Buongiorno. Spiego brevemente la mia situazione. A fine aprile di quest'anno accuso fastidio all'a
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Buongiorno.
Spiego brevemente la mia situazione.
A fine aprile di quest'anno accuso fastidio all'arcata superiore sinistra al molare n 27.Mi reco immediatamente alla guardia medica dove fortunatamente c'era una odontoiatra di turno che mi dice che ho una pulpite acuta ma che posso prendere antidolorifici e aspettare che passa un po' il dolore per poi farmi visitare dal mio medico.
La sera stessa mi si gonfia metà viso, a causa di un ascesso e il dolore è talmente forte che non passa...mi reco in urgenza all'ospedale dove mi ripuliscono completamente il dente e mi dicono di andare il prima possibile dal mio medico.
Mi prescrivono antibiotico per 6giorni.
Il giorno dopo vado dal mio odontoiatra il quale conferma la pulpite e mi ripulisce e medica la zona, e questa operazione viene effettuata per 3settimane con una visita a settimana in modo da far riprendere il dente traumatizzato.
A fine maggio me lo devitalizza e a Giugno me lo ricostruisce con un intarsio in composito dicendomi che non c'era alternativa dato che il dente era molto compromesso.
La prima settimana accuso fastidi all'intarsio ma successivamente passano e sto bene.
Inizio luglio accuso nuovamente fastidio e nel giro di 2giorni ho un altro ascesso ma stavolta peggio del primo.
Mi sono recata dall'odontoiatra il quale osservando la panoramica mi ha confermato che non si vede nulla di rilevante se non un ombra all'interno del molare n27 e che la devitalizzazione risulta fatta correttamente.
Perciò mi prescrive nuovamente antibiotico per 6 giorni e mi dice che probabilmente il dente andrà estratto poiché l'intarsio potrebbe aver creato problemi.
E' possibile che dia rigetto?
io ora mi ritrovo con un ascesso, nuovamente dolore e devo pagare un intarsio che andrà tolto e l'estrazione a parte?
Attendo un riscontro.
Grazie per il tempo e l'attenzione
Spiego brevemente la mia situazione.
A fine aprile di quest'anno accuso fastidio all'arcata superiore sinistra al molare n 27.Mi reco immediatamente alla guardia medica dove fortunatamente c'era una odontoiatra di turno che mi dice che ho una pulpite acuta ma che posso prendere antidolorifici e aspettare che passa un po' il dolore per poi farmi visitare dal mio medico.
La sera stessa mi si gonfia metà viso, a causa di un ascesso e il dolore è talmente forte che non passa...mi reco in urgenza all'ospedale dove mi ripuliscono completamente il dente e mi dicono di andare il prima possibile dal mio medico.
Mi prescrivono antibiotico per 6giorni.
Il giorno dopo vado dal mio odontoiatra il quale conferma la pulpite e mi ripulisce e medica la zona, e questa operazione viene effettuata per 3settimane con una visita a settimana in modo da far riprendere il dente traumatizzato.
A fine maggio me lo devitalizza e a Giugno me lo ricostruisce con un intarsio in composito dicendomi che non c'era alternativa dato che il dente era molto compromesso.
La prima settimana accuso fastidi all'intarsio ma successivamente passano e sto bene.
Inizio luglio accuso nuovamente fastidio e nel giro di 2giorni ho un altro ascesso ma stavolta peggio del primo.
Mi sono recata dall'odontoiatra il quale osservando la panoramica mi ha confermato che non si vede nulla di rilevante se non un ombra all'interno del molare n27 e che la devitalizzazione risulta fatta correttamente.
Perciò mi prescrive nuovamente antibiotico per 6 giorni e mi dice che probabilmente il dente andrà estratto poiché l'intarsio potrebbe aver creato problemi.
E' possibile che dia rigetto?
io ora mi ritrovo con un ascesso, nuovamente dolore e devo pagare un intarsio che andrà tolto e l'estrazione a parte?
Attendo un riscontro.
Grazie per il tempo e l'attenzione
Buongiorno,
per risponderle correttamente e in maniera esaustiva riguardo il suo caso dovrei avere in mano una radiografia recente del dente, ma se le hanno detto che la terapia canalare è corretta e l'intarsio va bene è probabile che il dente abbia una frattura radicolare (anche una piccola frattura a livello radicolare purtroppo può portare ad una recidiva) , e un dente fratturato va estratto.
L'intarsio non da rigetto.
Le causa di un ascesso ad un dente devitalizzato possono essere: scorretta e incompleta devitalizzazione dei canali radicolari oppure frattura.
Si faccia visitare e controllare nuovamente.
Buona giornata
per risponderle correttamente e in maniera esaustiva riguardo il suo caso dovrei avere in mano una radiografia recente del dente, ma se le hanno detto che la terapia canalare è corretta e l'intarsio va bene è probabile che il dente abbia una frattura radicolare (anche una piccola frattura a livello radicolare purtroppo può portare ad una recidiva) , e un dente fratturato va estratto.
L'intarsio non da rigetto.
Le causa di un ascesso ad un dente devitalizzato possono essere: scorretta e incompleta devitalizzazione dei canali radicolari oppure frattura.
Si faccia visitare e controllare nuovamente.
Buona giornata
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Così non si hanno elementi di valutazione, ma l'ombra notata dal suo dentista potrebbe essere una zona rimasta vuota che , a causa della pressione masticatoria dell'intarsio,può aver causato una frattura del dente ,chieda un altro parere.
