Tutto quello che dovresti sapere sul trattamento dei tumori testicolari

Andrologia • 27 marzo 2017 • Commenti:

Il tumore del testicolo è piuttosto raro, in quanto rappresenta l’1-1,5% di tutti i tumori maschili e il 5% di quelli di interesse urologico: la sua incidenza nei Paesi occidentali è di circa 3-6 nuovi casi per 100.000 maschi all’anno e nell’ultimo decennio è stato descritto un significativo incremento generale della sua frequenza nei Paesi industrializzati.

Quali sono le cause di tumore del testicolo?

Il tumore del testicolo presenta diversi fattori di rischio, che possono aumentarne notevolmente le probabilità d’insorgenza negli uomini.

I più importanti sono:

  • età, con un picco d’incidenza tra i 15 e i 35 anni;

  • etnia, con un rischio circa quattro volte più alto negli uomini caucasici;

  • patologie testicolari, in particolare il criptorchidismo, ovvero la mancata discesa di uno o entrambi i testicoli in sede scrotale. Nei neonati le gonadi maschili sono normalmente localizzate nella cavità addominale e nei primi giorni di vita discendono spontaneamente nel sacco scrotale, la loro sede anatomica definitiva. Se questo non avviene, potrebbero subire danni cellulari importanti, che possono predisporre all’infertilità o allo sviluppo di cloni cellulari tumorali;

  • malattie genetiche, come la sindrome di Klinefelter;

  • predisposizione genetica, con rischio aumentato in uomini con familiari di primo grado affetti dalla stessa neoplasia (padre, fratelli e figli).

Quanti tipi di tumori testicolari esistono?

Le neoplasie testicolari, dal punto di vista anatomopatologico, sono prevalentemente di tipo germinale: le neoplasie non germinali, come i tumori a cellule del Sertoli o del Leydig, rappresentano solo il 5% dei casi.

I tumori germinali si distinguono in due grosse varianti:

  • seminomi, che normalmente si manifestano in età più avanzata (picco tra i 25 e i 45 anni), rappresentano la forma più frequente e con prognosi migliore;

  • non seminomi, ovvero il coriocarcinoma, il teratoma, il carcinoma embrionario e i tumori del sacco vitellino: si manifestano in età più giovanile (picco tra i 15 e i 35 anni) e costituiscono le forme più rare e gravi.

Come mi accorgo di avere un tumore al testicolo?

La diagnosi generalmente è clinica, in quanto il carcinoma si presenta come una massa testicolare anomala non associata a dolore, differenza fondamentale che lo distingue da patologie come l’orchiepididimite e la torsione del funicolo spermatico. In circa il 10% dei pazienti, il tumore si manifesta invece con la comparsa di manifestazioni sistemiche, dovute alla presenza di metastasi in varie sedi anatomiche, come ai linfonodi retroperitoneali (dolore lombare) e ai polmoni (tosse secca e dispnea).

Il medico deve sempre procedere alla palpazione di entrambi i testicoli ed infine eseguire un’ecografia con transilluminazione, per poter escludere la possibile presenza di uno spermatocele.  

Data la presentazione clinica facilmente riconoscibile, tutti gli uomini di età compresa tra i 15 e i 35 anni possono effettuare periodicamente l’autopalpazione delle gonadi, rivolgendosi a un medico nell’eventualità in cui identifichino una massa anomala.

Qual è il trattamento del tumore testicolare?

La chirurgia nel carcinoma testicolare rappresenta la prima scelta terapeutica, in quanto l’intervento di orchifunicolectomia, che consiste nell’asportazione per via inguinale del testicolo malato e del funicolo spermatico, permette non solo di rimuovere la massa tumorale, ma anche di pianificare i trattamenti successivi.

Per stabilire un corretto protocollo terapeutico è infatti necessario analizzare la massa tumorale rimossa e identificare l’istotipo del tumore.

I seminomi sono tumori che si sviluppano molto lentamente, diffondono per via linfatica e risultano fortemente responsivi sia alla radioterapia che alla chemioterapia. La radioterapia viene impiegata nei tumori in stadio meno avanzato, mentre la chemioterapia risulta più efficace per il trattamento delle neoplasie testicolari più estese. Diversi studi pubblicati sulle riviste mediche internazionali hanno dimostrato che il protocollo chemioterapico più efficace nel tumore testicolare è il cosiddetto PEB, dalle iniziali dei tre farmaci impiegati (cisPlatino, Etoposide e Bleomicina).

Nei tumori non seminomi, oltre alla radioterapia e alla chemioterapia, è sempre raccomandata anche la rimozione dei linfonodi retroperitoneali (linfoadenectomia), vista la loro maggiore aggressività rispetto ai seminomi.

Data l’elevata percentuale di guarigione con i moderni protocolli terapeutici, è molto importante che i pazienti si rivolgano quanto più precocemente possibile a medici specializzati, evitando così ritardi inutili e potenzialmente pericolosi.

Una volta guarito, devo fare controlli per il tumore testicolare?

Sebbene le ricadute siano poco frequenti, possono manifestarsi anche a distanza di anni dalla guarigione: pertanto è necessario che il paziente si sottoponga a un follow-up per i successivi dieci anni.

I controlli prevedono l’esame clinico, il dosaggio dei marcatori tumorali, una radiografia del torace, un’ecografia dell’addome e se richiesta anche una TAC e vanno effettuati ogni due mesi nei primi due anni, ogni quattro mesi nel terzo e nel quarto anno, ogni sei mesi fino al sesto anno e ogni anno fino al decimo.

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