Salve ho un grave problema in famiglia, mia sorella da qualche giorno ha una specie di blocco a caus

9 risposte
Salve ho un grave problema in famiglia, mia sorella da qualche giorno ha una specie di blocco a causa degli spazi aperti . Si mette le mani sulla testa e apre la bocca facendo un rumore come se russasse e trema. È cascata in terra due volte battendo la testa.
Devo aggiungere che ha anche un ritardo mentale e non sa esprimere quello che le succede. Dice solo che ha pura degli spazi aperti e se si stacca di 10 metri da una persona le succede. Se le stai vicino sta bene, come se niente fosse . Questo non succedeva prima , da quando abbiamo smesso di darle lo xanax ha iniziato così .. Cosa fare? Ha quasi 18 anni ma abbiamo paura a mandala a scuola
Dott.ssa Giulia Antognoli
Neuropsicologo, Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentilissima, deve essere davvero difficile osservare questo comportamento in sua sorella. Avete contattato la neuropsichiatra che segue/ha seguito sua sorella? Potrebbe essere importante fare una visita per aggiornare il trattamento farmacologico o impostare un piano terapeutico diverso. Inoltre, tramite questo tipo di professionista, potreste richiedere terapie specifiche per aiutare sua sorella a gestire questa nuova difficoltà e affrontare le sfide quotidiane. Per qualsiasi dubbio, resto a disposizione. Un caro saluto.

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Dott.ssa Francesca Chiara Ignoni
Psicologo clinico, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Mesagne
Buonasera, come sta sua sorella in altri contesti? Intendo, ci sono alterazioni del comportamento in spazi non aperti, come ad esempio casa--scuola? In base a quanto da Lei riportato, l'ansia potrebbe essere una conseguenza della sospensione repentina dell'alprazolam (xanax).
Come mai non lo prende più?
State pensando ad un percorso di sostegno e supporto, ad una moderata terapia specifica?
Felice di approfondire. Resto a disposizione
Dott. Andrea De Lise
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Napoli
Gentile, come dice anche lei è molto probabile che tale comportamento possa essere una conseguenza della sospensione dello xanax, che tra l'altro non mi sembra sia avvenuto in modo graduale. Come mai ha sospeso? È stata una scelta concordata con lo specialista?
Le consiglio in primis di parlarne con lo psichiatra che la segue, dal momento che va rimodulata la terapia. Potete anche chiedere a lui ulteriori aiuti per aiutare sua sorella ad affrontare con maggior facilità la vita quotidiana: sarà sua cura indicarvi o aiutarvi a trovare professionisti che possano fornirle la giusta terapia e il giusto supporto.
Saluti,
resto a disposizione se vuole approfondire,
dott. Andrea de Lise
Dott. Giuseppe Scuderi
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Trapani
Salve, a primo acchito la situazione che descrive sembra faccia pensare ad una diagnosi di agorafobia con compresenza di attacchi di panico. A causa della disabilità intellettiva di cui lei riferisce sembra incapace di gestire diversamente l'attivazione ansiosa o di comunicarla all'esterno, se non con una forte attivazione comportamentale. Di fatto, tale problema non sembra presentarsi quand'è vicino ad un altra persona. Questo potrebbe avvenire perché l'altra persona potrebbe funzionare come "supporto emotivo" per lei permettendole di non sentire "la minaccia incombente" o il "pericolo" del mondo esterno. Ulteriore cosa che mi fa ipotizzare tale dinamica è la sospensione dello Xanax che, di fatto, essendo una benzodiazepina con breve emivita, permetteva una soppressione dell'ansia eccessiva, rendendola gestibile per sua sorella. Sono tutte ipotesi da approfondire con un consulto specialistico.

Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale con un background ed una formazione attenta sulle disabilità intellettive e gli autismi al fine di impostare un piano di trattamento volto alla gestione emotiva ed alla promozione dell'autonomia di sua sorella con metodo ABA.

