Buonasera. La mia vita è stata sempre un'escalation: massimo dei voti, lavoretti durante gli studi,
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Buonasera. La mia vita è stata sempre un'escalation: massimo dei voti, lavoretti durante gli studi, laurea, fortuna di avere un lavoro serio da subito, contratto indeterminato, il tempo di accumulare un po' di soldi, e tra qualche viaggio e svago, fissare il matrimonio e avviare un mutuo a 27 anni, dopo anni di fidanzamento, forte del fatto che ero idonea di un concorso nella mia città e che questione di tempo avrei avuto una stabilità più forte di quella di cui già avevo avuto la fortuna di godere. La convocazione del concorso tanto attesa arriva qualche mese fa, ma in un'altra città a più di 60 km da casa e io in preda all'entusiasmo e all'audacia, accetto l'incarico, pur potendo aspettare la chiamata successiva nella mia città, più comoda, ma ero carica di aspettativa verso il nuovo lavoro e verso me stessa. Tutto si è ribaltato sin dal primo giorno, quando mi sono scontrata con la realtà di dinamiche lavorative che mi opprimono, un lavoro che mi è sempre piaciuto e che ora mi è costretto e non mi stimola più, con gerarchie forti, e in più lontana da casa, logorante per fare da pendolare per inefficienza dei collegamenti e che mi è così di rigetto che non ho la lucidità di recarmi in auto e ho il rifiuto di prendere un alloggio perché finito il turno voglio tornare a casa mia. Piango da 5 mesi letteralmente ogni giorno, le prime settimane non dormivo e ho perso almeno 5 chili per il cambiamento che ancora devo metabolizzare, perché mi sento delusa, amareggiata e molto pentita. Adesso sono in uno stato letargico, una sorta di oblio. Sono apatica, non voglio uscire o stare con le persone. Parlo il minimo indispensabile. A lavoro mi accompagnano chiedendo un sacrificio anche a chi mi sta intorno, altrimenti non andrei e ho già fatto molte assenze. Sto bene solo quando dormo, cosa che faccio appena posso, sto sempre a letto, e quando mi sveglio e realizzo il presente mi pervade un senso di angoscia e di terrore, perché non ho più gioia nella mia vita, parlare di matrimonio e vedere casa da arredare mi dà tristezza perché vedo l'incompatibilità logistica col lavoro.. è venuta a mancare la mia salute mentale e serenità che avevo prima, vorrei solo tornare alla mia vita precedente.. Invece mi sento col carico di responsabilità, perché ho la responsabilità di un mutuo, perché il lavoro non si lascia, tantomeno un posto pubblico, perché esagero, perché sono debole, perché mi è sempre andato tutto bene e non conosco i problemi veri, perché tanto dietro non si torna.. Intanto mi sento spaccata, il tempo scorre passivamente e io mi rifiuto di dover già da adesso vivere così in maniera grigia e con spirito di sacrificio, quando è il lavoro la causa della mia sofferenza.. Che fare?
.. Grazie.
.. Grazie.
Salve, la domanda è stata pubblicata due volte pertanto rispondo come sopra.
Mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Ritengo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Ritengo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
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Buonasera, da quanto scrive sembra che le aspettative non abbiano trovato corrispondenza con la realtà in cui si è trovata a vivere. Che cosa intende con "vita precedente"? In che modo si impedisce di ottenerla? Come mai "il lavoro non si lascia" se non ne è soddisfatta? Quello che dal mio punto di vista è utile fare adesso è dare voce a quanto ha scritto in un contesto in cui può focalizzarsi su di sé, i propri bisogni e le proprie necessità diverse dai doveri che sembrano essere pressanti ed opprimenti.Rimango a disposizione, un saluto
Buonasera,
emerge dal suo racconto molta sofferenza. Sarebbe importante approfondire altri aspetti per comprendere maggiormente il caso. Certamente "quando ci si trova soli in una tempesta in mare è difficile da soli riprendere il timone della nave". Può capitare nella nostra vita di attraversare tempeste senza sapere più come uscirne da soli. Certo, sembra di capire che abbia vissuto un cambiamento di vita destabilizzante. I pensieri automatici negativi che riporta sono tipici in alcuni momenti della vita in cui l'umore risulta depresso. In questi momenti si potrebbe credere che si tornerà alla vita di prima quando ci si sentirà meglio, ma è proprio iniziando ad attivarsi che si inizia a stare meglio. Nonostante la fatica sia enorme e questo è comprensibilissimo.
