Buongiorno scrivo un pò la storia del mio trauma con la speranza di ricevere valutazioni ed eventua
18
risposte
Buongiorno
scrivo un pò la storia del mio trauma con la speranza di ricevere valutazioni ed eventualmente se c'è qualche terapia fisica manuale e o strumentale o qualcosa che ancora potrebbe giovarmi. Anni 58 giovanile, alto 1.88, peso 84 chili.
Dunque, nel giugno del 2016 subì trauma schiacciamento piede, su V° metatarso (mi fecero cadere un monitor di pc sul piede…) , con sottostante ematoma di ca 2 cm, poi riassorbito, mi dissero. Nel tempo effettuato Laser, Tecar, Ultrasuoni in baccinella, anche fanghi termali!
Ora avverto continuamente “tirare” il piede, come fosse un po’ “rattrappito”, lo sento come se fosse un po’ “legato” , e come ci fosse della pelle “appiccicata” – sensazioni assai sgradevoli! - e fastidio all'appoggio, come ci fosse un sasso sotto. E male, a camminare.
L’anno scorso la Fisiatra mi fece fare dei “massaggi neuro connettivali”; andai in un centro di riabilitazione ed il fisioterapista mi volle effettuare solo 3 sedute, perché il suo metodo prevedeva solo 3 sedute, e dalla sua idea non si spostò, una terapia a settimana.. Insomma, non è che mi hanno risolto, magari li per lì stavo un pò meglio, poi come prima. Anzi, ora sto peggio di prima..
Due mesi e mezzo fa ho fatto una elettroneurografia, il neurologo mi ha detto che i nervi sono nei limiti della norma, insomma che non ci sarebbero problematiche di nervi; il neurologo stesso mi ha parlato che nei traumi di questo tipo cioè nel mio caso da schiacciamento sono coinvolti i "tessuti molli" e ci vuole molto tempo a che questi tessuti molli si normalizzino.
Questa elettroneurografia fu prescritta da una neurologa che mi visitò quindi prima della ENG, e nel referto aveva scritto “Probabile minima neuropatia compressiva”
L’anno scorso, proprio in aprile, un Fisiatra mi fece fare una Risonanza, questo il referto
REFERTO RM:
"Irregolarità della corticale e della trabecolare spongiosa al terzo medio - prossimale del quinto metatarso, come da esiti di frattura in asse. Residua modesta disomogeneità della intensità del segnale del midollo osseo, come da fenomeni riparativi.
Di minore entità la irregolarità della trabecolatura spongiosa peronale, come da esiti di frattura intraspongiosa. A questo livello non vi sono alterazioni residue della intensità del segnale del midollo osseo.
Non altre alterazioni delle componenti scheletriche. Regolari i rapporti articolari.
Nella norma le componenti tendinee e legamentose comprese nelle immagini.
Regolare il profilo della sella astragalica, in assenza di lesioni osteocondrali."
C'è da rilevare che una questione non è chiara, cioè la RMN ipotizza "come da esiti di frattura in asse", ma sia il primo ortopedico che mi vide dopo 5 giorni dal trauma e anche il radiologo dellì'ospedale che mi fece le prime lastre e che poi portai a visionare tutte le immagini comprese RMN, mi disero che non c'era stata frattura. Un mistero!
Effettuai 2 ecografie, la prima, una decina di giorni dopo il trauma da cui mi inviò il Legale, in una clinica privata, e così refertava:
"L’indagine ecografica eseguita sul versante dorsale della caviglia e del piede destro ha evidenziato la presenza di una falda fluida di versamento sinoviale in sede periastragalica anteriore superiormente, in corrispondenza dell’articolazione astragalo scafoidea, che si estende per un diametro massimo di 1,6 cm circa.
E’ inoltre apprezzabile una tenosinovite settoriale dell’estensore lungo delle dita.
Presenza di falda di ematoma a livello della base del quinto metatarso che si estende per un diametro massimo di circa 2,1 cm.
Aspetti di tendinite dell’estensore del quarto e del quinto raggio a livello dei corrispondenti metatarsi."
