Buongiorno sono la mamma di un bambino di 11 anni a cui è stato diagnosticato tramite segnalazione d
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Buongiorno sono la mamma di un bambino di 11 anni a cui è stato diagnosticato tramite segnalazione della scuola e visita della neuropsichiatria una funzione intellettiva limite e difficoltà emozionali, ha l'insegnante di sostegno a scuola. Il suo comportamento a scuola dicono le insegnanti è abbastanza buono, a casa però non studia non fa nulla da solo i compiti ogni volta sono x me e per i nonni (quando io lavoro) una vera tortura, ogni volta bisogna perdere mezz'ora per convincerlo a farli e di arrabbia poi non stufia a volte lu fa fare a noi di alza ogni momento dalla sedia, io dopo tanti anni dono stanca io da piccola ho sempre fatto i compiti da sola in camera mia, mio figlio invece non apre neanche il figlio da solo non vuole fare nulla odia studiare e mette tutti in crisi. Io non ho molto tempo e vorrei che diventasse un po autonomo che facesse da solo e se ha bisogno chiede invece lui guarda bel vuoto e poi comincia ad alzarsi fare versi distrarsi di continuo pur di farci perdere tempo e non fare i compiti. Io ammetto di matematica dove c'è il problema maggiore non lo riesco neanche più ad aiutare e non ho più la forza di stargli dietro su tutti i compiti perché tutto il pomeriggio devo stare lì non riesco a fare nulla in casa. Per non parlare ancora peggio del suo comportamento che ribadisco a scuola è abbastanza buono ma qui in casa con me e con i nonni è davvero riprovevole. Risponde di continuo viole sempre ragione e non capisce la parola NO nel suo vocabolario non esiste se una cosa la vuole fare la fa poi magari di pente perché viene rimproverato ma il gg dopo la rifà di nuovo vome se si fosse dimenticato tutto. Ho intrapreso un percorso con la psicologia dell'ASL dove stiamo andando perché aveva problemi di controllo della rabbia scatti violenti e rompeva gli oggetti, premetto che sono divorziata il padre abita lontano e non da una mano in più io devo laborare parecchio e passa molto tempo con i nonni che spesso si sono lamentati del suo comportamento. In pratica non ascolta, poi non sta mai fermo è sempre in movimento sembra iperattivo ma mon gli è stato diagnosticato. Io vi sono volte che non do più come comportarmi. A scuola si comporta bene a ca a è un diavolo. Forse è colpa mia dono stara troppo permissiva, poco presente non lo do ma vefo che se il padre lo sgrida al telefono si rimette un po' in riga. Forse manca la figura paterna, hli manca una famiglia normale mamma e papà con la Psicologa ancora ci sta lavorando. Vorrei fargli prendere ripetizioni ma sarebbero troppe spese tra sport che fa e il resto. Vorrei capire da un esperto quanto il fatto che lui sia un FIL influisca sul suo comportamento in casa quanto il fatto che il suo Q.I di 73 incida su tutto questo che ho detto. Quanto io debba prendermela x il suo atteggiamento e quanto invece devo lasciare perdere perché ha un problema ancge sulla dciola. Cosa devo fare ? Grazie
Probabilmente non siamo in presenza soltanto di una FIL, le turbe del comportamento descritte inducono ad effettuare un approfondimento clinico per eventualmente avviare una terapia farmacologica.
Inoltre, la quantificazione del QI è stata effettuata con una scala Wisc?
Se non è così, bisogna fare una valutazione tramite Wisc: penso infatti che siamo in presenza di un deficit cognitivo superiore, spiegando molte delle manifestazioni.
Infine il tutoring sui compiti andrebbe delegati a terzi, preferibilmente specializzato.
Inoltre, la quantificazione del QI è stata effettuata con una scala Wisc?
Se non è così, bisogna fare una valutazione tramite Wisc: penso infatti che siamo in presenza di un deficit cognitivo superiore, spiegando molte delle manifestazioni.
Infine il tutoring sui compiti andrebbe delegati a terzi, preferibilmente specializzato.
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Gentile Signora,
comprendo pienamente le sue preoccupazioni riguardo al comportamento di suo figlio, così come le difficoltà che sta incontrando nel trovare un equilibrio tra le esigenze scolastiche, gli impegni extrascolastici e le risorse familiari disponibili. In situazioni come questa, è fondamentale non fermarsi solo all’osservazione dei comportamenti esterni, ma andare più in profondità, cercando di comprendere come funziona realmente il ragazzo a livello cognitivo.
L’importanza dell’organizzazione cognitiva
Il dato del quoziente intellettivo (QI 73) ci dà un’informazione quantitativa importante, ma non esaurisce la complessità del suo funzionamento mentale. Più rilevante ancora è comprendere l’organizzazione cognitiva, ovvero come suo figlio elabora le informazioni, risolve i problemi, si concentra, memorizza e apprende. Questi aspetti possono influenzare direttamente:
il comportamento a casa e a scuola,
la tolleranza alla frustrazione,
la capacità di organizzarsi, la gestione delle emozioni e dell’autonomia.
Alcuni comportamenti che possono sembrare oppositivi, provocatori o disinteressati potrebbero in realtà riflettere una difficoltà oggettiva a comprendere le richieste o a sostenere il carico cognitivo richiesto.
comprendo pienamente le sue preoccupazioni riguardo al comportamento di suo figlio, così come le difficoltà che sta incontrando nel trovare un equilibrio tra le esigenze scolastiche, gli impegni extrascolastici e le risorse familiari disponibili. In situazioni come questa, è fondamentale non fermarsi solo all’osservazione dei comportamenti esterni, ma andare più in profondità, cercando di comprendere come funziona realmente il ragazzo a livello cognitivo.
L’importanza dell’organizzazione cognitiva
Il dato del quoziente intellettivo (QI 73) ci dà un’informazione quantitativa importante, ma non esaurisce la complessità del suo funzionamento mentale. Più rilevante ancora è comprendere l’organizzazione cognitiva, ovvero come suo figlio elabora le informazioni, risolve i problemi, si concentra, memorizza e apprende. Questi aspetti possono influenzare direttamente:
il comportamento a casa e a scuola,
la tolleranza alla frustrazione,
la capacità di organizzarsi, la gestione delle emozioni e dell’autonomia.
Alcuni comportamenti che possono sembrare oppositivi, provocatori o disinteressati potrebbero in realtà riflettere una difficoltà oggettiva a comprendere le richieste o a sostenere il carico cognitivo richiesto.
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