Chiedere l'aiuto di un professionista può sostenerla in questo difficile periodo di vita ed assieme potreste trovare un modo per "galleggiare" in equilibrio nella tempesta per tornare ad una sana idea di benessere. Rimango a disposizione, anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessia Malaguti
emerge dal suo racconto molta sofferenza. Sarebbe importante approfondire altri aspetti per comprendere maggiormente il caso. Certamente "quando ci si trova soli in una tempesta in mare è difficile da soli riprendere il timone della nave". Può capitare nella nostra vita di attraversare tempeste senza sapere più come uscirne da soli. Certo, sembra di capire che abbia vissuto un cambiamento di vita destabilizzante. I pensieri automatici negativi che riporta sono tipici in alcuni momenti della vita in cui l'umore risulta depresso. In questi momenti si potrebbe credere che si tornerà alla vita di prima quando ci si sentirà meglio, ma è proprio iniziando ad attivarsi che si inizia a stare meglio. Nonostante la fatica sia enorme e questo è comprensibilissimo.
Chiedere l'aiuto di un professionista può sostenerla in questo difficile periodo di vita ed assieme potreste trovare un modo per "galleggiare" in equilibrio nella tempesta per tornare ad una sana idea di benessere. Rimango a disposizione, anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessia Malaguti
Buongiorno,
mi sembra di cogliere nelle sue parole la tendenza a colpevolizzarsi e forse a punirsi per aver sbagliato a scegliere. Aspettative molto alte, una vita sempre al massimo, la sensazione di essere invincibile ed ora si scontra con la dura realtà di dinamiche lavorative frustranti. E la sua reazione, depressiva, è molto forte, dalle stelle alle stalle, senza vie di mezzo. Credo che lei potrebbe beneficiare di uno spazio di ascolto in cui portare in modo esauriente il suo disagio per iniziare a contenerlo e circoscriverlo, così da poter lucidamente valutare come affrontare la situazione.
Se lo riterrà, sono a sua disposizione, anche online.
Le auguro il meglio
Dott.ssa Franca Vocaturi
mi sembra di cogliere nelle sue parole la tendenza a colpevolizzarsi e forse a punirsi per aver sbagliato a scegliere. Aspettative molto alte, una vita sempre al massimo, la sensazione di essere invincibile ed ora si scontra con la dura realtà di dinamiche lavorative frustranti. E la sua reazione, depressiva, è molto forte, dalle stelle alle stalle, senza vie di mezzo. Credo che lei potrebbe beneficiare di uno spazio di ascolto in cui portare in modo esauriente il suo disagio per iniziare a contenerlo e circoscriverlo, così da poter lucidamente valutare come affrontare la situazione.
Se lo riterrà, sono a sua disposizione, anche online.
Le auguro il meglio
Dott.ssa Franca Vocaturi
Salve, una cosa posso suggerirle per sbloccare la situazione. Faccia dei colloqui psicologici. Parlarne la aiuterà a ritrovare la sua verità, che al momento è sotterrata dal senso di responsabilità, che però non risponde più alla sua esistenza ma ad un "non si deve, non si può" assolutamente generico.
Resto a disposizione, anche online, se può esserle più comodo.
Dott.ssa Camilla Ballerini
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Dott.ssa Camilla Ballerini
Salve, secondo lei la sofferenza che descrive è la causa o la conseguenza di qualcosa?
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buonasera, sta attraversando un momento di forte smarrimento, probabilmente le sue aspettative erano molto elevate, tutto ciò che voleva è andata bene fino ad ora, ma le cose non sono andate come si aspettava. Ciò sicuramente è frustrante, e l'ha portata però a chiudersi e a non vedere più una via d'uscita.
Le consiglio d'iniziare un percorso psicologico dove potrà tirar fuori tutto ciò che sta provando e farsi aiutare a ritrovare sicurezza e serenità mentale/fisica.
Resto a disposizione, anche on line, per qualunque chiarimento, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Le consiglio d'iniziare un percorso psicologico dove potrà tirar fuori tutto ciò che sta provando e farsi aiutare a ritrovare sicurezza e serenità mentale/fisica.