La seconda, 3 mesi dopo il trauma, nel settembre 2016 tramite USL (seppi dal mio medico che l'ecografista è assai competente e più di 30ennale esperienza, anche se a me parve un pochino frettoloso…) che un pò laconicamente refertava:
"Si esamina il piede destro. Non sono presenti ematomi a livello del patch tarso e alla base dei metatarsi. Non si rilevano alterazioni dei tendini estensori ed ai legamenti del comparto laterale della caviglia"
Se potete consigliarmi, ovvero dare le Vs valutazioni, Vi ringrazio. Ricordo che tra le varie terapie che effettuai, mi pare che la Tecar la sentivo la più benefica, emanava calore all'interno...non so fare ora qualche seduta di Tecar magari ad alta potenza, per vedere se un pò "sgonfia" l'edema dell'osso?? così una idea scusate non sono del mestiere..
Saluti cordiali e grazie
scrivo un pò la storia del mio trauma con la speranza di ricevere valutazioni ed eventualmente se c'è qualche terapia fisica manuale e o strumentale o qualcosa che ancora potrebbe giovarmi. Anni 58 giovanile, alto 1.88, peso 84 chili.
Dunque, nel giugno del 2016 subì trauma schiacciamento piede, su V° metatarso (mi fecero cadere un monitor di pc sul piede…) , con sottostante ematoma di ca 2 cm, poi riassorbito, mi dissero. Nel tempo effettuato Laser, Tecar, Ultrasuoni in baccinella, anche fanghi termali!
Ora avverto continuamente “tirare” il piede, come fosse un po’ “rattrappito”, lo sento come se fosse un po’ “legato” , e come ci fosse della pelle “appiccicata” – sensazioni assai sgradevoli! - e fastidio all'appoggio, come ci fosse un sasso sotto. E male, a camminare.
L’anno scorso la Fisiatra mi fece fare dei “massaggi neuro connettivali”; andai in un centro di riabilitazione ed il fisioterapista mi volle effettuare solo 3 sedute, perché il suo metodo prevedeva solo 3 sedute, e dalla sua idea non si spostò, una terapia a settimana.. Insomma, non è che mi hanno risolto, magari li per lì stavo un pò meglio, poi come prima. Anzi, ora sto peggio di prima..
Due mesi e mezzo fa ho fatto una elettroneurografia, il neurologo mi ha detto che i nervi sono nei limiti della norma, insomma che non ci sarebbero problematiche di nervi; il neurologo stesso mi ha parlato che nei traumi di questo tipo cioè nel mio caso da schiacciamento sono coinvolti i "tessuti molli" e ci vuole molto tempo a che questi tessuti molli si normalizzino.
Questa elettroneurografia fu prescritta da una neurologa che mi visitò quindi prima della ENG, e nel referto aveva scritto “Probabile minima neuropatia compressiva”
L’anno scorso, proprio in aprile, un Fisiatra mi fece fare una Risonanza, questo il referto
REFERTO RM:
"Irregolarità della corticale e della trabecolare spongiosa al terzo medio - prossimale del quinto metatarso, come da esiti di frattura in asse. Residua modesta disomogeneità della intensità del segnale del midollo osseo, come da fenomeni riparativi.
Di minore entità la irregolarità della trabecolatura spongiosa peronale, come da esiti di frattura intraspongiosa. A questo livello non vi sono alterazioni residue della intensità del segnale del midollo osseo.
Non altre alterazioni delle componenti scheletriche. Regolari i rapporti articolari.
Nella norma le componenti tendinee e legamentose comprese nelle immagini.
Regolare il profilo della sella astragalica, in assenza di lesioni osteocondrali."
C'è da rilevare che una questione non è chiara, cioè la RMN ipotizza "come da esiti di frattura in asse", ma sia il primo ortopedico che mi vide dopo 5 giorni dal trauma e anche il radiologo dellì'ospedale che mi fece le prime lastre e che poi portai a visionare tutte le immagini comprese RMN, mi disero che non c'era stata frattura. Un mistero!
Effettuai 2 ecografie, la prima, una decina di giorni dopo il trauma da cui mi inviò il Legale, in una clinica privata, e così refertava:
"L’indagine ecografica eseguita sul versante dorsale della caviglia e del piede destro ha evidenziato la presenza di una falda fluida di versamento sinoviale in sede periastragalica anteriore superiormente, in corrispondenza dell’articolazione astragalo scafoidea, che si estende per un diametro massimo di 1,6 cm circa.
E’ inoltre apprezzabile una tenosinovite settoriale dell’estensore lungo delle dita.
Presenza di falda di ematoma a livello della base del quinto metatarso che si estende per un diametro massimo di circa 2,1 cm.
