Protesi al seno

Al giorno d'oggi le protesi sono veramente molto evolute rispetto a un tempo. Infatti è anche possibile mantenere le protesi mammarie per tutta la vita (oltre 20 anni). Tuttavia, poiché la chirurgia non è una scienza esatta e ogni organismo reagisce in maniera diversa, vi possono essere imprevisti. Il fastidio più frequente è la contrattura capsulare. La protesi mammaria dopo l'intervento viene circondata da un sottile tessuto cicatriziale definito capsula periprotesica. Questa rimane normalmente sottile e morbida, ma in alcuni casi diventa più spessa e si ritrae leggermente. Non sono note con esattezza le ragioni per cui questo accade e pertanto non è possibile garantire con certezza che il problema non si verificherà. Il rischio di contrattura capsulare (a volte definita assai impropriamente ‘rigetto delle protesi‘) varia in base al verificarsi o meno di altre complicanze, come ematoma o sieroma. In entrambi i casi si tratta di versamenti che avvengono internamente alla ferita e sono normalmente riassorbiti dal corpo. Altra possibilità, legata però a qualsiasi tipo di intervento, e sempre imprevedibile in quanto data dalla guarigione di ogni singolo individuo, è la guarigione della ferita stessa, che può trasformarsi raramente in cicatrice cheloidea.

Le complicanze più importanti che può causare l'aumento del seno con protesi sono essenzialmente quattro:
1. Contrattura Capsulare;
2. Spostamento delle protesi;
3. Rotazione delle Protesi;
4. Rottura delle protesi.

buongiorno, in realta' la risposta a questa domanda e' molto più complessa di quella che sembra: infatti oltre a danni derivanti da una cattiva gestione del paziente ( dipendente dal chirurgo) abbiamo due complicazioni che possono verificarsi , il rigetto della protesi e la contrattura protesica. sono evenienze rare ma che possono verificarsi .

Buonasera,
Come ogni intervento chirurgico anche la mastoplastica additiva può aver delle complicanze; le principali sono il sanguinameto nel post-operatorio, l’insorgenza di contrattura capsulare o alterazioni del processo di cicatrizzazione. Rara, ma da valutare, la rottura delle protesi. Durante il corso della prima visita il chirurgo che avrà scelto sicuramente le darà tutte le delucidazioni in merito.
Spero di esserle stata utile.
Dott.ssa Virginia Rapisarda

Gentile sig.ra l'argomento necessita di una mezz'oretta per spiegarle il tutto , ma cercherò di essere sintetico .
In prima luogo prima di affronatre una mastoplastica additiva è necessario controllare il seno con una mammografia ed una ecografia mammaria , se gli esami sono negativi e dopo un attenta anamnesi con particolar modo alle malattie autoimmunitarie , si può pensare ad un 'impianto protesico . Le protesi moderne sono costituite da silicone coesivo sono decisamente un po' più rigide ma mantengono la forma nel tempo .
La scelta di dove posizionare la protesi è essenziale se si sceglie la via retromammarie l'indurimento periprotesico è assolutamente più facile si possono avere delle contratture capsulari di lieve , medio alto livello; Lo" sgocciolamento-gel bleeding " del silicone è fisiologico , altre possibile problematiche sono le mastiti post.-operatorie e in casi rari la migrazione della protesi . Nel caso decida di mettere le protesi anatomiche retromuscolari le complicazioni sopra citate sono decisamente inferiori in percentuale il dislocamento della protesi può avvenire in casi rari . Per ambedue le tecniche la rottura protesica nn è evento raro nelle mia professione vedo le vecchie protesi al gel di silicone nn coesivo rompersi dopo una decina d'anni. Rischi di malattie autoimmunitarie dopo impianto di silicone sono rarissimi circa 1-2% .
Consigliabile in ogni caso eseguire una ecografia mammaria ogni 12 -18 mesi . Cordiali saluti