Gli intarsi non danno rigetti. La causa può essere o una cura canalare incompleta, oppure una frattura di una radice.
In genere in questi casi, se il dente va tolto non paga di certo l'estrazione!
In genere in questi casi, se il dente va tolto non paga di certo l'estrazione!
Se la terapia non è andata a buon fine non sarebbe corretto addebitargliene i costi soprattutto se il medesimo problema si è ripresentato dopo solo 2 mesi.
Non esiste la possibilità che l'intarsio venga rigettato, ma è probabile che qualcosa nel corso della prima terapia non abbia funzionato: in questo caso propenderei più per una terapia endodontica incongrua che per una frattura non diagnosticata che da segni evidenti sia clinici che a livello di sintomatologia. Magari avrei aspettato a realizzare e cementare l'intarsio se la prognosi del dente non era evidentemente positiva.
Non esiste la possibilità che l'intarsio venga rigettato, ma è probabile che qualcosa nel corso della prima terapia non abbia funzionato: in questo caso propenderei più per una terapia endodontica incongrua che per una frattura non diagnosticata che da segni evidenti sia clinici che a livello di sintomatologia. Magari avrei aspettato a realizzare e cementare l'intarsio se la prognosi del dente non era evidentemente positiva.
Buongiorno, come già detto dai colleghi, qualcosa non è andato a buon fine, sia la terapia canalare o l'itarsio. Chieda consulto ad un secondo specialista.
Saluti
Saluti
Buon pomeriggio,sicuramente qualcosa non è andato come si deve e senza una visita e una valutazione delle radiografie non è corretto esprimere una diagnosi precisa..in ogni caso non è corretto pagare intarsio e estrazione.cordiali saluti
Buongiorno, senza degli esami radiografici è difficile fare una diagnosi precisa. Il dolore e l'ascesso possono essere dovuti probabilmente da una frattura radicolare, che non è stata individuata in un primo momento o insorta successivamente, o dalla presenza di canali accessori endodontici non ben devitalizzati. Gli intarsi non generano rigetti.
Buongiorno.
Lei ha descritto accuratamente il quadro e ritengo di poterLe rispondere con un sufficiente grado di accuratezza essendo un endodontista specialista da numerosi anni.
Il quadro iniziale non era di pulpite bensì di necrosi della polpa dentaria dell'elemento 27.
La differenza non è trascurabile, infatti nella necrosi abbiamo un nervo morto ed infetto; nella pulpite il nervo è infiammato irreversibilmente ma ancora vitale. L'ascesso (raccolta di pus) ne è conseguenza. Il collega ha proceduto correttamente con medicazioni e terapia endodontica procedendo alla sterilizzazione dell'endonto (l'interno del dente). Purtroppo l'anatomia delle radici dei singoli denti ha una variabilità anatomica enorme con miriadi di recessi, anfratti, canali accessori ed altro. La terapia viene inoltre eseguita con metodica "tattile". Non è possibile "guardare" dentro un dente tranne che in microscopia. Il successo della terapia dipende da molte variabili di cui la correttezza radiografica delle chiusure è solo uno di questi parametri.
Ora:
il collega ha posizionato sopra al dente devitalizzato un intarsio. Procedura corretta a salvaguardia del rischio di frattura, evento frequente nei denti devitalizzati, in ispecie i posteriori.
Lei però è incappato in un "fallimento endodontico", evento non raro.
Purtroppo non vi sono molte strade: si può tentare di ritrattare l'endodonto (forando l'intarsio nuovo) oppure estrarre il dente e rimpiazzarlo con un impianto osteointegrato.
La medicina non è matematica e queste problematiche possono insorgere indipendentemente dall'impegno, il tempo e le risorse profuse dal professionista.
Lei ha descritto accuratamente il quadro e ritengo di poterLe rispondere con un sufficiente grado di accuratezza essendo un endodontista specialista da numerosi anni.
Il quadro iniziale non era di pulpite bensì di necrosi della polpa dentaria dell'elemento 27.
La differenza non è trascurabile, infatti nella necrosi abbiamo un nervo morto ed infetto; nella pulpite il nervo è infiammato irreversibilmente ma ancora vitale. L'ascesso (raccolta di pus) ne è conseguenza. Il collega ha proceduto correttamente con medicazioni e terapia endodontica procedendo alla sterilizzazione dell'endonto (l'interno del dente). Purtroppo l'anatomia delle radici dei singoli denti ha una variabilità anatomica enorme con miriadi di recessi, anfratti, canali accessori ed altro. La terapia viene inoltre eseguita con metodica "tattile". Non è possibile "guardare" dentro un dente tranne che in microscopia. Il successo della terapia dipende da molte variabili di cui la correttezza radiografica delle chiusure è solo uno di questi parametri.
Ora:
il collega ha posizionato sopra al dente devitalizzato un intarsio. Procedura corretta a salvaguardia del rischio di frattura, evento frequente nei denti devitalizzati, in ispecie i posteriori.
Lei però è incappato in un "fallimento endodontico", evento non raro.
Purtroppo non vi sono molte strade: si può tentare di ritrattare l'endodonto (forando l'intarsio nuovo) oppure estrarre il dente e rimpiazzarlo con un impianto osteointegrato.
La medicina non è matematica e queste problematiche possono insorgere indipendentemente dall'impegno, il tempo e le risorse profuse dal professionista.
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