Se si ha un tumore alla prostata la sonda può provocare nel tempo una diffusione ad altri organi per
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Se si ha un tumore alla prostata la sonda può provocare nel tempo una diffusione ad altri organi perché la di va smuovere?Ho timore e vorrei cortesemente un vostro consiglio.Cosa si può fare per controllare il tumore ?
Di quale sonda parla? Un tumore prostatico ha tre soluzioni possibili in base alla consistenza del tumore nella prostata e alle possibili diffusioni metastatiche presenti. Per tumori per delimitati intraprostatici si può usare la HIFU e/o la radioterapia focale. Per tumori che coinvolgono l'intera prostata senza evidenti metastasi va fatta la prostatectomia radicale. Se ci sono già metastasi si potrà agire con la prostatectomia radicale e la radioterapia con le sue diverse tecniche e con la ormonoterapia/chemioterapia.
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Salve. La sua domanda non è chiaramente interpretabile, provo tuttavia a darle una risposta in base a ciò che posso intuire le prema di capire: nessuna procedura diagnostica (tramite sonda transrettale, sia ecografica che bobina endorettale nel caso della risonanza magnetica 1,5 T, sia come Diagnostica che come guida per procedure bioptiche che siano transrettali o trans perineali) provoca insemenzamento, ovverosia la diffusione di cellule tumorali al di fuori della prostata, in nessun caso. Questo glielo posso garantire.
Tuttavia, se un tumore è particolarmente aggressivo e questo lo si valuta con l’esame istologico (sulla scorta ovviamente di una biopsia), in base al grado di Gleason, più è alto e più la neoplasia ha potenziale metastatico, o al momento della diagnosi poiché è tardiva o perché la terapia di primo acchito (prostatectomia radicale o radioterapia) non è stata risolutiva, può capitare con il passare del tempo che le cellule tumorali dalla prostata vadano a proliferare e a creare danni in altri organi. Tutto ciò dipende unicamente dalla biologia, dalla natura stessa del tumore, giammai da eventuali indagini diagnostiche o terapie messe in atto per identificare e/o trattare il cancro della prostata. Infine, quando i tumori maligni sono localizzati/organo-confinati, quindi non hanno creato danni in altri organi, l’obiettivo terapeutico primario è sempre quello di raggiungere una completa guarigione (e le modalità sono quelle suddette dell’intervento o della radioterapia), mentre quando hanno già dato delle metastasi in altri organi, si prova a controllare la malattia senza tuttavia mai riuscire a guarirla completamente ed avendo spesso delle problematiche legate alla localizzazione delle metastasi e un accorciamento della prognosi di vita; per capire quale situazione ci si trova ad affrontare, si fanno gli esami di stadiazione come la tac con il mezzo di contrasto, la scintigrafia ossea ed in alcuni casi la PET. Spero di aver chiarito quantomeno in parte i suoi quesiti, resto a disposizione. Cordiali saluti.
Tuttavia, se un tumore è particolarmente aggressivo e questo lo si valuta con l’esame istologico (sulla scorta ovviamente di una biopsia), in base al grado di Gleason, più è alto e più la neoplasia ha potenziale metastatico, o al momento della diagnosi poiché è tardiva o perché la terapia di primo acchito (prostatectomia radicale o radioterapia) non è stata risolutiva, può capitare con il passare del tempo che le cellule tumorali dalla prostata vadano a proliferare e a creare danni in altri organi. Tutto ciò dipende unicamente dalla biologia, dalla natura stessa del tumore, giammai da eventuali indagini diagnostiche o terapie messe in atto per identificare e/o trattare il cancro della prostata. Infine, quando i tumori maligni sono localizzati/organo-confinati, quindi non hanno creato danni in altri organi, l’obiettivo terapeutico primario è sempre quello di raggiungere una completa guarigione (e le modalità sono quelle suddette dell’intervento o della radioterapia), mentre quando hanno già dato delle metastasi in altri organi, si prova a controllare la malattia senza tuttavia mai riuscire a guarirla completamente ed avendo spesso delle problematiche legate alla localizzazione delle metastasi e un accorciamento della prognosi di vita; per capire quale situazione ci si trova ad affrontare, si fanno gli esami di stadiazione come la tac con il mezzo di contrasto, la scintigrafia ossea ed in alcuni casi la PET. Spero di aver chiarito quantomeno in parte i suoi quesiti, resto a disposizione. Cordiali saluti.
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