Il disturbo bipolare: non solo mania e depressione.

Esperto Giovanni PlacidiPsicologia • 23 novembre 2016 • Commenti:

Durante gli ultimi anni si è sentito molto parlare di disturbo bipolare, grazie alla ricerca che si è dedicata allo studio di questo disturbo e ai media, che hanno spesso parlato delle sue rappresentazioni artistiche.

Nonostante questo il disturbo bipolare è ancora considerata dalla maggior parte delle persone una condizione rara e dai sintomi estremi, quali stati di eccitamento alternati a profonda depressione; tuttavia è importante comprendere che, come molti disturbi, anche i disturbi dell'umore sono uno “spettro”, potendo variare moltissimo per tipo e gravità dei sintomi.

Il disturbo bipolare

Fin dall'antichità vi sono testimonianze di un disturbo che porta ad alternare momenti di euforia, con mancanza di controllo, idee megalomaniche, di grandiosità e spesso irritabilità ed aggressività (fase maniacale) ad altri caratterizzati da profonda depressione, arresto psico-motorio, mancanza di iniziativa e ritiro sociale (fase depressiva).

Inoltre, da molti anni sono stati distinti perfino nella nomenclatura ufficiale dei sottotipi di questa malattia (il tipo I ed il tipo II) che differiscono per gravità della fase maniacale o delle conseguenze del disturbo, quali la presenza del ricovero in ospedale o un tentato suicidio.

Depressione con oscillazioni

Nella pratica clinica si trovano frequentemente altri tipi di disturbi dell'umore, che posso oscillare o ricorrere. Una delle condizioni più frequenti è caratterizzata da episodi depressivi in un soggetto con temperamento molto aperto e vivace.

Un trattamento farmacologico a base di soli antidepressivi spesso è una terapia che può essere efficace nel risolvere l'episodio in sé, ma insufficiente per evitare le ricadute. Si è visto inoltre che l'affiancamento di una psicoterapia porta risultati ancora migliori.

Lo stesso discorso è valido anche per soggetti con un temperamento più chiuso (ma con un livello di attività molto elevato) che riportino frequenti episodi depressivi: un farmaco antidepressivo, da solo, spesso non riesce a controllare la malattia. Molte volte è dunque necessario associare una terapia stabilizzante, della quale parleremo più avanti.

Oscillazioni dell'umore attenuate

Accade spesso che pazienti si rivolgano allo specialista per disturbi caratterizzati da frequenti oscillazioni dell'umore, che non raggiungono però livelli di gravità tali da poter essere classificati come episodi depressivi o di eccitamento: purtuttavia tali episodi, soprattutto con frequenza settimanale o quotidiana, possono destabilizzare molto il paziente sia per quanto riguarda l'immagine di sé, sia in merito al giudizio su decisioni da dover prendere.

Questi disturbi, spesso giudicati da familiari ed amici del paziente come poco rilevanti, sono invece estremamente importanti, soprattutto per la vita affettiva, lavorativa e sociale. In questi casi (a maggior ragione) è da valutare attentamente l'uso di un antidepressivo, che potrebbe aumentare i sintomi di ansia, agitazione e d irritabilità, visto il variare così rapido dell'umore.

Una psicoterapia unitamente a una terapia stabilizzante è invece spesso estremamente utile.

Altri sintomi dei disturbi dell'umore

Nella pratica clinica capita spesso di trovare pazienti che riferiscono una storia di ricorrenza di altri disturbi, tipo il disturbo di panico, un disturbo ossessivo compulsivo, una bulimia, così come un disturbo somatico non giustificato da condizioni mediche, cefalee, disturbi della funzione gastro-intestinale, della funzione sessuale, fibromialgia o altre sintomatologie dolorose.

Valutando attentamente la storia del soggetto, riscontriamo spesso elevati livelli di insicurezza parzialmente compensati da altri comportamenti, quali ossessioni di controllo o aggressività, e caratterizzati molte volte da ansia o impulsività, che ne rappresentano l'aspetto di sofferenza.

Questa insicurezza può essere generata da lievi oscillazioni dell'umore fin dall'infanzia, che hanno reso il soggetto insicuro di sé stesso portandolo ad alternare giornate caratterizzate da un umore migliore (durante le quali si sente capace di poter gestire le situazioni) e altre caratterizzate da umore lievemente depresso (durante le quali non si sente in grado di fare le medesime cose).

Per contrastare l'insicurezza vengono dunque messi in atto altri comportamenti, strettamente dipendenti dalle caratteristiche di temperamento, quali ad esempio controllo e impulsività. Tale controllo, a lungo andare (non essendo cosciente né applicato in modo selettivo, ma a tutto quanto il paziente vive), può esaurire le energie e creare stati di agitazione, ansia o disturbi fisici (quali quelli del sonno, dolori di vario tipo o sofferenze di organi bersaglio, cioè già predisposti).

Anche in questo caso, una leggera terapia stabilizzante e una psicoterapia possono ricostruire l'immagine del paziente, la fiducia nelle sue capacità ed alleviare di molto il sintomo somatico.

Terapie dei disturbi dell'umore

Al giorno d'oggi sono disponibili numerosi trattamenti efficaci per i disturbi dei quali abbiamo parlato. Non possiamo fare a meno di menzionare l'importanza di un intervento precoce che, anche in conseguenza di quanto esposto sopra, può evitare che il paziente comprometta l'immagine di sé con un periodo di sofferenza durante il quale non si sente in grado di gestire la propria vita.

Terapia farmacologica

Numerosi farmaci sono disponibili per il trattamento dei disturbi dell'umore e del disturbo bipolare:

  1. Regolatori del tono timico, quali sali di litio ed antiepilettici, ormai sicuri e pressoché privi di effetti collaterali. Se usati correttamente e secondo le esigenze metaboliche del singolo paziente, possono portare ad un recupero psichico completo.

  2. Gli antidepressivi, utili nelle fasi di calo del tono timico, sono spesso somministrati a lungo senza reale motivazione ed usati impropriamente come stabilizzanti. Se è vero che esistono dei soggetti che necessitano di tali prodotti a lungo termine, è anche vero che in molti casi un uso prolungato di antidepressivi, soprattutto antidepressivi triciclici, può portare and un aumento della frequenza delle ricadute.

  3. Neurolettici tipici e soprattutto atipici sono frequntemente utilizzati nel controllo dei sintomi e delle ricadute: con attenzione alle esigenze soggettive possono essere molto utili, sempre tenendo un occhio al rapporto costi-benefici.

  4. Gli ansiolitici (o benzodiazepine) dovrebbero essere utilizzati con cautela in caso di disturbi di lunga durata come quelli dell'umore, a causa della loro natura di farmaco di abuso. Non vi è controindicazione ad un assunzione occasionale ed iniziale per il controllo della sintomatologia ansiosa, ma bisogna fare attenzione nella prescrizione a lungo termine.

Terapia psicologica

Tra i numerosi trattamenti psicologici, le psicoterapie che si sono rivelate più efficaci sono la cognitivo-comportamentale e la interpersonale. Ciò non significa che altri tipi di psicoterapia non siano adatti: saranno le esigenze di ogni singolo paziente a determinare anche il tipo di trattamento psicologico più indicato.

Esperto

Giovanni Placidi psichiatra, psicoterapeuta, sessuologo Dott.

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