Resto a disposizione, anche on line, per qualunque chiarimento, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Salve un fare su cui vale la pena riflettere è la possibilità di consultare uno psicoterapeuta e valutare con lui la situazione e le eventuali o ulteriori attività. Il livello di sofferenza che descrive nella sua nota, è di fatto il risultato di una situazione reale che incontra dei suoi aspetti psicologici. Pertanto lavorare sui suoi vissuti può offrirle la possibilità di rileggere l'intera situazione e vedere delle situazioni su cui ora non si sofferma o non pensa. Un cordiale saluto
Salve. Le delusioni delle aspettative possono causare dei terremoti interiori che fanno perdere interesse, perché tutto diventa faticoso. Finché si studia, molto dipende da se stessi, quando si entra nel mondo del lavoro può non essere più così. La scelta fatta l'ha delusa ma non può sapere se aspettare l'incarico nella sua città, sarebbe stata una scelta migliore per lei. Non si colpevolizzi, il senso di colpa fa perdere energie e vitalità. Valuti la possibilità di intraprendere un buon percorso psicoterapeutico che possa stimolarla a trovare la fiducia in sé, che è diversa dall'autostima, quella fiducia che si attiva nei momenti di difficoltà profonda e che può aiutarla a valutare la realtà sotto più punti di vista, attivando energie nuove, che possono aprire a nuove prospettive e cambiamenti profondi, anche restando nelle stesse situazioni. Distinti saluti
Salve,
indubbiamente quello lavorativo è un aspetto importante dell'esistenza, ed un cambiamento in questo senso può influenzare la vita delle persone.
Sembra che l'aspetto lavorativo sia in qualche modo legato anche ad altri suoi aspetti più profondi, che possono essere approfonditi con la dovuta delicatezza e con più informazioni.
Un consulto psicologico potrà certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
indubbiamente quello lavorativo è un aspetto importante dell'esistenza, ed un cambiamento in questo senso può influenzare la vita delle persone.
Sembra che l'aspetto lavorativo sia in qualche modo legato anche ad altri suoi aspetti più profondi, che possono essere approfonditi con la dovuta delicatezza e con più informazioni.
Un consulto psicologico potrà certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
Buonasera,
da quanto descrivere la sua sofferenza emotiva in questo momento è molto alta. Mi sembra di capire che la realizzazione nel lavoro ha coinciso, nel suo immaginario, alla realizzazione di sé… forse sottostimando le altre dimensioni di vita, non meno importanti. Si può sbagliare e porre rimedio (sempre!) oppure si ha bisogno di tempo per adattarsi a cambianti importanti. Colpevolizzarsi non serve…
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico che possa aiutarla ad elaborare pensieri ed emozioni.
Le faccio i miei migliori auguri
Cordialmente
Dott.ssa Zena Ballico
da quanto descrivere la sua sofferenza emotiva in questo momento è molto alta. Mi sembra di capire che la realizzazione nel lavoro ha coinciso, nel suo immaginario, alla realizzazione di sé… forse sottostimando le altre dimensioni di vita, non meno importanti. Si può sbagliare e porre rimedio (sempre!) oppure si ha bisogno di tempo per adattarsi a cambianti importanti. Colpevolizzarsi non serve…
Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico che possa aiutarla ad elaborare pensieri ed emozioni.
Le faccio i miei migliori auguri
Cordialmente
Dott.ssa Zena Ballico
Salve, leggendo con attenzione le sue parole, la prima cosa che mi chiedo è perché non lasciare il lavoro e trovarne un altro? Credo che la risposta sia già nella sua domanda ovvero che non è il posto di lavoro il problema ma altro, tipo una depressione esplosa forse per essere arrivata e giunta a ciò che riteneva il suo obbiettivo, ovvero quel tipo di lavoro e matrimonio. E' davvero ciò che voleva? Credo che dovrebbe analizzare la cosa con uno psicologo e approfondire ciò che la sua mente le sta comunicando anche se dolorosamente. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, La questione che lei espone necessita di un approfondimento ed un trattamento psicologico.
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Rossella Sorce
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Rossella Sorce
Buongiorno, le è crollato il mondo addosso! Lei descrive una persona brillante, piena di energie ed entusiasmi. Se pensa davvero che i suoi problemi, che chiamerei stato depressivo, siano legati esclusivamente al lavoro, non si precluda la possibilità di cambiare. Lei è giovane e brillante, il posto pubblico si può lasciare... Eccome!!! Le consiglio di farsi qualche colloquio con uno psicoterapeuta per approfondire le cause del suo malessere, se fosse confermato che è il lavoro a sottrarle la gioia di vivere, si sottragga a questo lavoro!
