Salve, Avrei bisono di una delucidazione da parte di un esperto di ossa craniche. Ho di recen
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Salve,
Avrei bisono di una delucidazione da parte di un esperto di ossa craniche.
Ho di recente letto un libro che tratta di espansione cranica in età adulta e la collega allo scatenamento di alopecia androgenetica. La teoria si chiama "Skull expansion" e in effetti facendo tanta osservazione è evidente come la forma cranica di chi ha normalmente i capelli e chi no è oggettivamente diversa.
Vorrei sapere cosa ne pensa un esperto. E' vero il fatto che le ossa craniche si rimodellano anche in età adulta tanto da creare abbozzamenti nella zona frontale, occipitale e superiore??
Grazie in anticipo per la disponibilità.
Distinti saluti
Federico
Avrei bisono di una delucidazione da parte di un esperto di ossa craniche.
Ho di recente letto un libro che tratta di espansione cranica in età adulta e la collega allo scatenamento di alopecia androgenetica. La teoria si chiama "Skull expansion" e in effetti facendo tanta osservazione è evidente come la forma cranica di chi ha normalmente i capelli e chi no è oggettivamente diversa.
Vorrei sapere cosa ne pensa un esperto. E' vero il fatto che le ossa craniche si rimodellano anche in età adulta tanto da creare abbozzamenti nella zona frontale, occipitale e superiore??
Grazie in anticipo per la disponibilità.
Distinti saluti
Federico
Le ossa del cranio, analogamente a tutte le altre dello scheletro, sono per tutta la vita soggette a fenomeni di rimaneggiamento; così, con l'invecchiamento tendono a subire lievi deformazioni e/o relativi aumenti di volume. Ciò, con molta più evidenza e rapidità in corso di fenomeni sistemici, riguardanti l'ematopoiesi, la produzione ormonale endocrina o nel corso di tutte le connettività e patologie flogogene generali. Pertanto, in tali circostanze, è del tutto possibile un'espansione cranica significativa tale da diradare il cuoio capelluto e produrre in soggetti predisposti l'alopecia androgenica. Ovviamente, caso per caso, bisogna cercare di capire il primum movens sistemico scatenante (cioè la causa specifica) da cui partire per una l'eventuale terapia.
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