Orientamento sessuale Salve, sono un ragazzo di 17 anni e da tempo ho difficoltà a comprendere il m

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Salve, sono un ragazzo e da tempo ho difficoltà a comprendere il mio orientamento sessuale. Capisco benissimo che l'orientamento sessuale non va visto in maniera semplicistica e come un qualcosa di stabile e immutabile, ma al momento mi sento privo di alcun punto di riferimento.
Sin da piccolo non mi sono mai posto problemi sul mio orientamento sessuale, non so quanto possa contare, ma nel periodo delle scuole materne mi piaceva una bambina e durante le scuole elementari è accaduta la stessa cosa con altre bambine, sebbene non avessi la minima idea di cosa volesse dire "attrazione sessuale". Durante le scuole medie non ho avuto nessun tipo di attrazione nei confronti né dell'uno né dell'altro sesso, tanto da sentirmi dire più volte frasi del tipo: "è impossibile che non ti piaccia nessuno". Nello stesso periodo ricordo di aver visto un film in cui vi era una coppia di omosessuali e, data la discriminazione a cui essi sono soggetti nella società in cui viviamo e nello stesso ambiente in cui vivevo, ho iniziato ad sviluppare una sorta di fobia di essere omosessuale. Mi spiego meglio, da quel momento questa preoccupazione ha iniziato a frullarmi ripetutamente nella testa senza abbandonarmi. A tal proposito, ci tengo a precisare che questo è un mio modo di relazionarmi con il mondo in generale, non so se derivi dal fatto di aver subito insulti da bambino a cui la mia timidezza mi impediva di rispondere, ad ogni modo quando qualcuno mi giudica (ad esempio se qualcuno dovesse dirmi che sono brutto), io tendo a rimuginare su quell'affermazione, anche se magari altre mille persone direbbero il contrario su di me. Per questo, quando ho iniziato a scoprire il mondo omosessuale, non ho potuto fare a meno di pensare che da piccolo mi prendevano in giro per la mia voce acuta, per essere più riservato o per il fatto che non mi piaceva il calcio. Tutti argomenti che non hanno nessun legame con l'omosessualità ma che alimentavano la mia ingiustificata fobia di essere omosessuale.
Più o meno in quel periodo (terza media) ho iniziato ad osservare attentamente i miei coetanei. La prima volta che io ricordi di essere stato attratto da un ragazzo fu in una recita scolastica, quando vidi il protagonista e pensai: "è davvero simpatico, vorrei essere suo amico". Tuttavia un pensiero del genere non poteva fare altro che alimentare i miei sospetti sul mio orientamento sessuale, quindi notai che pensando a parti del corpo tipicamente maschili o guardando foto di ragazzi perfetti provavo un certo senso di ansia che tuttora non so se poter definire "farfalle nello stomaco", sta di fatto che ciò facilitava anche l'eccitazione, mentre la stessa cosa non accadeva con le ragazze. Un giorno il mio migliore amico mi disse di avere la stessa reazione nel vedere immagini di ragazzi "perfetti" e di avere le mie stesse preoccupazioni, non capendo, proprio come me, se quella fosse più attrazione o desiderio di essere un modello da copertina misto al disagio per non esserlo. Ora che sono passati quattro anni, questo mio amico è fidanzato da un anno con una ragazza e sembra stiano bene insieme. È anche vero che lui vive in una famiglia in cui i genitori, a differenza dei miei, non reputano l'attrazione sessuale un tabù, ne parlano e hanno sempre spinto il figlio a interagire con le ragazze. Io, invece, continuo ad avere gli stessi dubbi, specialmente in relazione alla mia differente reazione nel vedere la foto di una bella ragazza e di un bel ragazzo. A questo si aggiunge il fatto che ho una forte carenza di autostima, sebbene io spesso pensi più da adulto che da ragazzo, mi sento piccolo, da un lato ho sempre represso le mie emozioni, vivendo come in terza persona e osservando gli altri vivere al posto mio, dall'altro mi sento quasi inferiore agli altri miei coetanei, come se le ragazze non guardassero a prescindere uno come me. Vedo le ragazze come mamme o comunque persone che potrebbero giudicarmi piuttosto che come potenziali compagne (non so se può aver influito il mio rapporto complesso con mia madre o l'assenza di mio padre nella mia vita).
Nonostante ciò, in due occasioni negli ultimi due anni mi è capitato di essere attratto da una mia amica, sempre la stessa, e mi è parso che i miei sentimenti nei suoi confronti fossero diversi rispetto a quelli per i ragazzi; non riuscivo a fare a meno di guardarla e di pensare a lei e avrei voluto fossimo soli insieme, come fossi per qualche istante in un universo parallelo, avrei anche desiderato avere rapporto sessuale. Tuttavia ripeto che una situazione del genere si è verificata solo due volte, mentre le sopracitate reazioni nel vedere ragazzi sono molto più frequenti, sebbene forse meno intense e sebbene non abbia mai fatto sogni erotici in cui fossero presenti ragazzi e l'idea di avere rapporti sessuali con un ragazzo al di là del semplice bacio non mi disgusta ma nemmeno mi alletta, mentre ho avuto sogni erotici in cui erano presenti delle ragazze.
Sono molto confuso, scusate per la lunghezza del messaggio, la confusione dello stesso ed eventuali errori grammaticali, che denotano la confusione nella mia testa. Confido nella vostra professionalità, grazie in anticipo.
Salve ho letto con attenzione i suoi dubbi e le sue incertezze, mi sembra plausibile che oltre alle risposte che cerca, il focus su cui lavorare è: ciò che davvero la fa soffrire. II tempo che dedica a rimuginare sulle sue incertezze alimenta quello che in gergo cognitivista si chiama "problema secondario" e che a sua volta alimenta la sua insicurezza generando un circolo vizioso senza fine. Mi può scrivere in qualsiasi momento e magari discuterne da vicino o da remoto con una consulenza online.
Cordiali saluti
Dott.Salvatore Buccelli

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Buongiorno, da quello che scrive mi sembra che ci sia una voce dentro di lei che emette dei giudizi piuttosto critici rispetto a quanto lei possa essere "adeguato" come essere umano che, se non capisco male, potrebbe trovare una risonanza nel rapporto che ha con sua madre. Varrebbe la pena di attivare delle riflessioni su questo tema per capire quanto quella voce è sua e quanto invece è della sua figura genitoriale. La questione dell'orientamento sessuale sembra derivare più dal suo senso di inadeguatezza generale che da un vero e proprio "problema" esistenziale. Potrebbe valere la pena affrontare il discorso con uno specialista per promuovere un atteggiamento più compassionevole e accettante verso di sé.
Credo che un aiuto psicologico sarebbe di grande aiuto in questa sua fase della vita…spesso è di sollievo ed un percorso stimolante di crescita personale.

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