Salve! Ho una domanda inerente masturbazione e orgasmi. Da quando ho sei anni mi masturbo (prima ovv
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Salve! Ho una domanda inerente masturbazione e orgasmi. Da quando ho sei anni mi masturbo (prima ovviamente poco consapevolmente), e da quando sono piccola fino ad oggi (ho 30 anni) provo piacere solo se mi tocco a pancia in giù utilizzando una coperta o un cuscino (ho bisogno di sentire forte pressione ma con un oggetto morbido e caldo). Tempo fa non ricordo dove avevo letto che negli uomini la masturbazione a pancia in giù era sintomo di qualche problema che poi si manifestava anche nella vita sessuale di coppia.
Infatti, e arrivo al punto, se nella masturbazione riesco a raggiungere orgasmi ripetuti (davvero, non sono mai arrivata a un limite) ma a condizione di farlo nella maniera sopra descritta, non ho mai avuto un orgasmo in coppia. Nel sesso orale non sento moltissimo mentre con la penetrazione provo sì grande piacere ma mi manca quella morbidezza e 'chiusura-intimita' che mi permette di raggiungere l'orgasmo come quando sono sola. Insomma , mi diverto mi piace e provo piacere ma non raggiungo mai l'apice, anche le volte in cui sono molto eccitata.
A volte mi infastidisco quando l'uomo mi tocca con le dita il clitoride, perche le sento dure e magre.
Detto questo capite anche l' imbarazzo a dire ai miei partner che mi devo mettere a pancia in giù con i cuscino per toccarmi. Reduce dei modelli di masturbazione mainstream dei porno , decisamente più sensuali del mio.
Ho già pensato di andare finalmente da un sessuologo. Ma nel frattempo, qualche commento, stimolo di riflessione , consiglio?
Infatti, e arrivo al punto, se nella masturbazione riesco a raggiungere orgasmi ripetuti (davvero, non sono mai arrivata a un limite) ma a condizione di farlo nella maniera sopra descritta, non ho mai avuto un orgasmo in coppia. Nel sesso orale non sento moltissimo mentre con la penetrazione provo sì grande piacere ma mi manca quella morbidezza e 'chiusura-intimita' che mi permette di raggiungere l'orgasmo come quando sono sola. Insomma , mi diverto mi piace e provo piacere ma non raggiungo mai l'apice, anche le volte in cui sono molto eccitata.
A volte mi infastidisco quando l'uomo mi tocca con le dita il clitoride, perche le sento dure e magre.
Detto questo capite anche l' imbarazzo a dire ai miei partner che mi devo mettere a pancia in giù con i cuscino per toccarmi. Reduce dei modelli di masturbazione mainstream dei porno , decisamente più sensuali del mio.
Ho già pensato di andare finalmente da un sessuologo. Ma nel frattempo, qualche commento, stimolo di riflessione , consiglio?
Buongiorno, una modalità a pancia in giù e con il cuscino potrebbe essere una modalità intensa e specifica tale per cui non ha ancora trovato il modo di replicare la stessa intensità o movimento in altre situazioni.. inoltre, le chiederei quanto spesso si masturba. Sono sicura però che con il percorso sessuologico riuscirà a trovare risposte più specifiche rispetto alla suo tema. Buona giornata, cordiali saluti!
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Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta lucidità e sensibilità la sua esperienza. È evidente che ha già fatto un grande lavoro di consapevolezza sul proprio corpo, sui propri desideri e sulle difficoltà che incontra nella sessualità condivisa.
La modalità che ha scoperto e coltivato fin da piccola è ciò che il corpo ha registrato come sicuro, piacevole e capace di portare all’orgasmo. Non c’è nulla di “sbagliato” o patologico nel fatto che la masturbazione avvenga in posizione prona e con una fonte di pressione e calore: "ognuno costruisce una propria mappa del piacere", e ciò che funziona per sé non deve necessariamente coincidere con gli standard culturali o “cinematografici” della sessualità.
