Esperienze
Sono la Dott.ssa Chiara Pesce, psicologa clinica e specializzanda in psicoterapia ad orientamento analitico-transazionale. Effettuo percorsi di sostegno psicologico , consulenze individuali o di coppia così come colloqui clinici di coppia sia in studio a Gallarate (VA) che online, attraverso un approccio non giudicante, attento, accogliente e rispettoso.
Nel mio lavoro credo fortemente nel valore della relazione terapeutica: essa può diventare lo spazio in cui riprendere contatto con se stessi, esplorare le proprie risorse e avviare un percorso di cambiamento autentico.
Mi rivolgo a:
• Giovani adulti e adulti che affrontano periodi di cambiamento, transizioni o fasi delicate della loro vita;
• Persone che vivono stati di ansia, stress o difficoltà nelle relazioni, o che percepiscono un disagio interiore che fatica a trovare spiegazione;
• Chi desidera superare un momento di crisi e intraprendere un percorso di crescita personale, alla scoperta delle proprie risorse e potenzialità.
Il mio approccio si fonda sulla convinzione che ciascuno di noi sia capace di cambiare e riappropriarsi della libertà di scegliere come vivere la propria vita. Nel percorso assieme, ti accompagno a riconoscere e valorizzare le tue risorse, favorendo gradualmente un processo di maggiore autonomia, benessere e consapevolezza, nel rispetto dei tuoi tempi e delle tue modalità.
Approccio terapeutico
Aree di competenza principali:
- Psicologia clinica
- Psicologo clinico
Principali patologie trattate
- Confusione mentale
- Stato di agitazione
- Stress
- Problemi di coppia
- Difficoltà relazionali
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Foto e video
Indirizzi (2)
Via Peschiera 10, Gallarate 21013
Disponibilità
Pagamento online
Accettato
Telefono
Pazienti accettati
- Pazienti senza assicurazione sanitaria
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- Pazienti senza assicurazione sanitaria
Prestazioni e prezzi
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Colloquio psicologico
60 € -
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Consulenza online
55 € -
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Consulenza psicologica
55 € -
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Colloquio di coppia
75 € -
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Consulenza psicologica di coppia
65 € -
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Recensioni
5 recensioni
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A
A.P
Sto attraversando un periodo di forte stress legato al lavoro. Per questo ho deciso di affidarmi alla Dott.ssa e devo ammettere che, essendo la mia prima esperienza con una psicologa, ero un po’ incerta, ma posso dire che fin da subito mi sono sentita accolta, ascoltata e compresa.
mi ha aiutata ad affrontare con maggiore consapevolezza ciò che sto vivendo e a riflettere su aspetti che non avevo mai considerato ma anche ad osservare le cose da un punto di vista nuovo. Non posso che consigliarla.• Studio Privato • sostegno psicologico •
Dott.ssa Chiara Pesce
La ringrazio sinceramente per la sua recensione e per il suo feedback. Mi fa piacere sapere che ha trovato nello spazio dei nostri incontri un luogo sicuro in cui potersi fermare, ascoltare e riflettere con serenità. Le auguro di continuare questo percorso alla scoperta di sé stessa e di prendersi cura di ciò che per lei conta davvero.
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F
F.G
La Dott.ssa mi sta accompagnando in un periodo di cambiamento e difficoltà, e grazie al suo supporto sto riuscendo a ritrovare serenità. Con professionalità, empatia e delicatezza mi sta aiutando a comprendere meglio me stesso e ad affrontare ciò che sto vivendo. Sento di aver fatto dei progressi e sono soddisfatto di essermi affidato a lei.
• Studio Privato • colloquio psicologico •
Dott.ssa Chiara Pesce
La ringrazio sinceramente per le sue parole. È un piacere accompagnarla in questo percorso di cambiamento e vedere i progressi che sta facendo grazie al suo impegno e alla sua disponibilità nel mettersi in gioco. Proseguiremo questo percorso fianco a fianco, con attenzione e nel pieno rispetto dei suoi tempi.
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G
G.R.
La dottoressa sa ascoltare con grande attenzione e sensibilità. Mi sono sentita accolta e compresa.
Ve la consiglio con piacere!• Altro • Altro •
Dott.ssa Chiara Pesce
Gentile G. la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. È un piacere per me sapere che abbia percepito un clima di ascolto autentico e comprensione: sono aspetti a cui dedico sempre grande attenzione. Credo profondamente che ogni percorso inizi proprio da un ascolto sincero e rispettoso, capace di accogliere la persona nella sua unicità!
