Dott.ssa Cristina Borroni

Non è facile rispondere perchè Io sono tante cose messe insieme...
Sono io mentre siedo di fronte ad un cliente, partecipando alla sua lotta con tutto l'impegno e con tutta la sensibilità di cui sono capace.
Sono io mentre cerco di sentire la sua esperienza, il significato e il sentimento che ha per lui.
Sono io mentre sento la mia difficoltà nel capirlo e nel vedere la vita come appare a lui.
Sono io mentre mi sento felice nell'assistere alla crescita di una nuova personalità, mentre mi meraviglio dell'emergere di un nuovo Io, mentre assisto ad un processo di sviluppo in cui io ho avuto una parte importante.
Siamo io e il mio cliente mentre osserviamo il potere personale, le forze potenti che sono emerse durante la nostra esperienza di relazione.
Sono la sofferenza e la speranza, l'ansietà e la soddisfazione di cui è pieno lo studio di ogni terapeuta.
Sono l'unicità del rapporto che si stabilisce tra terapeuta e cliente.
Sono la sensibile capacità di ascoltare e la profonda soddisfazione nell'essere ascoltati.
Sono autenticità e congruenza. E' molto gratificante quando posso essere vera, essere in contatto con qualcosa che procede in me, che si muove all'interno delle mia esperienza con l'altro. Ad esempio, a volte mi capita di provare un sentimento che non sembra avere nulla a che fare con ciò che sta avvenendo nella relazione, ma mi fido del mio sentire e se penso possa essere utile al cliente glielo comunico, e spesso succede che questo va a toccare nell'altro delle corde profonde e la relazione progredisce ulteriormente.
Sono empatia, entro nel mondo percettivo dell'altro, sono sensibili ai mutevoli significati percepiti, presenti nell'altra persona. Io terapeuta sono la compagna fiduciosa nel mondo interiore dell'altro come se fosse il mio...
Sono accettazione e non giudizio di ogni aspetto dell'esperienza della persona che ho di fronte.
"Le persone sono meravigliose quanto i tramonti se io li lascio essere ciò che sono. Infatti, la ragione per cui forse possiamo apprezzare il tramonto, è che non possiamo controllarlo, bensì possiamo ammirare il suo dispiegarsi..." (Carl Rogers)