Sono una donna di 45 anni svolgo il lavoro di infermiere, presso usl 2 umbria Foligno, sono portatri

7 risposte
Sono una donna di 45 anni svolgo il lavoro di infermiere, presso usl 2 umbria Foligno, sono portatrice di due ernie cervicali che portroppo sono aumentate di volume creandomi problemi agli arti superiori è consigliabile eseguire un intervento chirurgico?
L'indicazione chirurgica corretta si fa sulla base della valutazione dei sintomi, soggettivi ed obiettivi, dello stesso paziente. E' buona norma infatti operare un paziente e non una lastra, e ricordarsi sempre di questa massima! Da ex paziente (anch'io sono stato operato di fusione cervicale) e da chirurgo che ha operato oltre 400 casi di ernia cervicale, voglio tranquillazzare il potenziale paziente: l'eventuale intervento è intervento di difficoltà medio-bassa per un neurochirurgo di esperienza, ed i suoi risultati sono molto buoni (se correttamente eseguito)

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Cara collega, concordo con il collega per la necessità di correlare i sintomi ai segni clinici oggettivi di una visita specialistica. Mi permetto di aggiungere che la gravità dei segni oggettivi ( dolore e formicolio soltanto ,piuttosto che debolezza progressiva associata degli arti superiori ed eventuali altrettanti ,anche se sfumati ,segni agli arti inferiori , nonché modifiche nella capacità e frequenza di urinare) la loro durata temporale , la correlazione ai dati di RMN e l'ulteriore aiuto di esami strumentali quali l'esame EMG ( elettronico grafico) e/o PESS/PEM (potenziali evocati somatosensitivi/motori )sono a mio avviso una adeguata risposta ai suoi dubbi relativamente al quadro da lei descritto. Se ci fossero i margini di sicurezza sufficienti ( conferma della sofferenza radicolare corrispondente con gli esami sopra descritti e soprattutto la conferma di una fase ancora irritativa e non compressiva) si potrebbe prima ipotizzare un trattamento percutaneo.Ci aggiorni.
Bisogna capire se i dolori agli arti superiori sono di origine neuropatica o miofasciale. Nel primo caso si può valutare l'opportunità di un trattamento chirurgico (con tecniche mininvasive), nel secondo sarebbe da favorire un trattamento conservativo-fisiatrico
La patologia del rachide cervicale è assai infida in quanto esiste una fase della malattia (sia per stenosi del canale con osteofitosi, la patologia più frequente, sia per vera ernia discale in colonna sostanzialmente sana) in cui i sintomi sono sfumati e discontinui. Penso che una semplice brachialgia non necessiti di intervento senza avere prima provato un lungo periodo di immobilizzazione con collare giorno e notte.Se invece sono presenti sintomi motori e specialmente iperreflessia osteo-tendinea ai quattro arti, y spesso solo agli inferiori, associati ad un quadro radiologico convincente, l'intervento, eseguito da chirurgo con sicura esperienza, è certamente indicato. Lo studio EMG degli arti superiori e i Potenziali Evocati agli inferiori possono dare ulteriori elementi di conferma.
Deve prima eseguire tutta una serie di esami strumentali per accertare obiettivamente quanto queste ernie cervicali stiano compromettendo o meno le fibre nervose viciniori. Accertato che lei ha siocuramente effettuato già una risonanza magnetica, le suggerisco vivamente di eseguire quanto prima una elettromiografia degli arti superiori per quantificare il danno neurologico e quindi stabilire tempi e modi di un eventuale approccio neurochirurgico.
L'indicazione all'intervento la si può dare solo valutando direttamente il caso. Se l'ernia cervicale produce sintomi agli arti superiori è molto probabile che la soluzione sia quella chirurgica.
Cordialmente
Buongiorno, la scelta di intervento chirurgico dipende dalla sintomatologia associata alle ernie. Per protocollo comunque si consiglia di ricorrere in primis a metodiche non invasive ed in ultima istanza ad intervento chirurgico.

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