A presto e spero di esserle stato d'aiuto.
Dott.ssa Giada Cristofalo
Neuropsicologo, Psicologo
Torino
Gentile utente, mi spiace per la situazione. I sintomi manifestati da sua sorella potrebbero essere ricondotti ad episodi ansiosi scatenati da agorafobia. E' possibile che la sospensione del farmaco xanax abbia influito sul comportamento che esibisce in quelle circostanze. Ha parlato col medico di riferimento circa la sospensione del farmaco ed eventuali effetti?
Dato anche l'aggancio emotivo importante (il fatto che la vicinanza fisica di un'altra persona al momento della crisi faccia rasserenare sua sorella), le posso consigliare di approfondire la questione con uno specialista psicoterapeuta.
Resto a disposizione, saluti
Dott.ssa Giulia Zucchini
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Trieste
Salve.
I sintomi da lei riferiti possono far riferimento all'agorafobia, e la sospensione del farmaco non aiuta certamente, soprattutto se questo non è stato sospeso gradualmente.
Le consiglio di far riferimento al medico curante e prescrivente per valutare il da farsi.
Saluti
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Salve,
Mi dispiace molto apprendere della difficoltà che sta affrontando sua sorella. I sintomi che descrive, inclusi il blocco negli spazi aperti e le reazioni fisiche intense, possono essere sintomi di un problema psicologico che potrebbe essere emerso o intensificato con la sospensione dello Xanax. È essenziale che sua sorella riceva un'adeguata valutazione da parte di un professionista per capire meglio la situazione e determinare il miglior approccio terapeutico.

La Terapia Breve Strategica potrebbe offrire un supporto utile per affrontare questi nuovi sintomi, attraverso tecniche mirate a ridurre l'ansia e migliorare il suo benessere emotivo e comportamentale.

Sono a sua disposizione per una consulenza, qualora desiderasse discutere ulteriormente il percorso migliore per aiutare sua sorella.

Un caro saluto,
Dott. Michele Scala
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Dott.ssa Susanna Scainelli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Albino
Buongiorno, comprendo quanto possa essere complesso per lei gestire i sintomi di cui soffre sua sorella. Le consiglierei di rivolgersi ad un centro di neuropsichiatria infantile per quanto riguarda sua sorella. A lei, per questa situazione complessa che sta affrontando, suggerirei di intraprendere un percorso psicologico che possa esserle di supporto in questo periodo di vita. Se avesse bisogno sono a sua disposizione in presenza o online, per una terapia di tipo relazionale integrata, con il supporto di varie tecniche personalizzate in base al paziente, ai suoi bisogni ed obiettivi con evidenza scientifica. Dott.ssa Susanna Scainelli
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
Salve,
La situazione che descrivete è seria e va affrontata rapidamente, sia per la sicurezza di vostra sorella sia per il suo benessere emotivo. Quello che raccontate – tremori, rigidità, mani sulla testa, apertura della bocca e cadute – può essere una reazione di forte ansia o panico agli spazi aperti, che si manifesta in modo intenso anche a livello fisico, soprattutto in persone con ritardo mentale che faticano a comunicare verbalmente le proprie emozioni. Il fatto che i sintomi compaiano quando si allontana di pochi metri da una persona indica una forma di ansia da separazione o fobia situazionale.

È importante non cercare di affrontare la situazione da soli, perché le cadute e i traumi alla testa rappresentano un rischio reale. La cosa più urgente è contattare immediatamente il medico curante o uno specialista in neuropsicologia o psichiatria per una valutazione completa. Potrebbe essere necessario ripristinare temporaneamente una terapia farmacologica o impostare un percorso psicologico mirato, con tecniche di esposizione graduale e strategie di gestione dell’ansia, adattate alla sua capacità di comprensione e comunicazione.

In parallelo, è fondamentale creare un ambiente sicuro: evitare spazi aperti non necessari fino a valutazione specialistica, accompagnarla sempre, e ridurre stimoli che possano aumentare l’ansia. Un percorso neuropsicologico e comportamentale mirato può aiutare a ridurre progressivamente la paura degli spazi aperti e a migliorare la qualità della vita, permettendo in futuro una maggiore autonomia anche in contesti scolastici o sociali.
Consiglio di contattare il medico curante e valutare approfondimenti neurologici e psichiatrici con sostegno psicoterapeutico
Saluti

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