Buongiorno, ho 34 anni e da circa un anno ho cominciato il mio calvario legato ai disturbi dell'area

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Buongiorno, ho 34 anni e da circa un anno ho cominciato il mio calvario legato ai disturbi dell'area pelvica. Premetto che "ero" ( a causa dei disturbi adesso non riesco a praticare alcun tipo di sport poiché aumentano la mia infiammazione) un amatore ciclista/ podista che trascorreva diverse ore la settimana in sella e inizialmente credevo che la causa fosse dovuta a questo. I miei fastidi constavano e tuttora constano nel bruciore costante nell'area della vescica/prostata, nicturia e getto ridotto e intermittente e con il tempo che passa la situazione peggiora di giorno in giorno. Con la prima visita urologica, ho eseguito eco prostatica e analisi del flusso, i quali evidenziavano prostata avente dimensioni e consistenza regolari (sempre confermato da tutti gli urologi che ho consultato) ma flusso abbastanza fuori norma per la mia età. Prima cura prescritta a base dei classici integratori a base di serenoa ecc, cura alimentare (che non si discostava affatto da quella che adottavo prima essendo uno sportivo), brufen 600 all'occorrenza (sempre acqua fresca se non proprio in casi di estrema infiammazione). Trascorsi i primi 3 mesi senza ottenere risultati ho provato supposte di topster e reduce fast più volte, ma anche questa strada non ha portato benefici. Successivamente sono passato a urorec 8mg in alternanza con lo xatral + valtrax che hanno abbassato la frequenza della nicturia ma non hanno eliminato il bruciore di fondo e il getto che è sempre strozzato. Ho anche provato il daflon in aggiunta, ma era come se la sera prima mi fossi scolato una bottiglia di vino ( il getto peggiorava e il bruciore aumentava). L'ultima cura che mi è stata prescritta, ma che personalmente ho rifiutato di assumere, sono stati degli antidepressivi a basso dosaggio. Tutti questi farmaci mi fanno sentire un tossico dipendente perché praticando sempre sport ho goduto sempre di ottima salute.Esami unrinocultura e spermiocultura sempre negativi. Psa tra 0.8 e 0.9. Risonanza magnetica alla parte bassa della colonna validata dal neurochirurgo come nella norma. Valutazione positiva del pavimento pelvico. Cistoscopia eseguita senza sedazione, evidenzia di anomalo solo una sclerosi del collo vescicale. L'ultima indagine che mi rimane da eseguire è la rm multiprostatica parametrica con mdc, dopo di che non so proprio più che fare per uscire da questo incubo.
Vorrei evitare interventi chirurgici, perchè già quando prendo l'urorec l'eiaculazione retrogradata è insopportabile. Sapere che questo possa diventare definitivo sarebbe davvero pesante da accettare. Mi è stato detto che c'è una probabilità del 10%.
Oltre a chiedere se esiste qualche altra strada, centro specialistico, soluzione che mi possa fare tornare a vivere, volevo sapere cosa comporterebbe se assumessi urorec e xatral contemporaneamente? magari sfalsati di 12 ore. Lo chiedo in quanto il giorno dopo che passo da urorec a xatral, in genere avverto meno infiammazione e come una lieve sorta di sollievo.
Chiedo infine se secondo voi il mio problema può essere stato causato dall'attività ciclistica o è solo una coincidenza. Tra gli urologi che ho consultato ci sono pareri discordanti in merito e vorrei sapere se potrò mai tornare in sella.

Vi ringrazio anticipatamente
La prima cosa da fare è cessare gli esperimenti terapeutici: ha assunto farmaci (serenoa compresa) senza motivazione alcuna e tentando di inseguire il sintomo... ovviamente senza risolvere nulla. A nulla servirebbe assumenre due alfa-litici diversi: rischierebbe solo problemi cardio-vascolari. L'attività ciclistica poco centra, anche se una discreta e persistente congestione infiammatoria pelvico-prostatica "si sente" di più ma non peggiora stando su un sellino molte ore consecutive (non certo una o due ore al gorno). Non serve a nullala mpRMI avendo lei un PSA assolutamente normale che non fa certo sospettare un cancro. Lei ha bisogno di un ottimo andrologo che riprenda in mano la situazione, la valuti nel complesso e finalmente esegua i dovuti esami genitali (ecografia doppler pelvico-prostatica e testicolare, analisi base dello sperma, coltura differenziale del secreto prostatico estratto e dell’urina) e generali (stato epato-metabolico-ossidativo, nutrizionale, ormonale, immunitario, cardio-coronarico-vascolare, fisico e stressogeno), senza trascurare il rapporto prepuzio/glande, valuti poi i dati e gli indici derivati con la dovuta attenzione così da definire il quadro e la adeguata strategia terapeutica.
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