Salve, ho 45 anni e da quando ero ragazzo ho spesso sofferto di un malore molto debilitante, scaten
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Salve,
ho 45 anni e da quando ero ragazzo ho spesso sofferto di un malore molto debilitante, scatenato da due condizioni: affaticamento fisico (ad es. durante qualche lavoro pesante) e stress psichico (ad es. un esame, una situazione molto impegnativa o ansiogena etc.). A volte, quando mi trovo in una di queste condizioni, mi capita di avvertire come una sorta di mancamento iniziale (è come se il corpo mi avvisasse che è al limite). Se mi fermo in tempo, allora tutto torna alla normalità nel giro di qualche minuto. Se invece ciò non è possibile o mi attardo per qualche istante ancora, il fisico cede allo sforzo (fisico o psichico che sia), il cuore comincia a battere più velocemente e avverto un malessere generale che mi costringe a mettermi a letto. A questo punto comincio ad avere tremori, sensazione di caldo, quasi sempre anche vomito. Il tutto dura 1 ora o più, fin quando la tensione comincia a scemare e, dopo qualche ora, comincio a riprendermi. Questi eventi mi lasciano a volte un po' stordito per 1-2 giorni.
Nel tempo mi sono accorto che alcuni fattori, come la situazione intestinale, influenzano molto questa condizione. Durante queste crisi la pressione è normale (non più di 130, la max). Non ho mai provato a prendere farmaci (anche perché non saprei cosa). Ho sempre convissuto, però, col tempo, ho dovuto spesso rinunciare a fare certi lavori o impegnarmi in certe situazioni che potrebbero portarmi a queste condizioni.
Chiedo un Vs. consiglio, soprattutto per capire come intervenire durante queste crisi. Potrebbe esistere qualche farmaco in grado di prevenire o, comunque, di velocizzare la ripresa da questo malessere?
Grazie
ho 45 anni e da quando ero ragazzo ho spesso sofferto di un malore molto debilitante, scatenato da due condizioni: affaticamento fisico (ad es. durante qualche lavoro pesante) e stress psichico (ad es. un esame, una situazione molto impegnativa o ansiogena etc.). A volte, quando mi trovo in una di queste condizioni, mi capita di avvertire come una sorta di mancamento iniziale (è come se il corpo mi avvisasse che è al limite). Se mi fermo in tempo, allora tutto torna alla normalità nel giro di qualche minuto. Se invece ciò non è possibile o mi attardo per qualche istante ancora, il fisico cede allo sforzo (fisico o psichico che sia), il cuore comincia a battere più velocemente e avverto un malessere generale che mi costringe a mettermi a letto. A questo punto comincio ad avere tremori, sensazione di caldo, quasi sempre anche vomito. Il tutto dura 1 ora o più, fin quando la tensione comincia a scemare e, dopo qualche ora, comincio a riprendermi. Questi eventi mi lasciano a volte un po' stordito per 1-2 giorni.
Nel tempo mi sono accorto che alcuni fattori, come la situazione intestinale, influenzano molto questa condizione. Durante queste crisi la pressione è normale (non più di 130, la max). Non ho mai provato a prendere farmaci (anche perché non saprei cosa). Ho sempre convissuto, però, col tempo, ho dovuto spesso rinunciare a fare certi lavori o impegnarmi in certe situazioni che potrebbero portarmi a queste condizioni.
Chiedo un Vs. consiglio, soprattutto per capire come intervenire durante queste crisi. Potrebbe esistere qualche farmaco in grado di prevenire o, comunque, di velocizzare la ripresa da questo malessere?
Grazie
Buongiorno. Ha già fatto delle visite specialistiche? Qualora si escludessero delle cause puramente organiche, potrebbe consultare uno psicologo per la componente ansiosa e i sintomi somatici.
Resto a sua disposizione, cordiali saluti.
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Buongiorno,
sicuramente la prima cosa da fare è valutare la condizione fisica ed escludere che ci siano cause organiche che possano determinare i sintomi e la condizione che sta vivendo. Ipotizzando che abbia già provveduto a ciò, visto che scrive di convivere da molto tempo con questa difficoltà, le consiglio di rivolgersi a un terapeuta che possa valutare la situazione in maniera più approfondita, origine, cause, sintomi correlati, particolari eventi che scatenano la condizione descritta, e come poter gestire al meglio questa situazione che potrebbe riguardare l'ansia e il panico.