Aspetti di tendinite dell’estensore del quarto e del quinto raggio a livello dei corrispondenti metatarsi."
La seconda, 3 mesi dopo il trauma, nel settembre 2016 tramite USL (seppi dal mio medico che l'ecografista è assai competente e più di 30ennale esperienza, anche se a me parve un pochino frettoloso…) che un pò laconicamente refertava:
"Si esamina il piede destro. Non sono presenti ematomi a livello del patch tarso e alla base dei metatarsi. Non si rilevano alterazioni dei tendini estensori ed ai legamenti del comparto laterale della caviglia"
Se potete consigliarmi, ovvero dare le Vs valutazioni, Vi ringrazio. Ricordo che tra le varie terapie che effettuai, mi pare che la Tecar la sentivo la più benefica, emanava calore all'interno...non so fare ora qualche seduta di Tecar magari ad alta potenza, per vedere se un pò "sgonfia" l'edema dell'osso?? così una idea scusate non sono del mestiere..
Saluti cordiali e grazie
Buongiorno, questi traumi da schiacciamento possono creare delle microfratture non visibili a livello radiografico.. per quanto riguarda la mia esperienza con gli sportivi che hanno avuto dei traumi con situazione simile inizialmente abbiamo fatto magnetoterapia diverse ore al giorno per circa un mese con lavori di mobilizzazione dei metatarsi e sui tessuti muscolari del piede e della gamba associata a tecar per abbassare il dolore.
Come le è stato detto ci vuole tempo per la risoluzione completa.
Saluti
Come le è stato detto ci vuole tempo per la risoluzione completa.
Saluti
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Salve, spesso in seguito ad un trama si possono creare disfunzioni nella mobilità delle articolazioni ( in questo caso nel piede) e vanno liberate mediante manipolazioni. Inoltre può essersi instaurata una tensione fasciale e questa non permette bene lo scorrimento dei tessuti nei vari piani, creando poi la sensazione di tensione che avverte ed alterazioni posturali. I benefici avvertiti con la tecar sono avvenuti proprio perché ridavano un minimo di mobilita tissutale.
Le consiglio più che della terapia strumentale (inutile a mio parere in questo caso) una visita da un osteopata che possa risolverle il problema.
Saluti
Leonardo Rocca
Le consiglio più che della terapia strumentale (inutile a mio parere in questo caso) una visita da un osteopata che possa risolverle il problema.
Saluti
Leonardo Rocca
buongiorno , ho letto tutta la sua storia e le posso confermare che i traumi della spongia dell'osso sono abbastanza lunghi nella ripresa , però, mi sorge spontaneo chiederle quante sedute a fatto di teca terapia e quanto tempo fa?
grazie e attendo sua risposta
grazie e attendo sua risposta
Buonasera credo di aver capito che oltre ad una terapia con farmaci e strumenti elettromedicali, non le sia mai stata prescritta della fisioterapia con manipolazioni miofasciali, massoterapia e mobilizzazioni attive e passive dell'arto interessato.
Non so se a distanza di due anni possa avere qualche risultato, ma se fossi in lei proverei a praticarla. A volte le soluzioni più semplici sono le migliori.
Non so se a distanza di due anni possa avere qualche risultato, ma se fossi in lei proverei a praticarla. A volte le soluzioni più semplici sono le migliori.
Buonasera,
intanto mi dispiace per il disagio che continua avere nonostante tutte le terapie che ha fatto.
Pertanto, credo che una terapia manuale del tessuto connettivo per cercare di rendere meno densa la zona del V metatarso potrebbe migliorare l'appoggio del piede. Inoltre le consiglierei di fare delle sedute di massofisioterapia anche su tutto l'arto interessato, in quanto ci potrebbe essere anche della tensione in altre zone.
Sono del parere che bisogna guardare l'insieme e non solo dove c'è stato il trauma.
Spero di essere stata abbastanza esaustiva.
Le porgo i miei più cordiali saluti.
intanto mi dispiace per il disagio che continua avere nonostante tutte le terapie che ha fatto.
Pertanto, credo che una terapia manuale del tessuto connettivo per cercare di rendere meno densa la zona del V metatarso potrebbe migliorare l'appoggio del piede. Inoltre le consiglierei di fare delle sedute di massofisioterapia anche su tutto l'arto interessato, in quanto ci potrebbe essere anche della tensione in altre zone.
Sono del parere che bisogna guardare l'insieme e non solo dove c'è stato il trauma.
