Sono una ragazza di 25 anni, ho avuto una relazione con un ragazzo poco più piccolo di me. Fin dall’

5 risposte
Sono una ragazza di 25 anni, ho avuto una relazione con un ragazzo poco più piccolo di me. Fin dall’inizio la nostra sessualità era molto “atipica” nel senso che io avevo l’impressione che la mia persona, la mia “sensualità”, il mio essere, non attecchisse su questo ragazzo. Durante i rapporti non c’era emotività (da parte sua), tendenzialmente voleva avere rapporti solo quando la decisione partiva da lui, è capitato delle volte che ho preso iniziativa anche comprando abiti o accessori vari, ma in quelle situazioni tendeva a soffrire ancora dippiù di ansia da prestazione. All’inizio gli feci anche delle battutine sul fatto che mi piacesse l’aggressività, ma lui disse che queste cose non rientravano nei suoi gusti e lasciai perdere; per me la sessualità si può vivere in tutti i modi basta che sia creativa. Spesso aveva dei problemi di disfunzione erettile o difficoltà a mantenere l’erezione. Una volta mi ha detto che ero io il problema, che non gli piaceva come “facevo le cose” (chiarisco che lui aveva degli orgasmi, che spesso provocavo direttamente io) , per poi scusarsi e dirmi che era un tentativo di attribuirmi la sua insicurezza. Dopo un po di tempo che i conti non mi quadravano, insistevo per capire quale fosse la reale natura dei suoi problemi e lui mi confessó di avere delle parafilie sessuali, che riguardavano anche animali morti e altre cose di questo genere. Nonostante tutto questo lui per molto tempo mi ha detto che era la prima volta che riusciva ad avere una sessualità continuativa, che provava cose con me che non aveva mai provato, che ha sperimentato degli orgasmi super intensi e così via. Un giorno stava tentando l’approccio sessuale ma io avevo un forte mal di stomaco, gli dissi no, ma lui fece comunque quello che aveva preventivato, io rimasi immobile, poi mi arrabbiai, a posteriori mi disse che lo aveva fatto per me perché il sesso “fa passare i dolori fisici” e questa cosa l’avevo detta io un giorno a caso leggendo un post di sessuologia, ma si riferiva al mal di testa. In quella situazione ho notato un’eccitazione diversa da parte sua. Ad ogni modo ho cercato di passare sopra a queste problematiche e di avere un atteggiamento comprensivo. Una mattina stavo tentando l’approccio sessuale, a lui non funzionava, si arrabbió, con se’ stesso. La sera aveva scritto un testo in cui spiegava di nuovo le sue problematiche, dicendo che gli piacevano schiaffi, soffocamenti e cose del genere (cose che io non avrei minimamente rifiutato, nelle relazioni precedenti ho vissuto situazioni molto più atipiche e “umilianti” parlando di simulazione sessuale). Inoltre faceva leva sul fatto che la mia “dedizione” la mia “passionalità” lo portasse a non mettere in atto queste “perversioni”. Quella sera mi arrabbiai perché era l’ennesima cosa in contraddizione con le precedenti (premetto che lui non mi ha nemmeno mai dato uno schiaffetto durante il sesso), gli chiedi se per essere a conoscenza di tutto ciò si fosse eccitato più con altre ragazze e lui mi rispose di sì (ragazze che aveva sempre descritto con atteggiamento indifferente e privo di qualsiasi interesse, come se fossero degli oggetti) descrivendomi dettagliatamente una situazione in cui una ragazza stava provando forte dolore per il sesso anale (premetto che io non glielo avevo mai “concesso” proprio per i problemi di mantenimento di erezione di cui soffriva) ma gli disse di continuare per portarlo all’orgasmo ( ennesima informazione contraddittoria poiché aveva sempre detto che quelle che si prostravano per lui gli facevano passare ogni fantasia sessuale). Dopo aver ascoltato questa cosa dal mio partner, nettamente contrastante con le informazioni precedenti, mi sentii umiliata, mi arrabbiai moltissimo, sentii un dolore enorme ed un vuoto dentro, gli dissi che non avrei potuto mai più avere un rapporto sessuale con lui e sparii dalla sua vita. Chiarisco che io ho avuto diverse relazioni ed esperienze sessuali, ho avuto le mie classiche insicurezze legate anche a degli abusi che ho subito in passato, ma non ho mai ricevuto dei commenti del genere da parte di un partner; anzi, molto spesso ho mantenuto con loro delle relazioni esclusivamente sessuali dopo aver terminato la relazione romantica. Ad ogni modo da quel giorno lì continuo ad interrogarmi sulla mia sessualità, mi sento inadeguata, ho un pensiero ossessivo, penso di essere io sbagliata, di non essere abbastanza, di non essere piacente, nonostante di fatto questa sia l’unica situazione in cui mi sia successa una cosa così, credo che tutto ciò mi abbia traumatizzato.
Buonasera, posso comprendere il suo dolore e la fatica con cui ha affrontato tutto questo.
La risposta credo sia proprio nell'ultima riga: porta i segni di esperienze che l'hanno traumatizzata e, come spesso succede nelle "vittime", persistono pensieri auto-svalutanti e di colpevolizzazione.
Sarebbe opportuno prendersi cura di queste ferite.

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Buonasera, mi pare di poter dire che non ci sia in assoluto un problema di tipo prestazione quanto piuttosto ci sia stato un problema di tipo "relazionale". Purtroppo però queste situazioni rischiano, in presenza di qualche fragilità, di generare un effetto "mirroring" che andrà a compromettere le relazioni future. Credo di poter dire che un breve percorso di riassestamento la situazione possa risolversi con grande soddisfazione. Grazie
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Buongiorno, il trauma degli abusi passati si è riattivato in questa relazione con vissuti di inadeguatezza, che persistono. E' giunto il momento di rielaborare la sofferenza passata collegata all'attuale, chieda il supporto di uno psicoterapeuta in questo percorso verso il suo benessere. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Gentilissima, leggendo la sua storia arriva molta sofferenza e molta confusione. Non sembrano essere stati ascoltati né i suoi desideri, né i suoi limiti, superati con motivazioni apparentemente razionali. Il dolore per non essere stati considerati nei propri bisogni, però, resta, al di là di qualsiasi possibile convincimento razionale. Sembrerebbe che sia stata portata lentamente all'estremo della sua capacità di sopportazione, quando dei dubbi su di sé avevano già avuto modo di instaurarsi. Penso che possa valere la pena che lei faccia un lavoro su di sé, per elaborare questi vissuti traumatici e valorizzare la creatività e le risorse che questi stanno mettendo a repentaglio. Le faccio i miei migliori auguri e resto a disposizione. Cordialmente,
Dott.ssa Chiara Soligo
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Gentilissima,
Come diceva (parafrasando) Freud spesso i traumi non elaborati si ripresentano sotto altre forme ed in maniera inaspettata… lei probabilmente non si è sentita vista come persona, al di là della sessualità e rispettata nei suoi bisogni e questo può generare un senso di inadeguatezza.
Le consiglierei un buon lavoro su di sè visto che è molto giovane, affinché ri-acquisisca nuove consapevolezze.
La saluto cordialmente con una frase che mi piace “se gioventù sapesse, se vecchiaia potesse..”, rimanendo a disposizione anche online.
Saluti
Dott.ssa Teresa Colaiacovo

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