Detto questo, è anche vero che "quando l’esperienza di piacere è legata in modo esclusivo a una certa modalità", può essere più difficile raggiungere l’orgasmo in situazioni che non riproducono quelle condizioni. Questo non indica un disturbo, ma una struttura appresa: il corpo ha trovato una via “preferenziale” al piacere, che però può essere ampliata e resa più flessibile, soprattutto se c’è desiderio di vivere la sessualità in modo più libero e condiviso.
Alcuni stimoli di riflessione:
- Non c'è un modo “giusto” di masturbarsi o di avere orgasmi. Il piacere non ha regole estetiche o pose da seguire.
- Il confronto con la "pornografia mainstream" spesso crea disagio perché propone modelli distanti dalla realtà e non inclusivi della varietà di esperienze possibili.
- Il fastidio per il contatto diretto con le dita o per la mancanza di morbidezza può indicare una particolare sensibilità e un bisogno di sicurezza, contenimento e intimità, che vale la pena esplorare.
- Il fatto che lei riconosca il piacere nel sesso condiviso, pur senza arrivare all’orgasmo, è un punto di partenza prezioso: la sessualità non si misura solo nell'orgasmo, ma anche nella qualità del vissuto.
Il percorso con un sessuologo è sicuramente indicato: non per "correggere" qualcosa, ma per accompagnarla in un'esplorazione più ampia del piacere, magari introducendo nuove modalità graduali, più condivise, che mantengano quelle sensazioni di morbidezza, pressione e intimità di cui ha bisogno.
Nel frattempo, può iniziare a chiedersi:
- Cosa rende così efficace e rassicurante quella modalità?
- Ci sono elementi di quella esperienza che potrei provare a “portare” nella coppia, anche solo in parte, in modo creativo?
- Quanto sento di poter mostrare davvero chi sono, nel corpo, nel piacere, nei miei tempi, davanti all’altro?
Il piacere è un linguaggio da riscoprire, anche con le proprie regole. E non c’è nulla di meno valido nel modo che ha funzionato per lei finora. Accompagnarlo a nuove esperienze può essere un percorso possibile e profondamente liberatorio.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Beatrice Moro
Psicologa e Sessuologa clinica
grazie per aver condiviso con tanta lucidità e sensibilità la sua esperienza. È evidente che ha già fatto un grande lavoro di consapevolezza sul proprio corpo, sui propri desideri e sulle difficoltà che incontra nella sessualità condivisa.
La modalità che ha scoperto e coltivato fin da piccola è ciò che il corpo ha registrato come sicuro, piacevole e capace di portare all’orgasmo. Non c’è nulla di “sbagliato” o patologico nel fatto che la masturbazione avvenga in posizione prona e con una fonte di pressione e calore: "ognuno costruisce una propria mappa del piacere", e ciò che funziona per sé non deve necessariamente coincidere con gli standard culturali o “cinematografici” della sessualità.
Detto questo, è anche vero che "quando l’esperienza di piacere è legata in modo esclusivo a una certa modalità", può essere più difficile raggiungere l’orgasmo in situazioni che non riproducono quelle condizioni. Questo non indica un disturbo, ma una struttura appresa: il corpo ha trovato una via “preferenziale” al piacere, che però può essere ampliata e resa più flessibile, soprattutto se c’è desiderio di vivere la sessualità in modo più libero e condiviso.
Alcuni stimoli di riflessione:
- Non c'è un modo “giusto” di masturbarsi o di avere orgasmi. Il piacere non ha regole estetiche o pose da seguire.
- Il confronto con la "pornografia mainstream" spesso crea disagio perché propone modelli distanti dalla realtà e non inclusivi della varietà di esperienze possibili.
- Il fastidio per il contatto diretto con le dita o per la mancanza di morbidezza può indicare una particolare sensibilità e un bisogno di sicurezza, contenimento e intimità, che vale la pena esplorare.
- Il fatto che lei riconosca il piacere nel sesso condiviso, pur senza arrivare all’orgasmo, è un punto di partenza prezioso: la sessualità non si misura solo nell'orgasmo, ma anche nella qualità del vissuto.