Resto a disposizione, anche online
Auguri di cuore
Claudia m
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Auguri di cuore
Claudia m
La rigidità fa da padrona a molte delle frasi che scrive. Il dovere ed il dover essere sono molto presenti. Forse questo stato di torpore ed apatia possono esserle utili a fare esperienza di un maggiore amore e comprensione verso se stessa. La crisi, spesso porta al cambiamento. La richiesta di aiuto è forza, non debolezza. La richiesta di aiuto è azione, non è passività davanti ad un malessere. Il cammino terapeutico stesso è azione, accompagnata dallo psicologo, ma azione del paziente in primis che si attiva cercando il suo bene!
Segua questa scia di energia verso se stessa.
Rimango a disposizione anche on line
Dtt.ssa Di Fonzo
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Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con noi questo suo momento di grande difficoltà.
Capisco il suo dolore e sono molto amareggiata per la sua situazione. Quello che mi sento di consigliarle è di rivolgersi a uno psicologo al fine di poter esaminare tutta la situazione e capire o "semplicemente" tirare fuori e verbalizzare quello che davvero non va e che la fa tanto soffrire in questo momento.
I momenti difficili esistono, i cambiamenti possono essere difficili da affrontare perché non è sempre semplice trovare un nuovo equilibrio. A volte si sente di aver fatto la scelta sbagliata e di non poter fare più niente, ci si sente imprigionati, ma può capitare di rendersi conto che le chiavi della nostra prigione le abbiamo sempre avute noi in tasca.
Parlare con un professionista la potrebbe aiutare e visti i sintomi che lei riporta, pianto, angoscia, terrore, perdita di peso, sonnolenza...le consiglio di farlo quanto prima perché il suo corpo le sta dicendo qualcosa. Sta a lei decidere se ascoltarlo, appena si sentirà pronta per farlo.
Spero di esserle stata utile,
Resto a disposizione
Dott.ssa Fabiola Ribechini
Capisco il suo dolore e sono molto amareggiata per la sua situazione. Quello che mi sento di consigliarle è di rivolgersi a uno psicologo al fine di poter esaminare tutta la situazione e capire o "semplicemente" tirare fuori e verbalizzare quello che davvero non va e che la fa tanto soffrire in questo momento.
I momenti difficili esistono, i cambiamenti possono essere difficili da affrontare perché non è sempre semplice trovare un nuovo equilibrio. A volte si sente di aver fatto la scelta sbagliata e di non poter fare più niente, ci si sente imprigionati, ma può capitare di rendersi conto che le chiavi della nostra prigione le abbiamo sempre avute noi in tasca.
Parlare con un professionista la potrebbe aiutare e visti i sintomi che lei riporta, pianto, angoscia, terrore, perdita di peso, sonnolenza...le consiglio di farlo quanto prima perché il suo corpo le sta dicendo qualcosa. Sta a lei decidere se ascoltarlo, appena si sentirà pronta per farlo.
Spero di esserle stata utile,
Resto a disposizione
Dott.ssa Fabiola Ribechini
Buonasera
Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia psicoanalitica per capire il conflitto che sta vivendo e il significato inconscio che questo lavoro ha per lei.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia psicoanalitica per capire il conflitto che sta vivendo e il significato inconscio che questo lavoro ha per lei.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi rendo conto del disagio che sta provando e delle difficoltà che sta vivendo.
Un parere psicologico per essere funzionale necessita di tanti dettagli, di ascolto e di una forte fiducia da entrambe le parti. Per tale ragione le assicuro la mia disponibilità se fosse interessato a ricevere maggiori informazioni e uno spazio sicuro in cui poter parlare.
Dott.ssa Veronica Guidi
Un parere psicologico per essere funzionale necessita di tanti dettagli, di ascolto e di una forte fiducia da entrambe le parti. Per tale ragione le assicuro la mia disponibilità se fosse interessato a ricevere maggiori informazioni e uno spazio sicuro in cui poter parlare.
Dott.ssa Veronica Guidi
Buongiorno, che momento difficile sta attraversando, se vuole bene a sé stessa vada a parlare con un professionista, anche solo qualche seduta da uno psicologo l'aiuterebbe a mettere un pò di ordine perché sta sprofondando nei sensi di colpa. La vita tornerà a sorriderle se, anche in questo momento, farà un'escalation ma per sé.
