Buongiorno, scrivo perché da tempo frequento una psichiatra del privato la quale, dato che non vien

2 risposte
Buongiorno,
scrivo perché da tempo frequento una psichiatra del privato la quale, dato che non viene praticamente mai modificata la terapia se non su mia richiesta, mi ha risposto appunto che lei non lo fa di fare modifiche alla terapia sulla base di quello che riferisco durante i colloqui, sono io che lo devo chiedere.Quando frequentavo il servizio pubblico avveniva il contrario, ho sempre creduto che il colloquio servisse proprio per farsi un' idea se fare aggiustamenti coi farmaci, sono rimasta davvero sorpresa quindi chiedo come dovrebbero funzionare le cose e se mi conviene continuare con questa dottoressa.
Grazie, saluti
Dott.ssa Sara Ricciardulli
Psichiatra, Psicoterapeuta
San Giuliano Terme
Buonasera, tramite il colloquio clinico lo specialista esegue una valutazione del quadro psicopatologico analizzandone le varie dimensioni (umore, quota ansiosa, livelli di energia e di spinta motivazionale, forma e contenuto del pensiero, abnormi delle senso-percezioni, sonno, appetito). La valutazione tiene conto da un lato di ciò che riferisce il paziente e dall'altro di ciò che si evince dall'esame psichico. In base a questo, lo psichiatra effettua delle modifiche della terapia farmacologica. Cordiali saluti

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Buongiorno,
è effettivamente una risposta particolare. Provo a interpretare quello che voleva dire ( e comunque forse doveva spiegarsi un filo meglio).
Naturalmente non è giusto modificare terapia DI CONTINUO (non si darebbe neanche il tempo di funzionare) a qualsiasi lamentela del paziente ( a volte lo specialista ha una chiave di lettura che il paziente non ha).
Però di base la terapia andrebbe impostata sulla base della visita clinica, poi si dovrebbe dare tempo ai farmaci di agire ed eventualmente modificarla progressivamente se il paziente ancora non sta bene oppure se lo psichiatra nota qualcosa durante la visita che lo induce a ritenere che sia opportuno modificarla.
In generale la terapia in acuto quando poi si è in cronico va un pochino rivista, alleggerita o modificata perché ciò che fa stare bene il paziente non è la stessa cosa che poi lo mantiene in benessere. Vanno poi fatte modifiche quando il paziente invecchia o se insorgono patologie. Inoltre farmaci a base di benzodiazepine come tavor, en, xanax ect andrebbero usati per alcune settimane, ma non in cronico. Insomma la terapia deve essere dinamica e adattarsi alle fasi del paziente e al modificarsi delle condizioni. cordiali saluti

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