Spero di essere stata abbastanza esaustiva.
Le porgo i miei più cordiali saluti.
Salve.
Io la tratterei c0on sedute di chinesi, massoterapia, manipolazioni e streaching.
Cordiali saluti.
Io la tratterei c0on sedute di chinesi, massoterapia, manipolazioni e streaching.
Cordiali saluti.
Buongiorno mi associo alle risposte datele dai miei colleghi qui sopra. Purtroppo post trauma si posso anche creare dolori legati al trauma in sè....ed il tempo gioverà a tale problema...cosa può fare di certo visto che le ha provate tutte.....continuare con esercizi fisici, plantari adatti, stretching e tape, e manipolazioni. Ma poi dipende sempre dall'origine del problema. Può essere perchè è rimasto troppo tempo fermo come potrebbe essere qualche articolazione bloccata ma purtroppo darle indicazioni senza vederla è poco professionale e difficile in un caso come il suo.
Cordialmente.
Cordialmente.
Buongiorno, sono d'accordo con i commenti dei miei colleghi. Se non si dovesse trovare una soluzione legata al trauma del 2016 potrebbero essere intervenuti altri fattori di sovraccario su quel piede. Bisognerebbe valutare quindi l'intero assetto posturale.
In bocca al lupo e continui a cercare una soluzione.
per esperienza personale i traumi alle dita dei piedi lasciano spesso qualche problema, ma si può sempre migliorare.
In bocca al lupo e continui a cercare una soluzione.
per esperienza personale i traumi alle dita dei piedi lasciano spesso qualche problema, ma si può sempre migliorare.
Buongiorno, mi associo alle risposte date dai colleghi.
Le consiglio di rivolgersi ad un osteopata o fisioterapista che possa valutarla di persona e insieme capire l'iter terapeutico migliore.
Saluti,
AG
Le consiglio di rivolgersi ad un osteopata o fisioterapista che possa valutarla di persona e insieme capire l'iter terapeutico migliore.
Saluti,
AG
Buongiorno
Dalla sua storia clinica relativa all'incidente e dal percorso fatto le confermo che la suddetta problematica è molto spinosa e và seguita sempre con cura e lavorando se possibile a 360°
Quello che le posso consigliare è di abbinare alla terapia manuale o fisica anche della sana ginnastica propriocettiva che le anticipo già dovrà proseguire poi anche lei in autonomia a casa nel tempo
Per una valutazione corretta rimando sempre all'incontro in studio ma per esperienza le posso dire che dà ottimi risultati
Saluti, Alberto Navone
Dalla sua storia clinica relativa all'incidente e dal percorso fatto le confermo che la suddetta problematica è molto spinosa e và seguita sempre con cura e lavorando se possibile a 360°
Quello che le posso consigliare è di abbinare alla terapia manuale o fisica anche della sana ginnastica propriocettiva che le anticipo già dovrà proseguire poi anche lei in autonomia a casa nel tempo
Per una valutazione corretta rimando sempre all'incontro in studio ma per esperienza le posso dire che dà ottimi risultati
Saluti, Alberto Navone
Faccia una risonanza e poi si rivolga ad uno specilista
Buongiorno mi spiace molto per la sua situazione. Come risposto dai miei colleghi sono anch'io dell'avviso che spesso questo tipo di trauma lascia degli strascichi di dolore legati proprio al trauma e che si risolvono con tanto tempo e perseveranza.
Avendo già provato svariate strade mi permetto di consigliarle di continuare con una terapia manuale (osteopatica non avendo ancora intrapreso un percorso del genere) e di fare molti esercizi attivi e stretching che sicuramente col tempo la aiuteranno nel suo problema.
Sperando di esserle stato utile rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti e per fissare una prima visita.
Cordiali saluti
Dott. R. Caminiti
Avendo già provato svariate strade mi permetto di consigliarle di continuare con una terapia manuale (osteopatica non avendo ancora intrapreso un percorso del genere) e di fare molti esercizi attivi e stretching che sicuramente col tempo la aiuteranno nel suo problema.
Sperando di esserle stato utile rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti e per fissare una prima visita.
Cordiali saluti
Dott. R. Caminiti
Buongiorno,
sicuramente la mobilità articolare è ridotta e questo è il primo problema. Altresì la scarsa pervietà dei tessuti molli e del tessuto connettivo sono un problema.
Purtroppo eventuale micro frattura in sede può non esser stata notata ma ormai sono passati 8 anni.
