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Cristina Donati Marello
Corso Federico Sclopis 6, Torino

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Cristina Donati Marello

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Psicologa del lavoro, Psicoterapeuta.

In ambito clinico, mi occupo di psicoterapia con pazienti privati e di riabilitazione psichatric...

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 2 domande da parte di pazienti di MioDottore

Sono single, ho 51 anni ed una vita sociale non felicissima.Da moltissimi anni vivo una situazione di grandissima pressione e stress derivati dal mio lavoro Ho "ereditato" mio malgrado una piccola ma nota azienda per la scomparsa improvvisa di mio padre con il quale avevo collaborato 20 anni per lo sviluppo ed il successo della stessa ma al quale avevo suggerito poco prima che venisse a mancare di venderla sia per il valore potemziale della stessa sia per la mia inadeguatezza nei rapporti interpersonali. Questa "scelta" di vendere in realtà era segretamente osteggiata da mia mamma ed in fondo credo che anche mio padre fosse contrario. Credo di aver vissuto un'infanzia critica, avendo assistito a liti furibonde tra i miei genitori e le lotte per i parenti di ognuno.Per mangiare o studiare c'era sempre mia mamma con la cinghia pronta a convincermi. Mi sono sempre sentito criticato da mia mamma. Ho sviluppato un carattere sensibile, generoso e audace (da giovane) , " forte" per le posizioni estreme che mi contraddistinguono nei rapporti ed una insicurezza di fondo, comune alle mie 2 sorelle, che ho sempre cercato di vincere con attività che mi mettessero in gioco come recitare su un palco o correre gare podistiche o arrampicare su una parete etc. Con la scomparsa di mio padre 12 anni fa il mio già gravoso e forzoso coinvogimento si è drammaticamente moltiplicato e da qualche tempo ho completamente perso il controllo della mia vita con comporamenti autodistruttivi in generale, offensivi, provocatori e aggressivi che forse inconsciamente il mio cervello incapace di arrendersi considera come l'unica via d'uscita al problema. Il lavoro ne sta pesantemente risentendo con perdita di clienti e di quasi tutti i già pochi collaboratori. Il mio io rifiuta di abbandonare la nave (chiudere), anche perchè vivrebbe ciò come l'ultima e più grave sconfitta. Per portare in porto la nave mi rendo conto che ho bisogno di assumere dei collaboratori e di valorizzarli ma sono terrorizzato dal fatto che non so controllarmi e forse sto cercando di fare qualcosa che probaabilmente va oltre la mia volontà e le miei energie . I soldi non sono il probema perchè anche chiudendo permetterebbero a me ed alle mie sorelle di vivere una vita agiata. A parte rari momenti vivo questa situaziooe con distacco come se non mi riguardasse, accettarla mi sembra quasi normale, ed in generale con rassegnazione come se ormai fosse troppo tardi per far qualcosa. Non so davvero cosa voglio nella vita ; forse il lavoro non è il motivo vero del mio malessere. Ricordo che da giovane volevo fare il missionario ed in generale mi sono sempre sentito di fare qualcosa di importante o di eroico, non mi sono mai visto come padre e/o marito. Credo di aver bisogno di aiuto . Grazie per i Vs consigli sulla figura ed il percorso da intraprendere.

Buongiorno, dal punto di vista lavorativo, potrebbe valutare l'ipotesi di un percorso nell'ambito della psicologia del lavoro, che accomunerebbe inevitabilmente anche qualche passaggio introspettivo sulla storia personale. Così potrà includere anche gli aspetti organizzativi che coinvolgono necessariamente la vita interiore. Cristina Donati Marello

Dott.ssa Cristina Donati Marello

Io ho paura di scoprire di non voler cambiare davvero.
Ho alle spalle anni di psicoterapia, tra una settimana ne inizierò una nuova.
Mi sono sentita dire la qualunque:
"Non sei pronta per cambiare"
"Non lo vuoi davvero"
"Cerchi solo attenzioni"
"Torna solo quando avrai davvero voglia di cambiare"
"Chiedi aiuto"
"Parlane con un amico"
"La psicoterapia non è obbligatoria"
"Vai da uno psichiatra"
"Ma cresci una buona volta!"
"Svegliati!"
"Sei una buona a nulla"
"Non servi a niente"
"Poniti degli obiettivi"
"Affronta le tue paure"
"Le paure si superano guardandole in faccia"
Io mi sento così sola, non so più come devo chiedere aiuto, se sto ferma dove sono non va bene, se chiedo aiuto non va bene, cosa devo fare?
Mi parlano di buona volontà, determinazione, coraggio, positività, tutte cose che a me mancano, io mi sento come un sacco della spazzatura, un rifiuto che non serve a nessuno e che anzi da fastidio, pretendono che io mi tiri fuori dai miei problemi, è difficile...e non c'è altro modo.
Ditemi che ho speranza di poter migliorare e uscire da tutto questo vi prego, c'è qualcuno che può darmi una mano sul serio?
Spero che questa nuova psicoterapia mi aiuterà, ma ho tanta paura che possa fare la stessa fine delle precedenti.....
Aiutatemi vi prego!

Buongiorno gentilissima, una domanda che potrà in futuro porsi è quella relativa a ai suoi obiettivi di trasformazione, che sicuramente nel tempo sono cambiati e che magari cambieranno ancora negli anni. Questo aspetto ovviamente lo potrà portare come argomento di confronto alla sua terapeuta.

Dott.ssa Cristina Donati Marello

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