Salve. Sono un umo di 45 anni. Da circa un anno ad intermittenza ho fatto uso di antibiotici per cur

2 risposte
Salve. Sono un umo di 45 anni. Da circa un anno ad intermittenza ho fatto uso di antibiotici per curare diverse infezioni batteriche riscontrata da spermiocoltura. Ogni volta batteri diversi: Klebsiella, morganella, proteus. Da recente, a fine gennaio ho avuto 3 giorni di febbre alta, con brividi, difficoltà nelle minzioni che erano difficoltose, frequenti e maleodoranti. Fatto urinocultura è emersa una contaminazione batterica di escherichia coli curata con d-mannosio e antisettico sensibile all'antibiogramma. Dopo qualche giorno ho fatto le analisi al sangue complete tra cui il PSA che ha riportato un valore di 12. Prima di questo negli ultimi 12 mesi ne avevo fatti tre e tutti con valore di 0,7. Ripetuto settimana scorsa uricocoltura e spermiocoltura sono nuovamente emersi batteri di tipo escherichia coli 1.000.000 su entrambi gli esami. Ripetuto ieri il PSA ieri, a distanza di circa 25 giorni, il valore è sceso a 8. Secondo voi deve ritenersi di prostatite? E se si andrebbe curata con antibiotici? E per quanto tempo. Il medico mi prospettava forse una terapia antibiotica di 6 settimane per via endovenosa. E' proprio così? Il valore di PSA ancora alto è un segnale di allarme preoccupante? Grazie a chi mi potrà rispondere.
Prof. Carlo Rando
Andrologo, Chirurgo generale, Urologo
Milano
Una ripetizione così consistente di infezioni o deriva da contaminazioni consistenti dei campioni o deriva da fonti infettive che vanno determinate. L'urina non si infetta mai se il del fusso è buono e regolare, la spermiocoltura può essere spesso soggetta a contaminazioni, Ovviamente gli antibiotici possono risolvere una fase infettiva batterica acuta febbrile, ma poi rischiano solo di generare problemi soprattuto se usati troppo spesso perché alterano tutto il microbiota con ciò che ne consegue. Non serve a nulla una terapia antibiotico così lunga, per giunta endovena, per il quadro da lei descritto e rischia solo di fare ulteriori disastri. Il PSA totale alto può derivare sia da un forte stato infiammatorio (con o senza batteri) pelvico-prostatico, sia da una fortemente disfunzionante IPB, sia da un cancro: il primo passo è meglio qualificarlo con il profilo del PSA (PSA totale e libero, 2-proPSA e PHI; rapporto PSA/volume e PHI/volume, PSA L/T, testosterone/PSA) associato ad una attenta ecografia doppler transrettale pelvico-prostatica e nel caso alla coltura differenziale, ma dopo almeno 20 giorni di totale astinenza da antibiotici, di buon mantenimento della diuresi e di ejaculazioni ogni almeno 3-4 giorni. La coltura differenziale va così eseguita: coltura del primo ml di urina, semivuotamento della vescica, coltura della restante urina, vuotamento totale della vescica e successivo estrazione del secreto prostatico tramite massaggio. Solo sulla base di t6ali dati attentamente interpretati si potranno decidere i passi successivi.

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Salve. Trattasi certamente di prostatite batterica cronica riacutizzata (lo si deduce inequivocabilmente dalla febbre e dai sintomi minzionali da lei riferiti). Terapia standard 14gg; in base all’antibioticogramma, se gli unici principi attivi con sensibilità per l’E.coli risultato all’urinocoltuta sono a somministrazione parenterale, dovrà effettivamente optare tra intramuscolare (non tutti gli antibiotici sono disponibili in tale formulazione comunque) ed endovenoso. Se tuttavia l’infezione prostatica è cronicizzata (le precedenti Spermiocolture lo testimoniano), è probabile che ci sia almeno una causa predisponente: ostruzione cervico-uretrale, stenosi uretrale, calcolosi urinaria, disbiosi/irregolarità intestinale, disidratazione; se non venisse individuata e risolta, l’infezione inesorabilmente recidiverà. PSA elevato non è assolutamente preoccupante in questa situazione, è solo indice di infiammazione prostatica. Resto a disposizione, Cordiali saluti.

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