Ho 75 anni e mi trovo in uno stato di buona salute generale. Due settimane fa in vacanza ho accusat

2 risposte
Ho 75 anni e mi trovo in uno stato di buona salute generale.
Due settimane fa in vacanza ho accusato una improvvisa ritenzione acuta di urina (lievi disturbi urinari in precedenza).
Trattamento al pronto soccorso:
Esplorazione digitale prostata, ecografia vescica (calcolo di 16 mm), cateterizzazione.
Proseguimento con l’urologo a domicilio:
Terapia farmacologica, ecografia vescica e prostata (anche transrettale), proseguimento cateterizzazione.
Dopo ca. 20 giorni senza miglioramento della funzione si decide per un inevitabile intervento endoscopico combinato prostata e calcolo.
Tuttavia l’urologo richiede prima dell’intervento una misura del PSA per poi eseguire o meno dopo una settimana una biopsia prostatica.
Io nutro personalmente dubbi di carattere generale sul rapporto rischio/beneficio di questa operazione.
Tuttavia la mia domanda è la seguente:
L’informazione derivante dalla biopsia della prostata offre reali vantaggi per lo svolgimento della ormai prossima operazione endoscopica e in che modo può influerzarne l’andamento?

Grazie
Prof. Carlo Rando
Andrologo, Chirurgo generale, Urologo
Milano
E' evidente che la sua prostata generi una ostruzione uretrale che ha superato da tempo il limite e che ha fatto generare il calcolo in ambito vescicale in ragione della stasi di urina che evidentemente data da tempo in forma cronica. Ovvio che la via vada disostruita (TURP) e il calcolo rimosso e senza perdere tempo. Tuttavia non sembra essere noto nulla della sua condizione prostatica per cui l'esecuzione del PSA (meglio il PHI) e di una attenta ecografia doppler transrettale sono fondamentali (non è che l'urologo in sede di visita ha avuto il sospetto di presenza di uno o più noduli duri?) per sapere le reali condizioni della prostata prima dell'intervento e decidere se serva anche una mpRMI.

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Dott. Enrico Santagata
Urologo, Andrologo, Medico certificatore
Roma
Gentile paziente, la richiesta del suo urologo curante è assolutamente congrua. Finora lei ha seguito un percorso diagnostico e terapeutico finalizzato alla gestione di un'ostruzione al flusso. Questo è spesso collegato a una patologia benigna (l'ipertrofia prostatica benigna), ma -sebbene più raramente- può essere causato da patologie tumorali (l'adenocarcinoma prostatico). Prima di scegliere la terapia giusta, va fatta una corretta diagnosi.
L'eventuale indicazione a una biopsia è da valutare solo dopo aver stimato il suo rischio di avere un tumore prostatico, e ciò è possibile solo dopo avere una misura del suo PSA.
Quindi giusto procedere con il PSA che, peraltro, è un esame non invasivo.
Cordialmente, ES

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