Le consiglio di trovare un buon terapista fisio, osteopata o massoterapista che sia. Se trova una persona preparata non ci vorranno molte sedute per avere significativi miglioramenti.
Le auguro buona fortuna
sicuramente la mobilità articolare è ridotta e questo è il primo problema. Altresì la scarsa pervietà dei tessuti molli e del tessuto connettivo sono un problema.
Purtroppo eventuale micro frattura in sede può non esser stata notata ma ormai sono passati 8 anni.
Le consiglio di trovare un buon terapista fisio, osteopata o massoterapista che sia. Se trova una persona preparata non ci vorranno molte sedute per avere significativi miglioramenti.
Le auguro buona fortuna
Buona sera le consiglio un ciclo di magnetoterapia per 30 gg x 2 3 ore al giorno con programma fratture.
Buongiorno,
Un trauma al piede di questo genere, oltre al possibile coinvolgimento del tessuto osseo (che ormai si è sicuramente risolto), ha di sicuro avuto importanti ripercussioni su tutti i tessuti molli coinvolti direttamente dall'impatto del monitor. In aggiunta sono da considerare anche le zone anatomiche vicine in quanto, soprattutto nel periodo immediatamente successivo all'evento (ma anche poi nei mesi e anni successivi), il corpo avrà "imparato" ad atteggiarsi in modo da togliere carico e lavoro al piede coinvolto, in modo da "proteggerlo" e fissare così le rigidità.
Personalmente lavoro quasi esclusivamente con tecniche manuali e non escludo che si possa fare qualcosa di proficuo: purtroppo senza poterla vedere mi è difficile essere in grado di dirle di più.
Se non fosse della mia città, eventualmente eseguo consulti anche online e spesso è possibile anche ricevere indicazioni utili per eseguire da soli dei trattamenti in autonomia.
Un augurio per la sua salute e un cordiale saluto
Dott. M. Giaccio
Un trauma al piede di questo genere, oltre al possibile coinvolgimento del tessuto osseo (che ormai si è sicuramente risolto), ha di sicuro avuto importanti ripercussioni su tutti i tessuti molli coinvolti direttamente dall'impatto del monitor. In aggiunta sono da considerare anche le zone anatomiche vicine in quanto, soprattutto nel periodo immediatamente successivo all'evento (ma anche poi nei mesi e anni successivi), il corpo avrà "imparato" ad atteggiarsi in modo da togliere carico e lavoro al piede coinvolto, in modo da "proteggerlo" e fissare così le rigidità.
Personalmente lavoro quasi esclusivamente con tecniche manuali e non escludo che si possa fare qualcosa di proficuo: purtroppo senza poterla vedere mi è difficile essere in grado di dirle di più.
Se non fosse della mia città, eventualmente eseguo consulti anche online e spesso è possibile anche ricevere indicazioni utili per eseguire da soli dei trattamenti in autonomia.
Un augurio per la sua salute e un cordiale saluto
Dott. M. Giaccio
Buonasera da osteopata mi viene l' ipotesi che quando subì il trauma del PC che le cadde sul piede possa averle spostato un osso sesamoide, di conseguenza dovrebbe andare da un osteopata verificare questo.
Buonasera si dovrebbe effettuare una RM aggiornata per poter capire se potreste essere affetto dalla CRPS di tipo 1 ci vuole un po' di tempo ma con 10 sedute di magnetoterapia la problematica viene riassorbita.
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso una storia così dettagliata e complessa del suo trauma. Capisco perfettamente la sua frustrazione. Sono passati anni dal trauma e il persistere di sensazioni così sgradevoli come il piede "rattrappito", "legato" e la sensazione di "sasso sotto l'appoggio" possono davvero minare la qualità della vita.
Prima di tutto, voglio chiarire che in qualità di massoterapista non posso fare una diagnosi definitiva o un piano di trattamento completo. Posso però darle delle valutazioni basate sulla mia esperienza con i tessuti molli (muscoli, tendini, fascia) e indirizzarla verso le migliori opzioni per trovare un sollievo duraturo.
Analisi dei Sintomi e dei Referti (Vista del Terapista Manuale)
Il suo quadro clinico è dominato dai "tessuti molli" e dai tessuti cicatriziali, proprio come ha suggerito il neurologo.