Il percorso con un sessuologo è sicuramente indicato: non per "correggere" qualcosa, ma per accompagnarla in un'esplorazione più ampia del piacere, magari introducendo nuove modalità graduali, più condivise, che mantengano quelle sensazioni di morbidezza, pressione e intimità di cui ha bisogno.
Nel frattempo, può iniziare a chiedersi:
- Cosa rende così efficace e rassicurante quella modalità?
- Ci sono elementi di quella esperienza che potrei provare a “portare” nella coppia, anche solo in parte, in modo creativo?
- Quanto sento di poter mostrare davvero chi sono, nel corpo, nel piacere, nei miei tempi, davanti all’altro?
Il piacere è un linguaggio da riscoprire, anche con le proprie regole. E non c’è nulla di meno valido nel modo che ha funzionato per lei finora. Accompagnarlo a nuove esperienze può essere un percorso possibile e profondamente liberatorio.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Beatrice Moro
Psicologa e Sessuologa clinica
Gentile utente,
grazie per aver condiviso con sincerità la tua esperienza, che tocca aspetti molto personali e importanti della sessualità.
Il comportamento che descrivi – una modalità masturbatoria appresa precocemente, legata a stimoli specifici come la posizione prona, l’uso di oggetti morbidi e la necessità di una pressione intensa – è in realtà piuttosto comune. Non indica necessariamente un problema, ma può diventare limitante quando si crea una dipendenza esclusiva da quella modalità per raggiungere l’orgasmo, rendendo difficile vivere il piacere anche in contesti relazionali e con stimolazioni diverse.
La masturbazione è una delle prime forme di esplorazione del piacere e spesso le modalità che impariamo da piccoli si consolidano nel tempo, proprio perché risultano efficaci e rassicuranti. Tuttavia, se rimangono troppo rigide, possono rendere difficile la trasposizione del piacere in una dimensione condivisa, come nel rapporto sessuale con un partner.
Hai già fatto una riflessione molto profonda su questo tema. È significativo che, nonostante tu provi piacere e coinvolgimento durante i rapporti, non riesca a raggiungere l’orgasmo se non attraverso quella modalità specifica. Questo potrebbe indicare un “condizionamento masturbatorio”, ovvero un’abitudine molto strutturata che rende difficile per il corpo e la mente accedere al piacere in altri contesti.
Il fastidio nel ricevere la stimolazione manuale da parte del partner e la preferenza per oggetti morbidi e caldi può avere radici sensoriali o emotive: potrebbe trattarsi di una questione legata all’iper-sensibilità, o al bisogno di sentirsi protetta, contenuta, sicura – sensazioni forse più facilmente attivabili nella solitudine e nell’autogestione del piacere.
Anche il confronto con i modelli pornografici, che spesso rappresentano solo una ristretta gamma di esperienze sessuali, può aumentare il senso di inadeguatezza o imbarazzo. Ma è importante ricordare che la sessualità è molto più vasta, varia e personale rispetto a ciò che viene rappresentato nei media.
La consapevolezza che hai già maturato è un ottimo punto di partenza. Per lavorare su questo schema e favorire una maggiore flessibilità nella risposta sessuale, sarebbe utile esplorare – magari gradualmente e con il supporto del partner – nuove modalità di piacere, anche partendo da contesti in cui ti senti completamente al sicuro.
Detto questo, sarebbe davvero utile e consigliato approfondire questi temi in un percorso con uno specialista, in particolare con un sessuolog o psicoterapeuta esperto/a in sessualità.** Questo tipo di lavoro ti aiuterebbe a comprendere meglio le radici di alcune sensazioni, a sperimentare nuove modalità di piacere e a comunicare più liberamente con il partner, senza imbarazzo o senso di diversità.
Resto a disposizione,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
grazie per aver condiviso con sincerità la tua esperienza, che tocca aspetti molto personali e importanti della sessualità.
