Mio padre ha 84 anni e ha sempre preso negli ultimi anni delle medicine per la prostata stante sempr
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Mio padre ha 84 anni e ha sempre preso negli ultimi anni delle medicine per la prostata stante sempre un PSA Alto. Nelle ultime analisi il PSA ha registrato valore 20. Il Medico di Base ha subito prescritto una visita specialista con urologo il quale ha avuto il seguente referto: -OSTRUZIONE CU DA IPB IN TERAPIA CON TAMSULOSINA -PSA IN RIALZO A 20NG/ML -RIFERISCE NICTURIA 2 VOLTE MA NEL COMPLESSO SOSTANZIALE BENESSERE SINTOMATICO
ER PROSTATA X 2,5 DI CONSISTENZA ADENOMATOSA, NON PARTICOLARI NODULARITA' ALLA PALPAZIONE
CONCLUSIONE: IPB, PSA AUMENTATO IN PAZIENTE DI 84 ANNI
SI CONSIGLIA:
- AGGIUNGERE DUTASTERUDE
- PSA FRA 3 MESI (DAL 25/11/2024) CON EVENTUALE RMN PROSTATA MULTIPARAMETRICA
Il mio dubbio è questo: lo specialista ha detto che se il paziente (ovvero mio padre di 84 anni) era più giovane avrebbe subito prescritto stante il PSA esami e quanto necessario per appurare le cause del PSA alto che potrebbero anche essere dovute da Tumore. Stante l'età ha suggerito quanto sopra descritto al fine di verificare i 3 mesi di cura con farmaco non sottoponendo mio padre subito a esami invasivi o altro, che a detta dello specialista, potrebbero impattare negativamente (catetere, difficoltà di minzione ed altro) sulla qualità di vita di mio padre che adesso sta bene. VI CHIEDO in quanto di commentare il percorso terapeutico indicato dallo specialista soprattutto nei 3 mesi di cura farmacologica per poi valutare PSA e fare RMN PROSTATA MULTIPARAMETRICA o procedere a vostro giudizio nel fare RMN PROSTATA MULTIPARAMETRICA subito. Quello che mi lascia perplesso in generale, sicuramente per mia ignoranza, è il fatto che in sostanza lo specialista dica che avendo mio padre 84 anni nel caso ci fosse un tumore il percorso terapeutico sarebbe limitato e che lui non morirà di tumore( nel caso ci fosse) ma sicuramente di altro. Vorrei una interpretazione perché forse ho capito male.Grazie in anticipo.
ER PROSTATA X 2,5 DI CONSISTENZA ADENOMATOSA, NON PARTICOLARI NODULARITA' ALLA PALPAZIONE
CONCLUSIONE: IPB, PSA AUMENTATO IN PAZIENTE DI 84 ANNI
SI CONSIGLIA:
- AGGIUNGERE DUTASTERUDE
- PSA FRA 3 MESI (DAL 25/11/2024) CON EVENTUALE RMN PROSTATA MULTIPARAMETRICA
Il mio dubbio è questo: lo specialista ha detto che se il paziente (ovvero mio padre di 84 anni) era più giovane avrebbe subito prescritto stante il PSA esami e quanto necessario per appurare le cause del PSA alto che potrebbero anche essere dovute da Tumore. Stante l'età ha suggerito quanto sopra descritto al fine di verificare i 3 mesi di cura con farmaco non sottoponendo mio padre subito a esami invasivi o altro, che a detta dello specialista, potrebbero impattare negativamente (catetere, difficoltà di minzione ed altro) sulla qualità di vita di mio padre che adesso sta bene. VI CHIEDO in quanto di commentare il percorso terapeutico indicato dallo specialista soprattutto nei 3 mesi di cura farmacologica per poi valutare PSA e fare RMN PROSTATA MULTIPARAMETRICA o procedere a vostro giudizio nel fare RMN PROSTATA MULTIPARAMETRICA subito. Quello che mi lascia perplesso in generale, sicuramente per mia ignoranza, è il fatto che in sostanza lo specialista dica che avendo mio padre 84 anni nel caso ci fosse un tumore il percorso terapeutico sarebbe limitato e che lui non morirà di tumore( nel caso ci fosse) ma sicuramente di altro. Vorrei una interpretazione perché forse ho capito male.Grazie in anticipo.
Viene da chiedersi come mai abbia trascinato così a lungo la questione prostatica, ma tant'è. Ovviamente la dutasteride farà calare un poco il PSA, ma ciò non significherà nulla. Quel PSA è decisamente alto ed è un forte segnale di un cancro non solo localizzato. Pertamnto è bene sapere con cosa si abbia a che fare per poi decidere sul come agire. Quindi va fatta immediatamente la mpRMI e il profilo del PSA (PSA totale e libero, 2-proPSA e PHI; rapporto PSA/volume e PHI/volume, PSA L/T, testosterone/PSA) e solo su tali basi decidere sul come agire.
