La passione e la determinazione fanno tanto!
Ps fortunatamente sembro più giovane di quel che sono, speriamo duri anche nel tempo
I.R.
La dottoressa mi ha messo subito a mio agio, mi ha fatto sentire accolta e al sicuro. Non vedo l'ora di continuare il nostro percorso insieme,dopo due sedute mi sento già molto meglio! Consigliatissima
Dott.ssa Gabriella Caracciolo
Ed è quando si sente di stare meglio che si scopre di essere solo al principio, ma sono certa che con la sua determinazione e voglia di riscoprirsi diversa da quello che sempre si è attribuita, riuscirà nell'impresa.grazie di essersi affidata
I.S
Dottoressa empatica, gentile, dolce e sempre pronta ad ascoltarti senza mai giudicare.
Grazie a lei, sono riuscita ad acquisire molta più sicurezza in me stessa.
Esperienza positivissima.
Dott.ssa Gabriella Caracciolo
Grazie a lei, le ho solo offerto tante visioni diverse e lei ha messo in pratica quel modo diverso di vedere. A presto
Risposte ai pazienti
ha risposto a 49 domande da parte di pazienti di MioDottore
Salve, ho bisogno di un consiglio nella gestione del rapporto col mio compagno. Ho 43 anni, vivo in Calabria e da 5 convivo con un uomo, divorziato e con una figlia adesso di 11 anni. Da circa 1 anno viviamo in casa di proprietà: l’acquisto della casa l’ho fatto principalmente io, il mutuo è a nome mio e lui ha partecipato solo per le spese notarili.
La parte economicamente più forte sono io, infatti le spese gestionali della casa dipendono soprattutto da me, lui partecipa solo nella rata del mutuo, anche perché deve sostenere il mantenimento della figlia.I primi tempi di convivenza, 5 anni fa, erano abbastanza tranquilli, nonostante lui avesse un pregresso importante, un matrimonio e una figlia. Io ho accettato la situazione senza mai crearmi problemi. Fin da subito c’erano dei meccanismi che non ritenevo “sani”, come il fatto che la bambina dormisse con suo padre nel lettone, io andavo sul divano anche se lui mi chiedeva di dormire con loro ma non lo ritenevo corretto. Alla fine ho comprato una stanzetta per la figlia e la cosa è rientrata nella normalità. D’altro canto la bambina, che la maggior parte dell’anno vive a Roma con la madre e il compagno di lei, era abituata ad avere i suoi spazi quindi il “problema “ si creava quando veniva da noi.
Col tempo si sono però creati dei comportamenti di routine che non riesco più ad accettare e vorrei capire se sto sbagliando o devo iniziare a mettere dei paletti nel nostro rapporto a due.
Noi lavoriamo tutto l’anno, non abbiamo molte libertà se non il sabato e la domenica e i 15 giorni di ferie estive che in genere faccio coincidere con i suoi. Non facciamo viaggi, raramente usciamo per andare da qualche parte, soprattutto per questioni economiche perché poi so che la maggior parte delle volte dovrei pagare io, dato che la sua situazione economica è abbastanza precaria, e io o pago le ingenti spese di casa o il resto, pertanto si evita.
La sua famiglia, mamma papà e fratello, pur restando abbastanza in disparte dal nostro rapporto di convivenza, è comunque “ingombrante “, lo trattano come il principino di casa e in mia presenza non lesinano comportamenti di accudimento esagerati che onestamente mi fanno sentire molto a disagio. Capita anche che torno dal lavoro e mi ritrovo il fratello in casa, che non si limita a stare 10 minuti ma ore. Mi rendo conto che ci sono differenze culturali enormi, ma per amore di lui ho sempre fatto buon viso a cattivo gioco, anche perché sono una persona molto rispettosa.
