Salve, Circa 6 anni fa (a 28 anni) sono stato operato di ernia inguinale bilaterale con protesi,

10 risposte
Salve,

Circa 6 anni fa (a 28 anni) sono stato operato di ernia inguinale bilaterale con protesi,
L'intervento è riuscito, senza postumi, i medici mi dissero soltanto che essendo nato con le ernie, non c'era molto materiale a cui aggrapparsi.

1 anno fa, dopo dello stretching durante la FKT per un ernia L5S1 (toccandomi le punte dei piedi) ebbi uno strappo all'altezza DX del pube, zona legamento inguinale/aduttore, con una fitta che si spostava fino a dietro sopra il gluteo, ho avuto fitte, fastidi e bruciori che in parte si sono protratti per un anno..

Ad oggi, dovendo continuare la fisioterapia e rimanendo leggermente fermo nel tratto addominale, noto che ha iniziato a tirarmi anche l'area SX del pube ed ho dolore.

Credo fortemente che le due reti inserite centrino qualcosa, tuttalpiù la situazione non è buona per via della mia scarsa mobilità della parete addominale, dato che per via dell'ernia lombare che mi porta bruciori, mi è stato sempre consigliato di alzarmi dal letto o far movimenti bruschi con il tronco, ma eseguire inclinazioni dal lato.

Un esempio, ne è la prova, quando provo a far stretching per gluteo e piriforme da sdraiato, tenendomi la gamba riversa e cercando di portarla al petto mi tira e fa male quella zona, come se ci fosse una corda.

Sapete se si può risolvere? e/o a chi rivolgermi?

Grazie in anticipo
Dott. Luca Sgalla
Fisioterapista, Osteopata
Ancona
Buongiorno, la cosa migliore è chiedere al Fisioterapista che la segue visto che conosce meglio di noi la sua storia clinica, dunque può valutare se ci siano aderenze profonde che possano dare la sensazione di "corda" che tira e fa male. Se necessario sarà lui a darle indicazioni per un consulto specialistico per approfondire lo stato delle protesi per ernie inguinali.
Saluti!

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Dr. Massimo Turris
Fisioterapista
Roma
Se si è convinto che le reti c’entrino qualcosa faccia un controllo adeguato via rx o rmn, così potrà portarla al chirurgo che l’ha operata o chi per lui per farsi ragguagliare sulla situazione è concertare col suo terapista o chi per lui sulla migliore strategia da seguire alla ricerca del suo benessere
Dott.ssa Barbara Abrignani
Fisioterapista, Osteopata
San Lazzaro di Savena
Salve sarebbe auspicabile prima di tutto effettuare una risonanza o un'ecografia per valutare la situazione che deriva dagli interventi e se tutto a posto liberare il più possibile dalle aderenze unitamente a una consulenza posturale per valutare l'origine dei problemi alla schiena. Saluti
Dott.ssa Erika Baglivo
Fisioterapista
Roma
Sicuramente con referti, documentazione e visita il suo terapista saprà indirizzarla sul percorso da compiere. Se necessiterà di rivalutare la situazione tramite refertazione oppure ad esempio controllare e trattare eventuali aderenze addominali, eseguendo anche degli opportuni allungamenti della fascia anteriore interna.
Se poi vuole un parere più accurato la aspetto a studio.
Dott.ssa Katia Brocanelli
Osteopata, Fisioterapista
Ancona
Secondo me dovrebbe fare un controllo medico per verificare che la zona operata sia in ordine, dopodiché si rivolga ad un osteopata fisioterapista x valutare la situazione di disequilibrio che si è creata nel tempo, visto le sue problematiche di schiena. Saluti
Dott. Alessio Stranges
Fisioterapista, Posturologo
Firenze
Buongiorno, dovrebbe come cosa prioritaria fare un controllo medico, e sentire se eventualmente se sono necessarie delle indagini radiologiche. Successivamente potrà effettuare il trattamento fisioterapico, basato su terapia manuale ed esercizio terapeutico (magari anche leggermente diverso da quello corretto descritto da Lei, considerato che le da fastidio) mirato alla elasticità.
Cordiali saluti
Buona sera, il consiglio è quello di rivolgersi al suo medico di base spiegando bene la situazione.
Sarebbe utile un controllo ecografico per comprendere meglio se le reti abbiamo ceduto o meno.
Rimango a sua disposizione
Dr. Luciano Brigandi
Fisioterapista, Osteopata, Posturologo
Meda
Buonasera
Avrei necessità di avere maggiori informazioni.
Mi contatti telefonicamente, senza impegno.

Cordialmente
Dott. Dimitri Cozlov
Fisioterapista, Osteopata
Verona
La tua situazione sembra essere una combinazione di problematiche legate a:

Interventi chirurgici pregressi (ernia inguinale bilaterale con protesi).
Tensioni muscolari e fasciali nella regione inguinale e pubica.
Alterazioni biomeccaniche dovute alla gestione dell'ernia discale L5-S1 e al dolore correlato.
Questi fattori possono influenzarsi reciprocamente, creando un quadro complesso di dolore e limitazioni funzionali.

