Salve, Sono uno studente di Architettura, nato agli inizi degli anni ‘90 e vivo la mia esistenza i

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Salve,
Sono uno studente di Architettura, nato agli inizi degli anni ‘90 e vivo la mia esistenza in un modo frustrante. La sensazione di non essere permeabile alle informazioni, derivanti da qualunque fonte (libro, film, documentario), mi rende triste e per nulla performante a livello universitario; questa condizione sta inoltre spegnendo ogni mio interesse, ogni mia passione e, credo, che sta compromettendo in modo irreversibile il mio futuro.
Arrivo a questo giudizio tragico perché nonostante io indaghi dal 2019, non riesco a evolvere verso uno stadio migliore.
In totale autonomia (nonostante io dipenda dalla mia famiglia che è molto accondiscendente, spesso mi sono mosso senza alcuna comunicazione) mi sono confrontato con più psicologi e, da un referto, emerge che sono stato assoggettato ai seguenti test: Rey Auditory Verbal Learning (R.I., R.D., Riconoscimento), Digit Symbol SubstitutionTest, Matrici Attentive, TMT A e B.
Non sono emersi problemi di natura organica ma la mia percezione rimane quella che io non capisco le cose: mentre studio non sono “sul pezzo”, non vado al cinema perché finita la proiezione non saprei raccontare il film, non leggo (nonostante acquisti libri) perché quel libro non segnerà la mia esistenza; sarebbe impossibile cimentarmi all’apprendimento di una nuova lingua e tendo persino a rifiutare di partecipare a giochi da tavolo le cui regole sono articolate. Inoltre non faccio subito caso al giorno in cui siamo e mi capita di dimenticare i nomi di persone che conosco ma che non vedo in modo frequente, nonostante abbia passato con questi del tempo di qualità e nonostante ritenga di essere empatico e di volergli bene.
Ho avuto un passato scolastico normale; non ho mai avuto “debiti” a scuola ma non sono mai stato brillante nelle materie scientifiche e nelle lingue estere. Ho, invece, avuto risultati molto soddisfacenti nella produzione di testi e nell’elaborazione di tavole (disegni), dove però mi sono impegnato molto di più della media dei miei coetanei, in relazione al tempo speso.
A scuola non sono mai stato sfiorato dal pensiero di soffrire di un disturbo e, da parte dei professori/maestre, non sono mai emersi consigli su eventuali indagini da fare sul settore medico.
Mi vergogna pensare che sono all’università da un decennio. Questa Università l’ho scelta come ripiego perché ero maggiormente mosso da un altro interesse non perseguibile per mere ragioni economiche. Ad oggi, all’università, ho acquisito quasi 200 crediti (quasi 2/3 del totale) e i risultati sono apparentemente alti in termini di valutazione; il percorso tuttavia è stato segnato da molte ombre e ho puntato alle materie dove il focus principale è il progetto, non lo studio.
Ho ripreso di recente a fare sport e sono inserito in contesti sociali piacevoli.
Non potendo contare su molte finanze ma desideroso di risolvere la questione, a marzo ‘24 mi sono rivolto al CUP per indagare sull’ADHD ma la visita me l’hanno assegnata a distanza di ben 16 mesi e la faró soltanto ad Agosto ‘25.
Nonostante io creda molto alla professione dei psicologi, devo ammettere che quelle figure con le quali mi sono confrontato mi hanno un po’ deluso, dandomi addirittura consigli utopistici, non concreti, non risolutivi; continuo caldamente a consigliarli ma non credo che siano la figura utile per me allo stato attuale.
Preciso inoltre che dopo l’università ho sperimentato ansia, anche se non l’ho mai fatta intendere all’esterno.
Anche quando sembro allegro, ho un rumore di sottofondo costante che mi fa pensare che c’è qualcosa di sbagliato; non sono mai perfettamente spensierato e felice. Non conosco più, nel mio cuore, una vera “estate assolata” o un vero Natale con le “luci brillanti”. E passo molto, moltissimo tempo a letto, a dormire; la mia produttività è attualmente pressoché nulla e questo mi logora.
Se la comunità scientifica ha consigli da darmi, sono pronto ad ascoltarVi (il topic lo estenderei anche ad altri professionisti come il neuropscicologo o affini).
Vi ringrazio inoltre per avermi letto.
Da quello che lei dice, è molto difficile darle delle risposte. Non so se ha senso ipotizzare una diagnosi piuttosto che un’altra. Di sicuro le conviene confrontarsi con uno specialista psichiatra per avere delle risposte ed eventualmente delle cure. Qualcuno le ha mai fatto una diagnosi?

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Dr. Roberto Musella
Psichiatra, Psicoterapeuta
Napoli
Gentilissimo, sono certo che lei si gioverebbe di una terapia ad orientamento psicoanalitico. Ha bisogno di ritrovare dentro se stesso la voglia di vivere e il piacere di raggiungere obiettivi che sono alla sua portata ma che, a causa del suo disagio, vede impropriamente più grandi di lei. Si faccia aiutare da chi può realmente farlo. Dove vive? Se crede posso darle un riferimento nella sua zona

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