Si prenda cura di sé. Un abbraccio
dr.ssa G. Di Vara
Si prenda cura di sé. Un abbraccio
dr.ssa G. Di Vara
Buongiorno. L'esaurimento emotivo e fisico, l'anedonia, il senso di apatia, la riduzione del sonno e dell'appetito, il sentimento di aver perso piacere nel lavoro e nelle attività della vita. Questi sono tutti sintomi che possono essere legati alla sindrome da burnout, uno stato di stress cronico legato al lavoro, ma che può inficiare anche la vita personale fino a "spegnere" la persona che ne soffre. Sembrerebbe qualcosa che si possa superare facilmente, ma una volta innescato il circolo vizioso del burnout non basta cambiare lavoro per poterlo disinnescare. Non è una sindrome da sottovalutare, può portare a ripercussioni importanti personali (depressione, stress, ansia, anedonia), fisiche (maggiori disturbi cardiovascolari, gastrointestinali, ictus, emicranie, cefalee) e relazionali (conflitti con il partner e isolamento). Per questo è importante rivolgersi ad uno psicologo, così da poter affrontare e superare queste difficoltà che altrimenti possono "appesantire" la Sua vita. Nel caso volesse intraprendere un percorso di supporto, anche online, resto a Sua disposizione. Cordialmente, Dott. Angelini
Grazie per aver condiviso la sua esperienza, che comprensibilmente le sta causando molta sofferenza. Da ciò che descrive, sembra trovarsi in un profondo stato di disagio legato a un cambiamento che ha sconvolto il suo equilibrio, portandola a una forte demotivazione, senso di oppressione e sintomi che possono indicare un quadro depressivo reattivo. Il senso di responsabilità e il timore di "non poter tornare indietro" sembrano amplificare il malessere, rendendo difficile trovare una via d’uscita. Tuttavia, è importante ricordare che nessuna scelta è definitiva e che il benessere psicologico deve essere una priorità: un confronto con uno specialista potrebbe aiutarla a ridefinire le sue prospettive, valutare strategie per affrontare il malessere e prendere decisioni più consapevoli per il suo futuro. Non è debolezza chiedere aiuto, ma un atto di cura verso sé stessa.
Gentile,
la sua testimonianza restituisce con grande intensità il senso di smarrimento che può seguire a una scelta presa “con entusiasmo”, quando quella stessa energia iniziale sembra ora rivoltarsi contro, lasciandola in un presente che appare estraneo. Eppure, colpisce come nel pieno del malessere, lei riesca a nominare con lucidità ciò che prova e ciò che ha perso, come se dentro lo “stare ferma”, qualcosa in lei continuasse a cercare.
Mi chiedo: cosa accadrebbe se, invece di tornare indietro, si concedesse di ridisegnare avanti, anche solo un piccolo margine di spazio in cui ritrovarsi?
Se vuole, possiamo iniziare da lì, da quel punto sospeso in cui sente di essersi “spaccata”, per capire insieme se davvero non si torna indietro… o se si può andare avanti in un modo nuovo.
A volte non serve cambiare tutto, basta cambiare sguardo.
Mi contatti pure,
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
la sua testimonianza restituisce con grande intensità il senso di smarrimento che può seguire a una scelta presa “con entusiasmo”, quando quella stessa energia iniziale sembra ora rivoltarsi contro, lasciandola in un presente che appare estraneo. Eppure, colpisce come nel pieno del malessere, lei riesca a nominare con lucidità ciò che prova e ciò che ha perso, come se dentro lo “stare ferma”, qualcosa in lei continuasse a cercare.
Mi chiedo: cosa accadrebbe se, invece di tornare indietro, si concedesse di ridisegnare avanti, anche solo un piccolo margine di spazio in cui ritrovarsi?
Se vuole, possiamo iniziare da lì, da quel punto sospeso in cui sente di essersi “spaccata”, per capire insieme se davvero non si torna indietro… o se si può andare avanti in un modo nuovo.
A volte non serve cambiare tutto, basta cambiare sguardo.
Mi contatti pure,
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Gentile utente,
il suo racconto trasmette con forza il peso che sta portando: un cambiamento che doveva rappresentare un traguardo si è trasformato in una fonte di dolore e spaesamento, come se la vita, da lineare e “perfetta”, si fosse improvvisamente incrinata. È del tutto comprensibile che si senta così: ha investito tanto su sé stessa, ha seguito le regole, ha costruito con costanza la propria stabilità — e oggi si trova a vivere una realtà che la fa sentire estranea e delusa.
