Salve, ho 27 anni e sono fidanzata con un ragazzo splendido da 1 anno. Lui ha 31 anni. Da qualche me

2 risposte
Salve, ho 27 anni e sono fidanzata con un ragazzo splendido da 1 anno. Lui ha 31 anni. Da qualche mese ha iniziato a farmi domande sul mio passato, domande intime mettendosi sempre a paragone con le mie relazioni passate. È spesso aggressivi nei modi di parlare e spesso mi fa piangere per le cose che dice, ma lo fa come se volessi ferirmi. Poi “torna lucido” mi chiede scusa e mi dice che sono una persona fantastica e che vuole trascorrere tutta la vita con me. Premetto che lui ha accettato di avere un problema e si sta curando facendo sedute sia da una psicoterapeuta che da una psichiatra, così come me, che ho iniziato un percorso individuale per cercare di capire come mai riesco a restare in questa situazione nonostante tutto. (A lui è stato diagnosticato un disturbo ossessivo compulsivo e depressione).La spiegazione che mi sono data è che all’inizio della nostra storia lui era un uomo meraviglioso e sono ferma a questo ricordo che ho di lui sperando che un giorno possa ritornare da me, come era prima. Vorrei sapere come fare ad aiutarlo e come gestire le sue crisi. Io sono disposta anche a seguire una terapia di coppia e anche lui…
Dott.ssa Annalisa Giannelli
Psichiatra, Psicoterapeuta
Arezzo
Buonasera, come ha detto lui è attualmente in cura presso uno psichiatra ed una psicoterapeuta che sapranno aiutarlo per i suoi problemi. Lei è la sua ragazza per cui può solo volergli bene. Eviti di entrare nella dinamica della "co-terapeuta o della salvatrice" perchè potrebbe farsi molto male.

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Dott. Christian Nasti
Psichiatra, Psicoterapeuta
Milano
Non è sempre semplice vivere come familiare o convivente di una persona che convive con un disturbo mentale. A volte è una passeggiata e le vulnerabilità o sofferenze dell'altra persona non ci lasciano segni indelebili, ma, anzi, riusciamo ad accoglierle, abbracciarle ed a conviverci; altre, invece, è al limite del sopportabile.
E' importante, quindi, avere uno spazio proprio e personale di ascolto e approfondimento di sé e dei propri vissuti. Magari ci sono aree di vulnerabilità personali che la sofferenza dell'altro toccano profondamente, magari ci sono visioni o punti di vista propri che non si sposano con quelli della persona sofferente e causano conflitti e litigi. Magari può essere sufficiente informarsi a pieno su come funziona quel determinato disturbo mentale per capire di più cosa sta succedendo e, quindi, riuscire a spiegarsi meglio la situazione e, magari, soffrire meno.
Sono tantissime le variabili per cui, in generale, prima di pensare ad un percorso di coppia, potrebbe essere utile uno o entrambi i seguenti:
1) chiedere se il servizio che ha in cura la persona con disturbo mentale ha a disposizione uno spazio individuale di educazione e sostegno per i familiari e conviventi
2) avviare un percorso di sostegno personale di psicoterapia.
Solo dopo questi passaggi può essere utile confrontarsi e decidere, assieme, di presentarsi, come coppia, da un terapeuta specializzato

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