Buongiorno. È la seconda volta che provo ad avere un rapporto con il mio ragazzo ma non riusciamo. P

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Buongiorno. È la seconda volta che provo ad avere un rapporto con il mio ragazzo ma non riusciamo. Premetto che ero vergine, ho 34 anni e al primo tentativo mi ha penetrato con le dita , mi è uscito molto sangue, ma provando poi con il pene c'era come un " muro" e non siamo riusciti. Al secondo tentativo è successa la stessa cosa, ci abbiamo provato senza riuscirci, in più sentivo dolore. Aggiungo anche che il mio fidanzato, quando era il momento di infilare il preservativo, non manteneva l'erezione, e l'ha persa più volte durante i"tentativi". Mi domando: potrebbe essere qualcosa di organico o psicologico? Come possiamo fare a superare la cosa? Grazie mille in anticipo a chi mi risponderà
Cara (o Cari) Utenti, dal suo quesito sembra emergere una situazione particolare dove entrambi state alimentando - in modo verosimilmente inconsapevole - un ciclo disfunzionale negativo che impatta drasticamente sul piano dell'intimità che giustamente tanto desiderate e meritate di vivere con serenità e soddisfazione. Non preoccupatevi, tutto può essere gestito e quindi risolto, nei giusti tempi e nelle sedi opportune. Sembra utile suggerirvi di richiedere una consulenza sessuologica di coppia al fine di meglio approfondire e spiegare cosa accade ovvero provare a "sbloccare" il circolo vizioso che potrebbe aver avvolto il vostro sistema di coppia sul piano sessuale. Resto a vostra disposizione per ulteriori necessità o chiarimenti.

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Per potere valutare in maniera approfondita la causa del dolore durante la penetrazione è opportuno effettuare quanto prima una visita ginecologica. Qualora il ginecologo non trovasse nulla, a livello organico, si potrebbe, a questo punto, ipotizzare un problema di vaginismo, una condizione psicofisiologica disfunzionale causata essenzialmente da ansie e paure legate al coito, e oggetto di cura di una terapia psico-sessuologica. Stesso discorso va fatto per il suo compagno. Sarebbe opportuno effettuare una visita andrologica per escludere cause organiche che impedendo o inibendo il flusso sanguigno a livello genitale, causano la perdita di turgidità del pene. Anche qui, se il medico urologo dovesse giungere alla conclusione che da un punto di vista organico è tutto nella norma, sarebbe opportuno chiedere, a questo punto, una consulenza psico-sessuologica per valutare l'impatto di stress, ansia e altre emozioni sulla funzionalità degli organi genitali. In entrambi i casi, quello suo e quello del suo compagno, sarebbe importante valutare, attraverso un'approfondita anamnesi, da quanto tempo questi sintomi si sono manifestati e ed esattamente in quali situazioni tendono a comparire. E' possibile che si tratti di problematiche esistenti già da prima che voi vi conosceste come è possibile che si manifestino unicamente nell'ambito della vostra relazione, o ancora più nel dettaglio, in specifici luoghi o specifiche situazioni. Valutate, in conclusione, l'opportunità di farvi aiutare da professionisti formati in tal ambito. Ci tengo infine a ricordare che occasionali difficoltà sessuali vanno considerate come assolutamente normali e fisiologiche, soprattutto all'inizio di una relazione o in mancanza di esperienze sessuali precedenti. Quindi, se il problema è insorto da poco, o solo da poco ne avete preso consapevolezza, datevi il tempo di conoscervi meglio e di sperimentare senza giungere alla conclusione di avere chissà quale grande problema. Se, al contrario, vi rendete conto che il problema da voi osservato ha il carattere della cronicità non esitate a chiedere aiuto professionale. Tanti auguri.
Dalla sua comunicazione e’ ipotizzabile che lei soffra di vaginismo,disfunzione sessuale non di natura organica,ma frutto di una negativa conoscenza della sua vagina che la porta a interpretarla come chiusa, inesistente o distaccata dal suo corpo,generando incosciamente una contrazione delle pareti pelviche tali da rendere impossibile la penetrazione.
Tale problematica porta inevitabilmente a determinare l’insorgenza di problematiche sessuali anche nel partner poiche’ i ripetuti e vani tentativi provocano una caduta dell’eros e quindi dell’erezione.
Le consiglio di affrontare un percorso sessuologico teso a risolvere tramite l’utilizzo di tecniche questo angoscioso problema che la priva della sua liberta’di espressione.
Gentile utente, mi dispiace sentire che sta vivendo queste difficoltà. La sua situazione potrebbe essere influenzata da diversi fattori fisici, psicologici o una combinazione dei due. È quindi importante affrontare la questione con l'aiuto di un professionista sessuologo che può lavorare con il singolo o con la coppia per affrontare la tematica da lei portata. Le spiego in breve alcuni ambiti di competenza del sessuologo specifici per il suo caso: Effettuare una Valutazione/consulenza: Somministrazione di test/interviste/questionari per valutare le questioni sessuali e le preoccupazioni. Fornire consulenza sulla sessualità e rispondere alle domande relative a problemi sessuali specifici. Educare alla sessualità: Può fornire informazioni educative sulla fisiologia sessuale e la salute mentale connessa alla sessualità. Terapia sessuale: è possibile iniziare una psicoterapia con individui o coppie che si trovano di fronte a difficoltà sessuali o relazionali, con la coppia una terapia d'elezione che spesso utilizzo è la terapia mansionale integrata, questo approccio permette di lavorare su diversi aspetti della sessualità-affettività e ha ottimi riscontri a livello clinico. Cordialmente Dottor Mauro Vargiu

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