Non è debolezza, né esagerazione. Quando un cambiamento tocca più dimensioni contemporaneamente (nuovo ambiente, lontananza, ritmo di vita, aspettative disattese), l’organismo reagisce come a uno shock: il pianto, l’insonnia, la perdita di interesse, il bisogno di isolarsi e di dormire sono segnali di sovraccarico emotivo, non di fragilità. È come se la mente stesse dicendo: “Non riesco a sostenere tutto questo da sola.”
In questa fase può aiutarla:
Riconoscere che il suo malessere ha una radice precisa. Non è “ingratitudine” o “pigrizia”: è la reazione di una persona che sta vivendo un forte scarto tra ciò che aveva immaginato e ciò che sta realmente sperimentando.
Riportare il controllo a piccoli passi. Invece di cercare di cambiare subito tutto, si concentri su ciò che può rendere più gestibile la giornata: orari di riposo, pasti regolari, brevi momenti di pausa o movimento, contatti con persone di fiducia. Sono ancore che aiutano a interrompere la sensazione di immobilità.
Non restare sola con questo peso. Parlare con un professionista la aiuterebbe a rimettere in ordine emozioni e priorità, comprendere se quella che vive è una reazione adattiva a un periodo di forte stress o se serve un sostegno più strutturato per riemergere dal torpore emotivo in cui si sente intrappolata.
Rivalutare le scelte senza giudizio. A volte ci si sente costretti a “non poter tornare indietro” perché ci si sente responsabili verso tutti — ma la sua salute mentale non è un capriccio, è una condizione indispensabile per continuare a costruire la vita che desidera. Ripensare un percorso non significa fallire, significa ascoltarsi.
Lei ha dimostrato in passato determinazione, lucidità e capacità di adattamento: sono risorse che non ha perso, ma che ora vanno protette e riorganizzate. Il dolore che prova è anche la misura dell’importanza che attribuisce alla sua vita e al suo equilibrio.
Un passo alla volta, con l’aiuto giusto, potrà ritrovare direzione e respiro.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
il suo racconto trasmette con forza il peso che sta portando: un cambiamento che doveva rappresentare un traguardo si è trasformato in una fonte di dolore e spaesamento, come se la vita, da lineare e “perfetta”, si fosse improvvisamente incrinata. È del tutto comprensibile che si senta così: ha investito tanto su sé stessa, ha seguito le regole, ha costruito con costanza la propria stabilità — e oggi si trova a vivere una realtà che la fa sentire estranea e delusa.
Non è debolezza, né esagerazione. Quando un cambiamento tocca più dimensioni contemporaneamente (nuovo ambiente, lontananza, ritmo di vita, aspettative disattese), l’organismo reagisce come a uno shock: il pianto, l’insonnia, la perdita di interesse, il bisogno di isolarsi e di dormire sono segnali di sovraccarico emotivo, non di fragilità. È come se la mente stesse dicendo: “Non riesco a sostenere tutto questo da sola.”
In questa fase può aiutarla:
Riconoscere che il suo malessere ha una radice precisa. Non è “ingratitudine” o “pigrizia”: è la reazione di una persona che sta vivendo un forte scarto tra ciò che aveva immaginato e ciò che sta realmente sperimentando.
Riportare il controllo a piccoli passi. Invece di cercare di cambiare subito tutto, si concentri su ciò che può rendere più gestibile la giornata: orari di riposo, pasti regolari, brevi momenti di pausa o movimento, contatti con persone di fiducia. Sono ancore che aiutano a interrompere la sensazione di immobilità.
Non restare sola con questo peso. Parlare con un professionista la aiuterebbe a rimettere in ordine emozioni e priorità, comprendere se quella che vive è una reazione adattiva a un periodo di forte stress o se serve un sostegno più strutturato per riemergere dal torpore emotivo in cui si sente intrappolata.
Rivalutare le scelte senza giudizio. A volte ci si sente costretti a “non poter tornare indietro” perché ci si sente responsabili verso tutti — ma la sua salute mentale non è un capriccio, è una condizione indispensabile per continuare a costruire la vita che desidera. Ripensare un percorso non significa fallire, significa ascoltarsi.
Lei ha dimostrato in passato determinazione, lucidità e capacità di adattamento: sono risorse che non ha perso, ma che ora vanno protette e riorganizzate. Il dolore che prova è anche la misura dell’importanza che attribuisce alla sua vita e al suo equilibrio.
Un passo alla volta, con l’aiuto giusto, potrà ritrovare direzione e respiro.
Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
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