Buonasera x una frattura pluriframmentaria al calcagno dx con infossamento centrale e coinvolgimento
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Buonasera x una frattura pluriframmentaria al calcagno dx con infossamento centrale e coinvolgimento della superficie articolare sotto astralgica, del sustentaculum tali, della superficie articolare calcaneo cuboidea e della regione inserzionale del legamento peroneo calcaneare è più consigliato un intervento chirurgico o l immobilizzazione x 60 giorni ? Ringrazio anticipatamente x la vostra disponibilità cordiali saluti
La risposta non è semplice. Spesso nel porre l'indicazione ad operare tali fratture si deve rispondere a queste domande: con l'intervento è possibile migliorare la situazione? Oppure no? Si corrono dei rischi di peggiorare la situazione? Sono rischi affrontabili? Il piede e la sua pelle sono in grado di reggere un intervento? E il paziente?
Frequentemente le fratture di tale regione sono molto gravi (localmente) e compromettono l'articolazione sottoastragalica, senza possibilità di ripristino anche in caso di intervento precoce. Un po' come tirare un uovo in terra e poi tentare di rimetterlo insieme..
Se la situazione lo consente con l'intervento si può tentare di ridare una forma simil-originale alle ossa che si sono rotte.
In altri casi si preferisce non aprire il focolaio di frattura e lasciar formare un buon callo osseo, in modo da aver in ogni caso un appoggio solido e sicuro per camminare in futuro e poi trattare chirurgicamente gli esiti in un secondo momento, a frattura guarita, se necessario. (per esempio facendo saldare la sottoastragalica)
Altre volte si può decidere di intervenire chirurgicamente nell'immediato per favorire direttamente una saldatura dell'articolazione sottoastragalica (una artrodesi subito), quando risulti palese che questa articolazione non sia affatto recuperabile.
Ma tutte queste scelte, anche molto differenti tra loro, devono essere fatte sulla base di molte variabili (tempo intercorso dalla frattura, tipo di frattura, numero di ossa interessate, perdite di posizione, qualità dell'osso, qualità delle pareti dell'osso, forma originaria del piede, stato del resto del piede e della gamba, qualità della pelle e della circolazione del piede, presenza di patologie associate, età, lavoro e psicologia del soggetto)che sono analizzate dal chirurgo in base alle sue competenze e la sua esperienza e sulle quali non può agire direttamente ma solo di conseguenza.
Dal tono della sua domanda viene da supporre che abbia dei dubbi sul trattamento che le è stato proposto. In tal caso per il suo bene le consiglio di parlare bene e chiaro con il Collega o la Equipe che la segue: il percorso di guarigione è in ogni caso molto lungo ed è fondamentale che si "percorra la strada insieme" al fine di evitare gli inciampi e quindi le complicanze.
Le auguro di risolvere al meglio il suo problema.
Frequentemente le fratture di tale regione sono molto gravi (localmente) e compromettono l'articolazione sottoastragalica, senza possibilità di ripristino anche in caso di intervento precoce. Un po' come tirare un uovo in terra e poi tentare di rimetterlo insieme..
Se la situazione lo consente con l'intervento si può tentare di ridare una forma simil-originale alle ossa che si sono rotte.
In altri casi si preferisce non aprire il focolaio di frattura e lasciar formare un buon callo osseo, in modo da aver in ogni caso un appoggio solido e sicuro per camminare in futuro e poi trattare chirurgicamente gli esiti in un secondo momento, a frattura guarita, se necessario. (per esempio facendo saldare la sottoastragalica)
Altre volte si può decidere di intervenire chirurgicamente nell'immediato per favorire direttamente una saldatura dell'articolazione sottoastragalica (una artrodesi subito), quando risulti palese che questa articolazione non sia affatto recuperabile.
Ma tutte queste scelte, anche molto differenti tra loro, devono essere fatte sulla base di molte variabili (tempo intercorso dalla frattura, tipo di frattura, numero di ossa interessate, perdite di posizione, qualità dell'osso, qualità delle pareti dell'osso, forma originaria del piede, stato del resto del piede e della gamba, qualità della pelle e della circolazione del piede, presenza di patologie associate, età, lavoro e psicologia del soggetto)che sono analizzate dal chirurgo in base alle sue competenze e la sua esperienza e sulle quali non può agire direttamente ma solo di conseguenza.
Dal tono della sua domanda viene da supporre che abbia dei dubbi sul trattamento che le è stato proposto. In tal caso per il suo bene le consiglio di parlare bene e chiaro con il Collega o la Equipe che la segue: il percorso di guarigione è in ogni caso molto lungo ed è fondamentale che si "percorra la strada insieme" al fine di evitare gli inciampi e quindi le complicanze.
Le auguro di risolvere al meglio il suo problema.
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