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A
Anonimo
Una professionista preparata , disponibile e che trasmette grande umanità.
Ho apprezzato molto la sua capacità di ascolto e la delicatezza con cui affronta anche i temi per me più difficili. È molto disponibile e trasmette calma. La consiglio senza alcun dubbio.• Studio Privato • colloquio psicologico •
Dott.ssa Chiara Pesce
La ringrazio e sono molto felice di aver avuto questo riscontro. Mi fa molto piacere sapere che si sia sentita accolta e compresa: considero l’ascolto attento e il rispetto dei tempi e dei vissuti di ciascuno elementi fondamentali nello spazio di fiducia che costruiamo insieme.
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M
M.V
È stato il mio primo incontro con una psicologa e temevo di non riuscire a parlare o ad aprirmi , ma la dottoressa si è dimostrata molto accogliente e gentile. Ho sentito subito di potermi fidare. La consiglio!
• Studio Privato • colloquio psicologico •
Dott.ssa Chiara Pesce
Gentile M.
Ti ringrazio , sono felice che abbia trovato, nello spazio dei nostri incontri, un luogo in cui si sente a suo agio e libero di esprimersi e aprirsi
Risposte ai pazienti
ha risposto a 21 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buonasera, mi chiamo Giulio e vorrei un vostro parere/consiglio riguardo alla mia situazione.
Si tratta di me e della mia collega di lavoro.
Parto subito col dire che abbiamo due stili di vita un po' diversi, però piano piano ci siamo avvicinati e abbiamo instaurato un buon rapporto tanto ché ci siamo avvicinati molto anche a livello fisico.
Una sera siamo usciti insieme, siamo stati per ben 5 ore fuori a parlare, senza usare il telefono, cosa per me importante, quindi devo dire che la serata è andata molto bene.
Non c'è stato nessun bacio ma molto contatto fisico... gambe intrecciate, mani che si accarezzavano, carezze sulle coscie e sulle gambe, lei aveva anche quella voce tenera che di solito fanno le ragazze quando sono prese.
Anche in questi giorni c'è stato altro contatto fisico, lei mi ha carezzato di nuovo le mani io il viso (guancia), qualche abbraccio.
Il problema è che lei dice di volere un ragazzo alto almeno 1.90, "sano" ecc... ed io purtroppo sono un po' più basso di lei.
Lei dice che siamo solo amici...
Vi chiedo, ma se per lei siamo solo questo perché avere tutto questo contatto fisico e quando lo riceve da parte mia non dice niente?
Perché quando siamo usciti siamo stati tutte quelle ore insieme?
Da amici va bene tutto questo contatto fisico?
Se non avessi un minimo di interesse personalmente non mi lascerei andare così.
Grazie
Buongiorno Giulio,
la ringrazio per aver condiviso una situazione così delicata e comprensibilmente carica di emozioni.
Provo a darle una lettura il più possibile chiara e rispettosa di entrambe le posizioni.
Da ciò che descrive, tra voi si è creato un legame emotivo e corporeo significativo. Il contatto fisico prolungato, la qualità del tempo passato insieme, la sintonia nel dialogo e alcuni segnali non verbali (tono di voce, vicinanza, carezze) non sono neutri e in genere indicano un coinvolgimento, o quantomeno una curiosità affettiva. È quindi assolutamente comprensibile che lei si ponga delle domande e si senta confuso.
Detto questo, è importante tenere presenti alcuni aspetti psicologici frequenti in queste dinamiche:
Il contatto fisico non equivale sempre a una disponibilità relazionale: alcune persone vivono la vicinanza corporea come una forma di conferma, di sicurezza o di piacere emotivo, senza essere pronte (o disposte) a trasformarla in una relazione.
Potrebbe anche essere presente in lei un’ambivalenza: una parte che si sente attratta e coinvolta, e un’altra che razionalmente pone dei limiti (come il tema dell’altezza o dell’“ideale di partner”). Quando questo accade, la persona può inviare segnali contrastanti.
Il fatto che lei dica “siamo solo amici” va comunque preso sul serio: le parole sono un confine esplicito, anche se i comportamenti sembrano raccontare altro.
Esistono persone molto “fisiche” anche nelle relazioni di amicizia, per le quali il contatto fisico (abbracci, carezze, vicinanza) è un linguaggio naturale, non necessariamente collegato a un interesse sentimentale o sessuale. Questo però non significa che per l’altra persona tale contatto venga vissuto allo stesso modo.
