Il ruolo del Podologo nelle Onicomicosi

Esperto Francesca MazzoniPodologia, Podologia • 30 agosto 2016 • Commenti:

Quali patologie richiedono l'intervento del podologo?

Esistono patologie cronico-degenerative (diabete), dermatologiche (onicomicosi) e osteoarticolari (alluce valgo), che richiedono l’assistenza del podologo.

Nei vari reparti ospedalieri, infatti, il podologo può collaborare con i medici specialisti e intervenire per individuare e segnalare al medico le sospette condizioni patologiche che richiedono un approfondimento diagnostico o un intervento terapeutico.

Secondo il D.M. del Ministero della Sanità del 14 Settembre 1994, n. 666 e successive modificazioni ed integrazioni, il podologo può comunicare efficacemente con il paziente per educarlo a tecniche di igiene podologica appropriata e fornirgli opportune informazioni così da ottenere il consenso informato alla terapia.

Allo stesso tempo, il podologo, deve riconoscere i propri limiti nell’assistere il paziente e indirizzarlo ad altre competenze per terapie mediche.

Per le patologie dermatologiche come le onicomicosi, il podologo può intervenire consigliando prodotti specifici da banco e/o intervenendo con tecniche adeguate per migliorare e seguire nel tempo il processo di guarigione dalla patologia.

Trattamento con debridement

Nella maggior parte dei casi, un trattamento efficace delle onicomicosi, consiste nell’asportazione della porzione di lamina infetta tramite debridement meccanico o chimico ad opera del podologo in associazione alla terapia antimicotica, sia di tipo sistemico che topico.

Il debridement, infatti, riducendo il carico di agenti patogeni localizzati nella zona infetta, può essere di ausilio alla penetrazione ed assorbimento dei farmaci a cui consegue una guarigione più rapida.

Ad avvenuta guarigione, per limitare o evitare il verificarsi di recidive, il podologo può effettuare una ricostruzione ungueale in resina della lamina come protezione del letto ungueale e guida alla ricrescita dell’unghia.

Onicomicosi: come ridurre i fattori di rischio?

È inoltre necessaria la programmazione di controlli periodici, solitamente ogni 3 mesi, al fine di accertare possibili recidive e la messa a punto di un piano di educazione alla cura del piede che è costituito da semplici ed importanti norme igienico-comportamentali, volte all’eliminazione dei fattori di rischio per lo sviluppo di onicomicosi:

  • Trattare la tinea pedis (se stessi e gli altri membri della famiglia);

  • Lavare ed asciugare accuratamente i piedi ponendo particolare attenzione agli spazi interdigitali, sedi di sviluppo di possibili micosi;

  • Evitare di camminare a piedi nudi nelle aree umide;

  • Indossare ciabatte protettive in palestra e piscina;

  • Utilizzare calzini possibilmente di cotone, cambiandoli ad intervalli regolari ed evitarne la condivisione;

  • Indossare scarpe adeguate e non usurate, eseguite con materiali traspiranti;

  • Mantenere le unghie corte e dritte;

  • Usare farmaci in polvere per minimizzare la sudorazione e al bisogno avvalersi anche di polveri antimicotiche.

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