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Salve. La problematica è un po’ più complessa di quanto sembri e in parte dipende dalla nostra incapacità nel prevedere il comportamento biologico dei tumori maligni della prostata che, indipendentemente dall’età possono mostrarsi estremamente indolenti o estremamente aggressivi. Tale situazione è maggiormente incerta nei casi in cui il sospetto di tumore della prostata è posto in un paziente ultrasettantacinquenne, Per il semplice motivo che le nostre previsioni sulla durata di vita di tali pazienti si basano unicamente su delle statistiche, per cui teoricamente non è superiore ai 10 anni.
Fatta questa premessa, ogni paziente è figlio unico e se le condizioni generali e l’età biologica è inferiore a quella anagrafica, è corretto procedere ad una Diagnostica da prima non invasiva con la risonanza magnetica e successivamente se indicato con la biopsia prostatica, eventuale successiva stadiazione per escludere metastasi e terapia locale Ad intento curativo appuratane l’assenza, che può essere nel caso di un paziente di 84 anni, la RADIOTERAPIA. In sintesi, non sappiamo con certezza, prima di fare la biopsia prostatica (che in alcuni casi, la minoranza 10% circa, può esitare in un’infezione delle vie urinarie, sanguinamento urinario e posizionamento di un catetere, che tuttavia molto raramente <1% sono gravi e/o prolungati), se la diagnosi di un eventuale tumore della prostata, seppur adeguatamente trattato (e con l’avanzare dell’età le opzioni terapeutiche si restringono), migliori la qualità e/o la durata di un paziente rispetto al non diagnosticare tale tumore, poiché per età e patologie altre della persona in questione, il termine della vita sopraggiungerebbe per cause diverse prima che la neoplasia prostatica abbia dato manifestazioni cliniche che riducano durata della vita e benessere della persona. É una “scommessa” clinica (suffragata da centinaia di migliaia di dati clinici di pazienti con analoghe caratteristiche) che noi facciamo nel prevedere che età/comorbilitá abbiano maggior peso sul destino della persona rispetto alla mortalità e morbilitá dell’ adenocarcinoma della prostata; ciò è vero però più il paziente è anziano/comorbido e più i dati pre-bioptici del sospetto tumore sono a favore di una neoplasia poco aggressiva: PSA basso (<10 ng/ml), ER: negativa per noduli, RM prostata o senza aree sospette o con aree sospette piccole <1cm/con caratteristiche di non aggressività biologica. Spero di averle in parte chiarito i dubbi (o magari aggiunti degli altri!), ma è un argomento che non è definitivamente standardizzato giacché l’avanzamento della tecnologia e della nostra conoscenza della biologia tumorale nonché l’aumento della durata media di vita, ci impone di rivedere continuamente i nostri percorsi diagnostico-terapeutici.
Fatta questa premessa, ogni paziente è figlio unico e se le condizioni generali e l’età biologica è inferiore a quella anagrafica, è corretto procedere ad una Diagnostica da prima non invasiva con la risonanza magnetica e successivamente se indicato con la biopsia prostatica, eventuale successiva stadiazione per escludere metastasi e terapia locale Ad intento curativo appuratane l’assenza, che può essere nel caso di un paziente di 84 anni, la RADIOTERAPIA. In sintesi, non sappiamo con certezza, prima di fare la biopsia prostatica (che in alcuni casi, la minoranza 10% circa, può esitare in un’infezione delle vie urinarie, sanguinamento urinario e posizionamento di un catetere, che tuttavia molto raramente <1% sono gravi e/o prolungati), se la diagnosi di un eventuale tumore della prostata, seppur adeguatamente trattato (e con l’avanzare dell’età le opzioni terapeutiche si restringono), migliori la qualità e/o la durata di un paziente rispetto al non diagnosticare tale tumore, poiché per età e patologie altre della persona in questione, il termine della vita sopraggiungerebbe per cause diverse prima che la neoplasia prostatica abbia dato manifestazioni cliniche che riducano durata della vita e benessere della persona. É una “scommessa” clinica (suffragata da centinaia di migliaia di dati clinici di pazienti con analoghe caratteristiche) che noi facciamo nel prevedere che età/comorbilitá abbiano maggior peso sul destino della persona rispetto alla mortalità e morbilitá dell’ adenocarcinoma della prostata; ciò è vero però più il paziente è anziano/comorbido e più i dati pre-bioptici del sospetto tumore sono a favore di una neoplasia poco aggressiva: PSA basso (<10 ng/ml), ER: negativa per noduli, RM prostata o senza aree sospette o con aree sospette piccole <1cm/con caratteristiche di non aggressività biologica. Spero di averle in parte chiarito i dubbi (o magari aggiunti degli altri!), ma è un argomento che non è definitivamente standardizzato giacché l’avanzamento della tecnologia e della nostra conoscenza della biologia tumorale nonché l’aumento della durata media di vita, ci impone di rivedere continuamente i nostri percorsi diagnostico-terapeutici.
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