Salve. Ho più di 40 anni, sono stato in cura presso un neurologo (per convulsioni febbrili infantili

2 risposte
Salve. Ho più di 40 anni, sono stato in cura presso un neurologo (per convulsioni febbrili infantili) e in psicoterapia per problemi di timidezza, depressione e ansia, ma nessuno hai mai notato neurodivergenze. Recentemente mi è stato consigliato di provare a fare "per gioco" il test RAADS e ho ottenuto un punteggio alto, circa 110 punti su 240. Sono sempre stato una persona "strana" e introversa (non ho mai avuto amici né ragazza) ma ho scoperto che presento alcuni sintomi tipici di neurodivergenza, come lo "stimming" (girare costantemente qualcosa fra le dita, sbattere le mani quando sono eccitato, dondolarmi ecc.), la difficoltà nelle relazioni interpersonali, l'estrema abitudinarietà. Altri sintomi però risultano del tutto assenti, come l'ipersensibilità a luci o rumori, la monotonia del tono di voce o la presenza di interessi specifici (sono molto pigro e anzi ho di fatto un'assenza di veri e propri interessi); penso inoltre di capire se una persona parla sul serio o sta scherzando (ma potrei sbagliarmi, chissà...). Ad aumentare i miei sospetti su una possibile neurodivergenza c'è il fatto che sia stato un bambino plusdotato (eccellevo in matematica e in materie scientifiche, mi capitava di "scoprire" un teorema matematico prima di studiarlo sui libri, ho vinto competizioni a livello locale), fatto che ha avuto una tragica influenza sui miei rapporti sociali (preciso però che, malgrado tutte le persone che incontro mi riconoscano che sono intelligente, ho avuto una carriera universitaria e lavorativa piuttosto squallida e che non ha mantenuto le promesse iniziali). È ipotizzabile una neurodivergenza? Quali accertamenti potrei fare per "inquadrare" esattamente la mia patologia? Grazie
Dott.ssa Sara Ricciardulli
Psichiatra, Psicoterapeuta
San Giuliano Terme
Buonasera, é necessario eseguire valutazione psichiatrica per raccogliere l'anamnesi dall'etá infantile al momento attuale. Il clinico si puó avvalere, inoltre, della somministrazione di test specifici (tra cui RAADS-R). Cordiali saluti

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Dott. Michele Ciliberto
Psichiatra, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera,
il quadro che descrive merita certamente attenzione e approfondimento clinico: le caratteristiche che riporta – come la tendenza all’isolamento sociale, lo stimming, l’elevata intelligenza logico-matematica, la rigidità comportamentale e la difficoltà nel mantenere relazioni – possono effettivamente rientrare in un profilo di neurodivergenza, in particolare nello spettro autistico ad alto funzionamento. Tuttavia, il punteggio al test RAADS-R (110/240) è da considerarsi solo uno strumento di screening, utile a orientare ma non a formulare una diagnosi.

Per una valutazione accurata, il passo successivo consiste in una valutazione clinica multidimensionale condotta da un professionista esperto in diagnosi dei disturbi dello spettro autistico in età adulta. In genere include:

1. Colloquio psichiatrico e anamnestico approfondito, per comprendere la storia evolutiva, scolastica e relazionale.


2. Somministrazione di test standardizzati, tra cui:

ADOS-2, Modulo 4, specifico per adulti verbali.

AQ (Autism Spectrum Quotient) e CAT-Q (Camouflaging Autistic Traits Questionnaire), per misurare tratti autistici e strategie di mascheramento.

RAADS-R, come screening complementare.



3. Valutazione del funzionamento cognitivo (test WAIS-IV o WAIS-V) per chiarire il profilo intellettivo e l’eventuale plusdotazione.


4. Valutazione psichiatrica differenziale, utile a escludere altre condizioni (disturbi di personalità, ADHD, ansia sociale o depressione cronica) che possono produrre sintomi simili.

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