La questione centrale, più che capire cosa prova lei, è chiedersi:
come sta lei, Giulio, dentro questa situazione?
Se il contatto fisico e la vicinanza alimentano aspettative o speranze che poi vengono negate a parole, nel tempo questo potrebbe diventare fonte di frustrazione e sofferenza.
Il mio consiglio professionale è di:
provare, se se la sente, a comunicare in modo diretto e rispettoso come si sente, senza accuse (“Io mi sto coinvolgendo emotivamente e faccio fatica a vivere questa ambiguità”);
osservare non solo i gesti, ma anche la coerenza tra parole e azioni nel tempo;
proteggere i propri confini emotivi, soprattutto considerando che si tratta anche di un rapporto di lavoro.
Per molte persone quel tipo di contatto non è “solo amicizia”, ma può esserlo per chi vive una fase di ambivalenza o cerca vicinanza emotiva /fisica senza impegno o ancora è abituato a vivere in questo modo anche le proprie relazioni amicali. La cosa più importante è che lei non resti incastrato in una posizione che le crea confusione e sofferenza.
Resto a disposizione se vorrà approfondire ulteriormente.
Un caro saluto.
Dott.ssa Chiara Pesce.
Buon pomeriggio Gentili Dottori, Vi scrivo in quanto vorrei un Vostro parere. Sono una studentessa universitaria ma ho un carattere timido, riservato, emotivo e quando vedo mie colleghe che hanno comportamenti estroversi verso i prof, si avvicinano a salutare i prof, pur non avendo ancora sostenuto esami con loro; io mi sento in difetto, inferiore..anche io vorrei riuscire ad avere questo approccio, invece mi sento in imbarazzo nell' andare da un prof anche a fine convegno e avvicinarmi a salutarlo e dire "buongiorno come sta" o fargli qualche domanda..mi sento di infastirli andando da loro.. Non so se sono io in difetto o le mie colleghe..vorrei una Vostra opinione, Grazie Mille.
Buon pomeriggio,
la ringrazio per aver condiviso una difficoltà che in realtà è molto più comune di quanto si pensi, soprattutto in ambito universitario.
Da ciò che descrive non emerge alcun “difetto”, ma piuttosto un tratto di personalità introverso, sensibile e rispettoso dei confini altrui. Questo può portare a confronti sfavorevoli e a sentimenti di inferiorità, ma è importante chiarire che non esiste un modo giusto o sbagliato di essere studenti, bensì modalità diverse.
Alcuni punti che possono aiutarla a rileggere la situazione:
L’estroversione non è sinonimo di competenza, sicurezza o valore personale. Le colleghe che si avvicinano ai docenti con disinvoltura stanno semplicemente utilizzando uno stile relazionale diverso dal suo, non necessariamente “migliore”.
Il timore di “disturbare” o “infastidire” i professori è molto frequente nelle persone attente, empatiche e rispettose. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, i docenti sono abituati e disponibili al confronto con gli studenti, soprattutto quando vengono poste domande pertinenti o richieste legate allo studio.
Il fatto che lei provi imbarazzo non indica inadeguatezza, ma una reazione emotiva comprensibile legata alla sensibilità al giudizio altrui e magari anche alla novità della situazione, che può essere accolta e gradualmente gestita.
Non è una questione di chi sia “in difetto” tra lei e le sue colleghe: avete semplicemente funzionamenti diversi. Il rischio nasce quando si valuta se stessi solo attraverso il confronto con gli altri, senza riconoscere le proprie risorse.
Se desidera lavorare su questo aspetto, può provare a:
iniziare con piccoli passi, ad esempio preparando prima una domanda concreta da fare a un docente, senza l’obiettivo di “fare conversazione”;
ricordare e accettare che non deve essere sempre brillante, ma autentica;
allenarsi a tollerare un minimo di disagio iniziale, che tende a diminuire con l’esperienza ripetuta;
riconoscere e rispettare il proprio modo di relazionarsi agli altri.
Se questa sensazione di inferiorità nel contatto con figure autorevoli dovesse accompagnarla in modo persistente o dovesse generare in lei disagio , un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a rafforzare la sua autostima.
Non c’è nulla di sbagliato in lei. Sta semplicemente cercando di capire come stare e muoversi nel mondo restando fedele a se stessa.
Resto a disposizione,
Un caro saluto.
Dott.ssa Chiara Pesce.
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