Se asportato un glioma al 90% che probabilità di sopravvivenza ha l'ammalato?

3 risposte
Se asportato un glioma al 90% che probabilità di sopravvivenza ha l'ammalato?
 Aldo Spallone
Neurochirurgo
Roma
Effettivamente sapere il grado istologico è necessario per rispondere correttamente alla domanda. Però va detto che: a) la radicalità chirurgica (sempre apparente in quanto questi tumori hanno comunque la caratteristica di riprodursi localmente senza però metasiatizzare), dimostrata con una TC o con una RMN con contrasto effetuata immediatamente dopo l'intervento, è il fattore prognostico positivo più importante, cioè rappresenta l'arma terapeutica più efficace. b) Chi opera deve bilanciare il rischio di danneggiare una zona funzionalmente importante del cervello con la necessità di essere quanto più radicale possibile nell' asportare il tumore, per la ragione sopra detta. In questo senso la moderna neuroimmagine, la stimolazione funzionale durante l'intervento, ma, soprattutto, l'uso della tecnica dell'"awake surgery", cioè della chirurgia effettuata con il paziente sedato ma coscente, rappresentano quegli elementi di sicurezza per giungere al risultato desiderato

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Dott. Otello Poli
Neurologo, Medico legale, Terapista del dolore
Roma
Concordo pienamente con quanto esposto dal Prof. Aldo Spallone. La istologia del processo espansivo, la radicalità dell'asportazione, la valutazione tra rischio (di produrre lesioni chirurgiche parzialmente ovviabili mediante studio neurofisiologico intra-operatorio), Ed in particolare adottare un approccio chirurgico del tipo "awake neurosurgery", consentono da un lato una valutazione del tempo di recidive dall'altro la chance circa il miglior risultato ottenibile dal trattamento.
le puntualizzazioni precedenti sono corrette, ciononostante usualmente con tale diagnosi viene definito il glioblastoma di IV grado che è patologia non focale ma diffusa dell'encefalo. In relazione alla sopravvivenza dopo l'intervento questa è ormai consolidata tuttavia la patologia, proprio in relazione al grado di malignità, si ripresenterà con intervalli più brevi in relazione al grado più alto (IV). La recidiva è mediamente attesa tra i 6 mesi e l'anno, se più a breve non trova nuova indicazione chirurgica mentre se più tardiva può essere nuovamente operata. l'aspettativa di sopravvivenza è direttamente correlata alla percentuale di asportazione essendo la migliore soluzione l'asportazione completa (soltato macroscopica) la radioterapia e la chemioterapia.

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