Resto a disposizione per qualsiasi necessità.
Buona giornata
Dott.ssa Ilaria Biasion
sicuramente la prima cosa da fare è valutare la condizione fisica ed escludere che ci siano cause organiche che possano determinare i sintomi e la condizione che sta vivendo. Ipotizzando che abbia già provveduto a ciò, visto che scrive di convivere da molto tempo con questa difficoltà, le consiglio di rivolgersi a un terapeuta che possa valutare la situazione in maniera più approfondita, origine, cause, sintomi correlati, particolari eventi che scatenano la condizione descritta, e come poter gestire al meglio questa situazione che potrebbe riguardare l'ansia e il panico.
Resto a disposizione per qualsiasi necessità.
Buona giornata
Dott.ssa Ilaria Biasion
Gentile, in primis dovrebbe fare delle visite specialistiche così da avere la certezza che non ci siano cause organiche alla base della condizione che sta vivendo. Se dovesse aver già provveduto a farlo e/o si può escludere la causa organica allora le consiglio di iniziare un percorso psicologico.
Se necessario, sono disponibile, anche online.
Saluti,
dott. Andrea de Lise
Se necessario, sono disponibile, anche online.
Saluti,
dott. Andrea de Lise
Buongiorno, la situazione descritta esprime un disturbo che si protrae ormai da tempo ed in modo non controllato. Il nostro intestino è certamente un apparato importante, spesso legato alle nostre emozioni. Un consulto con il suo medico di base potrebbe aiutarla ad indirizzare le indagini per una diagnosi che, unita ad un percorso terapeutico, potrebbe ristabilire l'equilibrio psico-fisico. Resto a disposizione. Francesca Chiara Ignoni
Faccia dei controlli (esami del sangue, check-up cardiologico) e se si escludono delle problematiche allora intraprenda un percorso terapeutico psicologico per la gestione del disagio che racconta.
Saluti
Saluti
Salve, per iniziare le consiglio esami del sangue compresi di vitamine ed ormoni. Se esse risultassero buone le proporrei di parlarne col suo medico di base per cercare esami approfonditi ed infine, le consiglio una terapia che potrebbe assopire o eliminare i sintomi da lei esposti.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Salve,
I sintomi che descrive, legati a sforzi fisici e stress psichico, potrebbero essere gestiti efficacemente con una terapia breve strategica, che aiuta a sviluppare tecniche per affrontare e ridurre l'impatto di tali eventi. È importante anche esplorare strategie di gestione dello stress e dell'ansia.
Per quanto riguarda i farmaci, è fondamentale consultare un medico specialista, che potrà consigliarle la terapia più adatta per prevenire o alleviare i suoi sintomi. Sono a disposizione per una consulenza e per offrirle ulteriori orientamenti.
Un caro saluto,
Dott. Michele Scala
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Buonasera, comprendo quanto i sintomi che descrive possano essere debilitanti. Le consiglierei prima di tutto di escludere eventuali cause organiche, una volta escluse tali cause le potrebbe essere di aiuto iniziare un percorso di supporto psicologico per indagare a fondo tale sintomatologia. Se avesse bisogno sono a sua disposizione in presenza o online, per una terapia di tipo relazionale integrata, con il supporto di varie tecniche personalizzate in base al paziente, ai suoi bisogni ed obiettivi con evidenza scientifica. Dott.ssa Susanna Scainelli
Buongiorno, grazie per aver descritto con tanta precisione ciò che accade durante questi episodi. Da quanto racconta, sembra che lei stia sperimentando reazioni fisiche intense legate a stress psicofisico e affaticamento, con sintomi come tremori, tachicardia, vomito e sensazione di malessere generale. È importante sottolineare che la pressione rimane normale, il che è rassicurante dal punto di vista cardiovascolare, ma resta comunque fondamentale un controllo medico completo per escludere altre cause organiche.
Quello che descrive ricorda molto i cosiddetti attacchi da sovraccarico neurovegetativo, in cui il sistema nervoso autonomo reagisce in modo esagerato a stress fisico o mentale. Il fatto che siano presenti già da giovane e peggiorino in determinate condizioni suggerisce anche un pattern di iperreattività fisiologica, cioè il corpo dà segnali intensi quando viene spinto oltre la soglia di tolleranza. Alcuni fattori, come la situazione intestinale, possono amplificare la risposta, perché lo stato digestivo influisce direttamente sul sistema nervoso autonomo.