"Tessuti molli" e la Fascia: Le sensazioni di "tirare", "rattrappito", "legato" e la pelle "appiccicata" sono la descrizione classica di un problema che coinvolge la fascia plantare e i tessuti connettivi che avvolgono muscoli e tendini del piede. Dopo un trauma da schiacciamento e un grande ematoma, il processo di guarigione (cicatrizzazione) può creare aderenze (come se la pelle si fosse incollata ai tessuti sottostanti). Queste aderenze limitano lo scorrimento dei vari strati di tessuto, provocando quella sgradevole sensazione di trazione e rigidità.
Sensazione di "Sasso sotto": Questo può essere causato da due fattori:
Rigidità della Fascia: La fascia plantare è diventata molto tesa e non si "ammortizza" bene.
Esito della Frattura (o Contusione Ossea): L'irregolarità al quinto metatarso, pur non essendo stata chiaramente definita come frattura, indica un trauma significativo all'osso. Questa irregolarità, anche se guarita, può alterare leggermente l'appoggio.
L'ENG e la Neuropatia: L'elettroneurografia che esclude gravi problemi nervosi è una notizia positiva. Questo rafforza l'idea che il problema principale sia di natura meccanica e connettivale (i tessuti molli) e non neurologica.
Valutazioni e Terapie Consigliate (Non Farmacologiche)
Il suo obiettivo deve essere il rilascio e la mobilizzazione dei tessuti molli. Sembra che le terapie precedenti abbiano toccato solo marginalmente questo aspetto.
Terapia Manuale (Massoterapia e Terapia Fasciale): Questa è l'area in cui ritengo ci sia il maggiore potenziale di miglioramento:
Massaggio Neuroconnettivale/Rilascio Fasciale: Visto che il massaggio neuroconnettivale ha dato un minimo di sollievo, è essenziale riprendere e approfondire questo tipo di lavoro. Parli con un massoterapista o fisioterapista specializzato in Rilascio Miofasciale Profondo (o Metodo Stecco/Massaggio del Tessuto Connettivo). L'obiettivo è "scollare" la pelle e i tessuti sottostanti dalle aderenze formatesi dopo l'ematoma e il trauma, restituendo elasticità al piede.
Mobilizzazioni Articolari: Anche se non è un problema diretto di legamenti, piccole manipolazioni e mobilizzazioni passive dell'articolazione del tarso e del metatarso possono aiutare a "slegare" il piede.
Terapia Strumentale (Tecarterapia): Ha notato beneficio dalla Tecar. L'idea di ripetere un ciclo di Tecar è ragionevole, ma con un obiettivo specifico:
Azione Anti-Fibrotica: La Tecar (magari in modalità capacitiva profonda) può aumentare la vascolarizzazione e l'elasticità dei tessuti prima di una sessione di terapia manuale, rendendo il tessuto più "morbido" e quindi più ricettivo al massaggio e al rilascio fasciale. Non agisce sull'edema osseo, ma aiuta i tessuti molli sovrastanti.
Esercizi di Autotrattamento: È cruciale integrare il lavoro manuale con esercizi domiciliari:
Allungamento (Stretching): Esercizi mirati alla fascia plantare e ai muscoli del polpaccio.
Automassaggio: Usare una pallina da tennis o una pallina specifica per la fascia plantare e rotolare il piede per pochi minuti ogni giorno, applicando una pressione tollerabile.
Il Prossimo Passo Suggerito
Dato che la RMN indica esiti di trauma osseo e i sintomi sono da "tessuti molli", le consiglio di trovare un professionista (fisioterapista o massoterapista avanzato) che abbia la pazienza e l'esperienza per dedicare tempo e concentrazione al rilascio dei tessuti connettivi del piede. Questa terapia richiede un approccio costante e non può risolversi in sole tre sedute.
Il suo percorso sembra richiedere un lavoro a lungo termine sulla qualità dei tessuti, non solo sulla riduzione dell'infiammazione acuta.
Spero che questa analisi la aiuti a trovare un nuovo percorso efficace!
Grazie per aver condiviso una storia così dettagliata e complessa del suo trauma. Capisco perfettamente la sua frustrazione. Sono passati anni dal trauma e il persistere di sensazioni così sgradevoli come il piede "rattrappito", "legato" e la sensazione di "sasso sotto l'appoggio" possono davvero minare la qualità della vita.
Prima di tutto, voglio chiarire che in qualità di massoterapista non posso fare una diagnosi definitiva o un piano di trattamento completo. Posso però darle delle valutazioni basate sulla mia esperienza con i tessuti molli (muscoli, tendini, fascia) e indirizzarla verso le migliori opzioni per trovare un sollievo duraturo.