Lui trasferisce questo modus operandi familiare anche nel rapporto con sua figlia, che è accontentata in tutto. Mi rendo conto che le occasioni di vederla sono poche, ossia quando lei scende per le feste o nel periodo estivo. Proprio per questo non ho mai creato alcun tipo di problema sulle visite. Tuttavia vorrei essere presa un po’ più in considerazione rispetto a certe decisioni, alla fine viviamo sotto lo stesso tetto e non mi si chiede mai se per me va bene che la figlia venga un giorno piuttosto che un altro. Si dà per scontato che tutto mi possa andare bene. Adesso la bimba è giù per l’estate, quindi automaticamente tutti i fine settimana nonché i 15gg di ferie del padre li trascorrerà con noi. Capita anche, durante la settimana, che la bambina trovandosi dalla nonna materna con la quale si scoccia, chiami il padre per andarla a prendere subito dopo il lavoro. Pertanto io esco da lavoro, voglio andare a casa a rilassarmi e 10 minuti dopo mi giunge il messaggio di lui che mi comunica che sta andando a prendere la figlia. Recentemente abbiamo avuto una discussione: gli ho chiesto se, almeno per adesso che stiamo ancora lavorando, la figlia può andare a prenderla il sabato mattina anziché il venerdì pomeriggio, così io posso organizzarmi e avere un attimo di pace dopo il lavoro invece di tornare a casa sistemare tutto per il suo arrivo. La risposta è stata che la mia richiesta non è di suo gradimento e che la figlia viene prima di tutto (per inciso, in 4 anni che la bimba vive a Roma lui non ha mai preso un treno nel weekend per andare a trovarla, sempre per questioni economiche).
In conclusione, mi sento ospite in casa mia, il nostro rapporto si riduce a una mera convivenza, lui non condivide con me le decisioni, che rimangono di sua esclusiva competenza e io non ho nemmeno il diritto di esternare un disagio, una richiesta o una necessità. Tutto è subordinato alle sue esigenze, a quelle della bambina, della sua famiglia…sto seriamente mettendo in discussione la natura del nostro rapporto.
Non so davvero cosa fare.
Grazie
Salve gentile utente e grazie per la condivisione
Sento forte questo senso di frustrazione dipeso dalla situazione e dalla difficoltà a capire come agire per potersi riappropriare dei suoi spazi.
Spesso in un rapporto si creano delle abitudini, che diventano così radicate da diventare normalità e la richiesta di un cambiamento, non sempre viene accolta positivamente
Lei parla di una modalità familiare che il suo compagno ha, basata sull’accudimento, modello che sembra esserci e ripetersi non soltanto nel rapporto che il suo compagno ha verso sua figlia, ma che in qualche modo sembra ripetersi anche tra voi due, quando capitano situazioni di tipo economico e affettivo l, rispetto a rinunce, decisioni e situazioni.
Questo quindi diventa uno schema ripetitivo e predominante anche nel vostro rapporto.
È certamente una situazione delicata. Mi viene da chiederle, come mai, come il papà corre verso la figlia annoiata, lei corre soesso in soccorso dei bisogni del suo compagno?
come quando qualcuno accede ad una stanza, sicuro di poterne uscire, ma quella porta dietro di sè si chiude e dà accesso a tante altre: c’è sicuramente qualcosa, che con volontà da entrambe le parti, si può fare
Sento sia necessario concedere a questa storia un giusto spazio.
Resto a sua disposizione, anche online
La saluto cordialmente
Dott.ssa Gabriella Caracciolo
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Buongiorno, come si fa a scegliere l'orientamento di uno psicologo? Ho visto dei video in cui dicono che è importante scegliere bene perché ce ne sono tanti, ma in nessuno si spiega come procedere con la scelta. Ho molta confusione a riguardo.
Grazie a chi risponderà
Gentile utente buona sera e grazie per la sua richiesta molto interessante.
Ogni approccio tratta delle difficoltà con strumenti e modalità diverse, ma con l’obiettivo di essere di aiuto e supporto, partendo dalla motivazione della richiesta del paziente stesso.
Quello che posso suggerirle è di non basarsi solo su una definizione, questo rischierebbe anche di creare un’idealizzazione rispetto a ciò che si aspetta dalla terapia, quanto piuttosto di fidarsi del suo istinto e della sensazione che le suscita il terapeuta o la terapeuta che poi sceglierà
La saluto cordialmente
Dott.ssa Gabriella Caracciolo
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