Per intervenire durante gli episodi, le strategie più efficaci al momento sono comportamentali e di regolazione corporea: fermarsi immediatamente quando avverte i primi segnali di allarme, respirare lentamente e profondamente, sdraiarsi in un luogo sicuro e, se possibile, applicare tecniche di rilassamento muscolare progressivo. Tenere una routine regolare di sonno, alimentazione, idratazione e attività fisica moderata può aiutare a ridurre la frequenza e l’intensità degli episodi.
Per quanto riguarda l’uso di farmaci, ci sono alcune possibilità che possono essere valutate dal medico o dallo psichiatra: farmaci che modulano l’ansia o il sistema nervoso autonomo, come alcuni beta-bloccanti o ansiolitici a breve termine, possono ridurre la risposta acuta, ma vanno sempre prescritti da un professionista, considerando la sua storia clinica, l’età e l’assenza di ipotensione o altre condizioni. Non esistono farmaci che “curano” immediatamente questi episodi, ma un approccio combinato di gestione dello stress, tecniche di rilassamento e, se necessario, supporto farmacologico mirato può rendere la condizione molto più gestibile.
In sintesi, il passo più importante è una valutazione medica completa (neurologica, cardiologica e possibilmente gastroenterologica), seguita da un piano di gestione neuropsicologico per imparare a intervenire già ai primi segnali di allarme. Questo approccio può ridurre sia la durata che l’intensità degli episodi e migliorare la qualità della vita.
Se vuole, posso prepararle un protocollo pratico di intervento da applicare durante i malori, con strategie immediate di respirazione, rilassamento muscolare e recupero, che può aiutarla a sentirsi più sicuro e a ridurre l’impatto degli episodi.
Resto a disposizione per approfondimenti
Saluti
Quello che descrive ricorda molto i cosiddetti attacchi da sovraccarico neurovegetativo, in cui il sistema nervoso autonomo reagisce in modo esagerato a stress fisico o mentale. Il fatto che siano presenti già da giovane e peggiorino in determinate condizioni suggerisce anche un pattern di iperreattività fisiologica, cioè il corpo dà segnali intensi quando viene spinto oltre la soglia di tolleranza. Alcuni fattori, come la situazione intestinale, possono amplificare la risposta, perché lo stato digestivo influisce direttamente sul sistema nervoso autonomo.
Per intervenire durante gli episodi, le strategie più efficaci al momento sono comportamentali e di regolazione corporea: fermarsi immediatamente quando avverte i primi segnali di allarme, respirare lentamente e profondamente, sdraiarsi in un luogo sicuro e, se possibile, applicare tecniche di rilassamento muscolare progressivo. Tenere una routine regolare di sonno, alimentazione, idratazione e attività fisica moderata può aiutare a ridurre la frequenza e l’intensità degli episodi.
Per quanto riguarda l’uso di farmaci, ci sono alcune possibilità che possono essere valutate dal medico o dallo psichiatra: farmaci che modulano l’ansia o il sistema nervoso autonomo, come alcuni beta-bloccanti o ansiolitici a breve termine, possono ridurre la risposta acuta, ma vanno sempre prescritti da un professionista, considerando la sua storia clinica, l’età e l’assenza di ipotensione o altre condizioni. Non esistono farmaci che “curano” immediatamente questi episodi, ma un approccio combinato di gestione dello stress, tecniche di rilassamento e, se necessario, supporto farmacologico mirato può rendere la condizione molto più gestibile.
In sintesi, il passo più importante è una valutazione medica completa (neurologica, cardiologica e possibilmente gastroenterologica), seguita da un piano di gestione neuropsicologico per imparare a intervenire già ai primi segnali di allarme. Questo approccio può ridurre sia la durata che l’intensità degli episodi e migliorare la qualità della vita.
Se vuole, posso prepararle un protocollo pratico di intervento da applicare durante i malori, con strategie immediate di respirazione, rilassamento muscolare e recupero, che può aiutarla a sentirsi più sicuro e a ridurre l’impatto degli episodi.
Resto a disposizione per approfondimenti
Saluti
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