Analisi del problema
Reti protesiche:

Le reti possono creare aderenze o modificare la mobilità tissutale, soprattutto nelle zone circostanti (pube, legamento inguinale, e muscoli adiacenti come gli adduttori). Questo potrebbe spiegare la sensazione di "corda" o il dolore durante movimenti di stretching.
Tensioni miofasciali:

Dopo un intervento, il corpo può compensare con un aumento di tensione in alcune strutture (ad es., muscoli adduttori, ileopsoas, obliqui addominali) per proteggere l'area operata. Questo può contribuire al dolore riferito al pube, gluteo e regione lombare.
Ernia lombare:

L’ernia L5-S1 può influire sui nervi periferici (es. nervo sciatico o femorale) che innervano anche la zona inguinale e pubica, amplificando i sintomi.
Rigidità della parete addominale:

La difficoltà a mobilizzare il tronco e l’addome può peggiorare la tensione nelle catene muscolari anteriori e posteriori, creando un ciclo di dolore e rigidità.
Come intervenire
Per affrontare la situazione in modo efficace, è fondamentale adottare un approccio multidisciplinare:

1. Valutazione approfondita
Fisiatra o ortopedico: Una valutazione accurata per escludere complicazioni delle reti protesiche (es. aderenze o infiammazioni locali).
Ecografia muscolo-tendinea: Utile per individuare eventuali lesioni croniche o alterazioni nei tessuti molli.
Visita da un chirurgo: Per verificare lo stato delle reti e valutare se necessitano ulteriori interventi.
2. Fisioterapia mirata
Un fisioterapista esperto può:

Lavorare sulle aderenze: Attraverso tecniche manuali e miofasciali per migliorare la mobilità dei tessuti.
Rinforzare e mobilizzare la parete addominale: Con esercizi progressivi che evitino carichi eccessivi sul pube e sugli adduttori.
Stretching controllato: Ad esempio, per il piriforme e i glutei senza stressare la regione inguinale.
Tecniche posturali: Per ottimizzare i movimenti quotidiani, riducendo tensioni e dolori.
3. Approccio al dolore cronico
Terapie complementari: Come tecarterapia, onde d’urto o laser per ridurre eventuali infiammazioni locali.
Neuromodulazione: In caso di coinvolgimento nervoso (ad esempio, nel dolore irradiato), si possono considerare tecniche come il TENS.
4. Revisione dell’allenamento e stretching
È importante adottare un piano di esercizi che rispetti la tua condizione, evitando movimenti che stressano l’area inguinale-pubica.
Prediligi esercizi a basso impatto e progressivi, monitorati da un esperto.
A chi rivolgerti
Fisiatra: Per coordinare il percorso terapeutico.
Chirurgo generale: Per valutare lo stato delle reti.
Fisioterapista specializzato: In riabilitazione post-chirurgica e patologie della colonna vertebrale.
Prospettive di miglioramento
Con un trattamento adeguato e un approccio graduale, è possibile migliorare significativamente la tua condizione. La chiave è:

Ridurre le tensioni miofasciali.
Rinforzare la muscolatura stabilizzatrice.
Prevenire ulteriori compensi.
Se hai ulteriori domande o vuoi approfondire un aspetto specifico, sono qui per aiutarti!
Dr. Tiziano Morrocchi
Fisioterapista, Osteopata
Roma
Buongiorno, da quanto descrive, la sua situazione sembra coinvolgere diverse componenti: la pregressa chirurgia per ernia inguinale, la rigidità della parete addominale e la problematica lombare.
- Possibili cause dei sintomi:
• Tensioni miofasciali post-chirurgiche: le reti protesiche possono influenzare la mobilità tissutale, creando aderenze che limitano alcuni movimenti.
• Disfunzione del pavimento pelvico o degli adduttori: lo strappo nella zona inguinale potrebbe aver alterato l'equilibrio tra addominali, adduttori e muscoli del pavimento pelvico.
• Irritazione del nervo ileoinguinale o genitofemorale: i fastidi/bruciori potrebbero derivare da una sensibilizzazione di questi nervi, coinvolti nella zona operata.
• Compensazioni posturali dovute all’ernia lombare: la necessità di evitare movimenti bruschi potrebbe aver ridotto la mobilità del bacino e della colonna, portando a tensioni anomale.
- Cosa può fare?
• Valutazione osteopatica: verificare la mobilità della parete addominale, delle anche e del bacino, individuando eventuali restrizioni o compensi.
• Trattamento osteopatico: tecniche di terapia manuale potrebbero aiutare a ridurre la rigidità della zona inguinale e migliorare la mobilità dei tessuti circostanti.

- Possono aiutare esercizi di:
• Mobilità del bacino e della zona addominale, senza sovraccaricare la regione inguinale.
• Stretching dolce degli adduttori e del piriforme, evitando movimenti che generano fastidio intenso.
• Attivazione graduale del core per ridurre il carico sulla zona lombare senza creare tensioni inguinali.
Attenzione ai movimenti scorretti: evitare stiramenti eccessivi o movimenti forzati che possano aumentare la tensione sulla parete addominale.
Se il problema persiste, potrebbe essere utile un approfondimento con un chirurgo per valutare la condizione delle reti protesiche e il possibile coinvolgimento nervoso.
Spero che queste indicazioni possano aiutarla! Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.

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