E' stato accertato che, allo stato attuale delle cose ho una flogosi prostatica, che però sembra non
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E' stato accertato che, allo stato attuale delle cose ho una flogosi prostatica, che però sembra non passare nonostante le terapie. Mi pongo il quesito se l'infiammazione prostatica possa essere dovuta da altre patologie considerando il fatto che pare che non vi siano infezioni a fronte degli esiti degli esami delle urine chimico-fisico- microscopico , dell'urinocoltura, della spermiocoltura e dell'esame dell'urina per la ricerca della clamydia. Mi mancherebbero, nell'eventualità, spermiogramma e tampone uretrale ma degli esami del sangue fatti non vi sono esiti che possano far presumere ad un processo infettivo. Ad ogni qual modo, benché io stia sicuramente meglio rispetto ai mei precedenti, rimane una sintomatologia di lievissimo fastidio/irritazione nel parte bassa del pene ( nel punto dove vi è l'attaccatura) con l'aggiunto di sensazione di dover nuovamente urinare anche se la precedente minzione, seppur senza bruciore o dolore, sia avvenuta 5 minuti prima. Segnalo che il mio residuo post minzionale nelle uroflussimetrie fatte è di 40-50 ml. Che ne pensate? Grazie a tutti.
Una congestione infiammatoria pelvico-prostatica non dipende quasi mai dai batteri o dai virus che al massimo trovano ospitalità in un ambiente favorevole (disfunzionante ed infiammato o congesto) aggravando il quadro. Ovvio che togliere presenze batteriche consistenti possa aiutare, ma nulla risolve. La questione pelvico-prostatica poi ha spesso ragioni locali (non ultimo un alterato rapporto prepuzio/glande) e/o generali stato epato-metabolico-ossidativo, nutrizionale, ormonale, immunitario, stato del microbiota intestinale) ch troppo spesso nessuno valuta.
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Salve. Mancano alcuni dati essenziali per un corretto inquadramento diagnostico (pur sempre telematico): età, condizioni generali, patologie concomitanti e conseguenti terapie croniche in atto, idratazione 24h, regolarità intestinale (interventi addominali pregressi, dando per scontato che non abbia mai effettuato operazioni chirurgiche in ambito urologico). Approfondimenti diagnostici fondamentali: spermioCOLTURA e tampone uretrale standard + RICERCA SUGLI STESSI campioni di CHLAMYDIA, Ureaplasmi e Mycoplasmi, infine il test di Meares, per escludere con pressoché assoluta certezza un’origine infettiva. Premesso ciò, la prostatite cronica ABATTERICA, è una patologia quasi sempre impossibile da eradicare definitivamente (d’altronde non sarebbe CRONICA, tautologico), che se ben controllata con stile di vita e terapia medica, non è particolarmente impattante sulla qualità della vita. Se la sua età è >40 anni, un primo dosaggio PSA (indispensabile se familiarità per Carcinoma prostatico) e (se fumatore e/o esposto professionalmente) citologico urinario x3 sarebbero esami complementari nella definizione del quadro clinico complessivo. Infine, se piuttosto giovane, per escludere una malattia di Marion, il minimamente invasivo esame UretroCisto-Grafico retrogrado e minzionale e/o la visione endoscopica diretta tramite Fibrocistoscopia del basso tratto urinario (LUT), sono approfondimenti dirimenti per comprendere l’origine dei suoi disturbi. Senza dimenticare inoltre il profondo ed insolubile legame fisiopatologico tra LUT ed intestino: patologie intestinali croniche hanno sempre, chi prima o chi dopo, ricadute sul funzionamento del basso tratto urinario.
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