Buongiorno, sono una ragazza di 28 anni. Ho eseguito per la prima volta un'ecografia dell'addome

2 risposte
Buongiorno,
sono una ragazza di 28 anni.
Ho eseguito per la prima volta un'ecografia dell'addome con un check up periodico con la mia assicurazione ed è stata rilevata la presenza di un calcolo di 11 mm al III medio caliceale del rene destro, senza segni di dilatazione delle cavità escretrici. Non ho mai avuto nessun dolore o sintomo di alcun tipo.
Da un urologo, oltre a uno screening metabolico (esame urine e sangue), per provare a comprendere le cause e limitare il rischio di recidive, che sicuramente farò, mi è stato suggerito di eseguire una tac dell'addome senza mezzo di contrasto.
In seguito, di recarmi in una struttura ospedaliera per valutare le opzioni terapeutiche (ESWL e RIRS).
In un caso come il mio, ritenete possibile o suggeribile provare, in prima battuta, con la litotrissia extracorporea?
Mi preoccupa sottopormi a un'operazione chirurgica endoscopica, seppur descritta come mininvasiva. A maggior ragione senza neanche aver mai avuto un dolore di alcun tipo dovuto al calcolo.
Ho una seconda preoccupazione. Posso capire per la RIRS, ma per una litotrissia extracorporea sarebbe davvero necessaria l'esecuzione di una tac? Non potrebbero essere sufficienti altri esami (ecografia, radiografia addome)?
Capisco sicuramente l'utilità di una TAC per avere un quadro completo della situazione, però mi preoccupa molto espormi a una quantità elevata di radiazioni ionizzanti e al conseguente rischio, seppur magari basso, di aumentare le possibilità di sviluppare tumori nel lungo periodo.
Grazie mille.
Prof. Carlo Rando
Andrologo, Chirurgo generale, Urologo
Milano
Come le è stato suggerito, prima di agire va eseguita una urotac contrastografica e non una tac senza contrasto che poco finirebbe per dire. L0'esame così svolto potrà ben caratterizzare lo stato della via urinaria così da avere certezza che non esistano ostacoli al deflusso urinario. Una volta fatto ciò si ptrà decidere la via e il metodo migliore per eliminare qul calcolo che va in ogni caso eliminato per bene e senza lasciare residui (cosa che a volta accade con la litrotrissia comunque svolta) e, nel caso corrette le eventuali condizioni di riduzione del deflusso urinario. Ovvio che contestualmente vadano svolti i dovuti esami sul suo stato funzionale renale e metabolico-ossidativo per verificare le eventuali ragioni extraurinarie di formazione del calcolo.

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Salve. La calcolosi renale asintomatica non ha un’indicazione terapeutica incontrovertibile anche da linee guida, sebbene più crescano le dimensioni (ecograficamente stimate; unico esame che dà certezze circa la calcolosi urinaria è la TAC) del calcolo più aumentato le probabilità di incorrere in complicanze (ematuria, infezioni urinarie, se raggiunge grandi dimensioni diventando a stampo, perfino subdola e spesso asintomatica insufficienza renale o più correttamente esclusione funzionale del rene stesso, che lentamente ma definitivamente “si spegne”) ed in caso di sua migrazione a valle nel sistema pielo-ureterale, può manifestarsi la più classica delle sintomatologie urologiche, la colica pielo-ureterale/renale che dir si voglia, che oltre al dolore di elevatissima intensità (paragonabile alle doglie del parto), talvolta causa insufficienza renale acuta e urosepsi. Tale premessa per mettere in evidenza i possibili risvolti di una calcolosi renale non trattata. Il trattamento ESWL è sempre meno raccomandato per svariati motivi: non certezza del raggiungimento della condizione “stone free”, durezza del calcolo (dato unicamente risultante dalla TAC), possibile successivo intervento di Ureterolitotrissia endoscopica (spesso in urgenza) per migrazione dei frammenti creati dalla litotrissia extracorporea che impilandosi nel l’uretere creano quella che fantasiosamente viene detta “coda di cometa”. Un ultimo appunto: lo screening metabolico di stampo nefrologico per la valutazione di un’eventuale predisposizione alla litogenesi, si consiglia dopo numerosi episodi di urolotiasi, non per incidentale riscontro di sospetto Nefrolita asintomatico. In conclusione: più il calcolo cresce (condizione tempo dipendente), più è pericoloso e può dare problemi, per trattarlo (adeguatamente) è indispensabile eseguire una TAC (ne esistono a bassa dose come la tecnologia turbo o dual-energy, che riducono significativamente i pericoli da radio-esposizione) e la tipologia di intervento più appropriato dipende da diversi fattori: dimensioni (volume del calcolo, ma ingenerale più è grande, più il trattamento è complesso/invasivo/ripetuto), durezza, posizione, anatomia delle vie urinarie (quest’ultima ahimè valutabile unicamente con TAC mdc/URO-TAC). Cordiali saluti, resto a disposizione.

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