Mia mamma ricoverata presso un centro riabilitazione per protesi ginocchio ha contratto klebsiella p

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Mia mamma ricoverata presso un centro riabilitazione per protesi ginocchio ha contratto klebsiella pneumonae. Curata con un antibiotico sensibile in struttura. Uscita ha contratto il covid. Negativizzata ha fatto urinocoltura, di nuovo positiva er klebsiella pn. Ma l'antibiotico utilizzato il mese prima risulta adesso resistente. Rimangono altri due antibiotici sensibili. Unl'infettivologo consiglia di non usare ancora antibiotico temendo che diventino anche questi resistenti e in caso di urgenza non si potrebbe intervenire e rischierebbe di morire per un'infezione. Ma davvero non si può fare nulla? E davvero al prossimo intervento (che è programmato per la calcolosi della cistifellea) dobbiamo aver paura? Chiedo consigli. Un urologo o un nefrologo potrebbero aiutarla?
La positività urinaria non è pericolosa come quella alle vie aeree o addirittura generalizzata (setticemia), in particolare se non vi è febbre, sintomi specifici od altre note alterazioni a livello di reni e vie urinarie (es. calcoli, malformazioni, eccetera). Sono situazioni che oggi si rirovano abbastanza spesso in ambito ospedaliero. Diremmo che il parere dell'infettivologo sia sensato e condivisibile.Una valutazone urologica, se non fosse mai stata effettuata, sarebbe comunque opportuna.

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