Il comportamento che descrivi – una modalità masturbatoria appresa precocemente, legata a stimoli specifici come la posizione prona, l’uso di oggetti morbidi e la necessità di una pressione intensa – è in realtà piuttosto comune. Non indica necessariamente un problema, ma può diventare limitante quando si crea una dipendenza esclusiva da quella modalità per raggiungere l’orgasmo, rendendo difficile vivere il piacere anche in contesti relazionali e con stimolazioni diverse.
La masturbazione è una delle prime forme di esplorazione del piacere e spesso le modalità che impariamo da piccoli si consolidano nel tempo, proprio perché risultano efficaci e rassicuranti. Tuttavia, se rimangono troppo rigide, possono rendere difficile la trasposizione del piacere in una dimensione condivisa, come nel rapporto sessuale con un partner.
Hai già fatto una riflessione molto profonda su questo tema. È significativo che, nonostante tu provi piacere e coinvolgimento durante i rapporti, non riesca a raggiungere l’orgasmo se non attraverso quella modalità specifica. Questo potrebbe indicare un “condizionamento masturbatorio”, ovvero un’abitudine molto strutturata che rende difficile per il corpo e la mente accedere al piacere in altri contesti.
Il fastidio nel ricevere la stimolazione manuale da parte del partner e la preferenza per oggetti morbidi e caldi può avere radici sensoriali o emotive: potrebbe trattarsi di una questione legata all’iper-sensibilità, o al bisogno di sentirsi protetta, contenuta, sicura – sensazioni forse più facilmente attivabili nella solitudine e nell’autogestione del piacere.
Anche il confronto con i modelli pornografici, che spesso rappresentano solo una ristretta gamma di esperienze sessuali, può aumentare il senso di inadeguatezza o imbarazzo. Ma è importante ricordare che la sessualità è molto più vasta, varia e personale rispetto a ciò che viene rappresentato nei media.
La consapevolezza che hai già maturato è un ottimo punto di partenza. Per lavorare su questo schema e favorire una maggiore flessibilità nella risposta sessuale, sarebbe utile esplorare – magari gradualmente e con il supporto del partner – nuove modalità di piacere, anche partendo da contesti in cui ti senti completamente al sicuro.
Detto questo, sarebbe davvero utile e consigliato approfondire questi temi in un percorso con uno specialista, in particolare con un sessuolog o psicoterapeuta esperto/a in sessualità.** Questo tipo di lavoro ti aiuterebbe a comprendere meglio le radici di alcune sensazioni, a sperimentare nuove modalità di piacere e a comunicare più liberamente con il partner, senza imbarazzo o senso di diversità.
Resto a disposizione,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentilissima comprendo la sua situazione. La invito a fare una visita ginecologica esponendo al medico ginecologo la sua problematica e cioe' l'assenza di orgasmo durante i rapporti sessuali ( con penetrazione) e non durante la masturbazione .Se la visita e gli accertamenti clinici dovessero dare esito negativo ,si puo' pensare ad una consulenza sessuologica. Sarei lieta di accompagnarla in un percorso di chiarificazione e gestione del problema ( sono consulente sessuale).
Resto a disposizione e la saluto cordialmente
Dott.ssa Adriana Gaspari
Resto a disposizione e la saluto cordialmente
Dott.ssa Adriana Gaspari
Salve, la modalità da lei descritta per la masturbazione non è assolutamente sintomo di nessun problema. Non c'è un modo giusto o sbagliato di masturbarsi, poichè le preferenze individuali variano molto. Ha mai provato a lubrificare il clitoride durante il tocco? Questo potrebbe aiutarla a non sentire le dita del partner "dure e magre". Per provare piacere anche nel rapporto sessuale con il partner è importante scoprire e capire qual è la modalità adatta a lei. Comunicare al partner cosa piace e cosa no è fondamentale, poichè il partner non può prevedere o immaginare cosa ci piace. Non siamo tutti uguali e il modo per provare piacere varia da persona a persona. Se ha bisogno di confrontarsi con un sessuologo mi può contattare.
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