Buongiorno gentili Dottori, scrivo in merito ad un dubbio che mi sorge dopo un tentativo di PMA f

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Buongiorno gentili Dottori,

scrivo in merito ad un dubbio che mi sorge dopo un tentativo di PMA fallito e mie patologie associate che potrebbero rendere più complesso e complicato questo percorso. Alle spalle ho diagnosi di endometriosi, tiroidite di Hashimoto, sclerosi multipla e positività agli anticorpi antifosfolipidi; sono inoltre stata operata per un cistoadenoma mucinoso nel 2014 ed un'ernia ombelicale nel 1996.
Io (32 aa) e mio marito (33 aa) stiamo cercando una gravidanza da un paio di anni e fino ad ora siamo riusciti ad ottenerne 3 che però purtroppo si sono arrestate. In particolare, ho avuto due gravidanze extrauterine (la prima è terminata con una salpingectomia) e una gravidanza biochimica. Siamo allora ricorsi alla PMA per bypassare il problema legato alle tube (lo spermiogramma di mio marito è nella norma). Purtroppo non ho risposto molto bene alla terapia. Sono riuscita a produrre solamente 3 ovuli (dei 3 follicoli maturi osservati con l'ecografia), di cui due maturi ed entrambi fertilizzati (entrambi di grado A). Ho fatto il transfer in seconda giornata di un embrione, mentre l'altro l'hanno tenuto in coltura, è arrivato allo stadio di blastocisti (grado A/B) ed è stato poi congelato. Il primo transfer purtroppo ha dato esito negativo (nel mentre ho assunto progesterone, eparina e cardioaspirina). Ora non so bene come muovermi. So che può succedere e sono consapevole del fatto che fosse più probabile che non si impiantasse rispetto a che evolvesse in gravidanza, ma io sono preoccupata per i miei problemi di salute e vorrei avere un consulto su come procedere alla luce di questi miei problemi.
Ho chiesto al Centro PMA che ci segue se fosse il caso di effettuare un'isteroscopia prima di procedere con il secondo transfer, ma mi hanno risposto che sarebbe prematuro pensare di avere patologie che non permettono l'impianto in utero solo per un tentativo fallito. Razionalmente sono d'accordo con quanto da loro espresso, ma il mio timore risiede nell'avere un unico tentativo ancora a disposizione con questo ciclo che non vorrei sprecare.
Il neurologo è stato positivo verso il mio voler ricorrere alla PMA dato che la sclerosi multipla è al momento stabile da un anno, ma mi ha anche raccomandato di non abusarne dal momento che il rischio di recidiva aumenta con la terapia ormonale. Io sono preoccupata per questo motivo e vorrei essere tranquilla nell'affrontare il secondo (e verosimilmente ultimo) tentativo di transfer sapendo di aver fatto tutto ciò che potevo.
Per questo motivo vi chiedo: ha senso secondo voi effettuare un'isteroscopia diagnostica per valutare l'eventuale presenza di aderenze uterine dovute all'endometriosi che potrebbero impedire l'impianto? E' possibile che esse siano presenti e non abbiano comunque impedito l'impianto fuori dall'utero nelle altre gravidanze? Ci sono altri esami più indicati nel mio caso ai quali mi consigliate altrimenti di sottopormi? Consigliate eventualmente di effettuare un secondo ciclo con stimolazione ormonale (protocollo corto con antagonisti) o sarebbe troppo rischioso dal punto di vista neurologico?

Vi ringrazio per la cortese attenzione.
Gentile signora, sicuramente il suo caso va affrontato in maniera multidisciplinare e occorre uno stretto contatto fra i vari specialisti. Solo così si può effettuare un doveroso e corretto bilancio rischi/benefici, considerando anche i suoi desideri e le sue priorità. In ultimo concordo sull'utilità di eseguire una isteroscopia prima di un nuovo tentativo. Avendo fatto già tanti esami con numerosi tentativi falliti, onestamente non mi sembra una grande complicazione fare l'isteroscopia, che oltretutto è un semplice esame ambulatoriale divenuto quasi di routine. Cordiali saluti e cari auguri.

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