Analisi dei Sintomi e dei Referti (Vista del Terapista Manuale)
Il suo quadro clinico è dominato dai "tessuti molli" e dai tessuti cicatriziali, proprio come ha suggerito il neurologo.
"Tessuti molli" e la Fascia: Le sensazioni di "tirare", "rattrappito", "legato" e la pelle "appiccicata" sono la descrizione classica di un problema che coinvolge la fascia plantare e i tessuti connettivi che avvolgono muscoli e tendini del piede. Dopo un trauma da schiacciamento e un grande ematoma, il processo di guarigione (cicatrizzazione) può creare aderenze (come se la pelle si fosse incollata ai tessuti sottostanti). Queste aderenze limitano lo scorrimento dei vari strati di tessuto, provocando quella sgradevole sensazione di trazione e rigidità.
Sensazione di "Sasso sotto": Questo può essere causato da due fattori:
Rigidità della Fascia: La fascia plantare è diventata molto tesa e non si "ammortizza" bene.
Esito della Frattura (o Contusione Ossea): L'irregolarità al quinto metatarso, pur non essendo stata chiaramente definita come frattura, indica un trauma significativo all'osso. Questa irregolarità, anche se guarita, può alterare leggermente l'appoggio.
L'ENG e la Neuropatia: L'elettroneurografia che esclude gravi problemi nervosi è una notizia positiva. Questo rafforza l'idea che il problema principale sia di natura meccanica e connettivale (i tessuti molli) e non neurologica.
Valutazioni e Terapie Consigliate (Non Farmacologiche)
Il suo obiettivo deve essere il rilascio e la mobilizzazione dei tessuti molli. Sembra che le terapie precedenti abbiano toccato solo marginalmente questo aspetto.
Terapia Manuale (Massoterapia e Terapia Fasciale): Questa è l'area in cui ritengo ci sia il maggiore potenziale di miglioramento:
Massaggio Neuroconnettivale/Rilascio Fasciale: Visto che il massaggio neuroconnettivale ha dato un minimo di sollievo, è essenziale riprendere e approfondire questo tipo di lavoro. Parli con un massoterapista o fisioterapista specializzato in Rilascio Miofasciale Profondo (o Metodo Stecco/Massaggio del Tessuto Connettivo). L'obiettivo è "scollare" la pelle e i tessuti sottostanti dalle aderenze formatesi dopo l'ematoma e il trauma, restituendo elasticità al piede.
Mobilizzazioni Articolari: Anche se non è un problema diretto di legamenti, piccole manipolazioni e mobilizzazioni passive dell'articolazione del tarso e del metatarso possono aiutare a "slegare" il piede.
Terapia Strumentale (Tecarterapia): Ha notato beneficio dalla Tecar. L'idea di ripetere un ciclo di Tecar è ragionevole, ma con un obiettivo specifico:
Azione Anti-Fibrotica: La Tecar (magari in modalità capacitiva profonda) può aumentare la vascolarizzazione e l'elasticità dei tessuti prima di una sessione di terapia manuale, rendendo il tessuto più "morbido" e quindi più ricettivo al massaggio e al rilascio fasciale. Non agisce sull'edema osseo, ma aiuta i tessuti molli sovrastanti.
Esercizi di Autotrattamento: È cruciale integrare il lavoro manuale con esercizi domiciliari:
Allungamento (Stretching): Esercizi mirati alla fascia plantare e ai muscoli del polpaccio.
Automassaggio: Usare una pallina da tennis o una pallina specifica per la fascia plantare e rotolare il piede per pochi minuti ogni giorno, applicando una pressione tollerabile.
Il Prossimo Passo Suggerito
Dato che la RMN indica esiti di trauma osseo e i sintomi sono da "tessuti molli", le consiglio di trovare un professionista (fisioterapista o massoterapista avanzato) che abbia la pazienza e l'esperienza per dedicare tempo e concentrazione al rilascio dei tessuti connettivi del piede. Questa terapia richiede un approccio costante e non può risolversi in sole tre sedute.
Il suo percorso sembra richiedere un lavoro a lungo termine sulla qualità dei tessuti, non solo sulla riduzione dell'infiammazione acuta.
Spero che questa analisi la aiuti a trovare un nuovo percorso efficace!
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.