Genitori 2.0: come sta cambiando il ruolo del genitore?

Esperto Silvia TassiniPsicologia • 2 settembre 2016 • Commenti:

La genitorialità: un concetto in continua evoluzione

Nel corso dell’ultimo secolo abbiamo assistito a molti cambiamenti in tema di genitorialità. Personalmente, e parlo sia come professionista che si occupa di genitorialità che come madre, mi capita spesso di sentirmi alquanto confusa.

Leggendo molto e cercando di tenermi aggiornata, mi capita di sentirmi spinta in direzioni diverse da teorie spesso anche opposte tra loro, con l’unico spiacevole esito di pensare di aver sbagliato tutto, di essere una pessima madre e che le mie figlie, per evidenti mie colpe, da grandi rapineranno banche o vivranno sole ed infelici.

L’idea che ha mosso il desiderio di scrivere questo articolo è che forse ci sono altri genitori che si sentono come io mi sento e che magari potrebbero trarre dei benefici da alcune riflessioni.

Essere genitori: un mestiere difficile che può innescare sensi di colpa

Il mestiere del genitore, si sa, non lo si studia ma lo si apprende sul campo, consapevoli tra l’altro di stare improvvisando.

Tuttavia i modelli genitoriali che abbiamo messo dentro di noi durante la nostra crescita ci condizionano costantemente per somiglianza o differenza.

Come non parlare poi dei consigli delle mamme, delle amiche, degli esperti, dei vari blog e dei professionisti? Ciò che ho l’impressione spesso si perda è l’identità dei genitori stessi.

Facciamo un esempio, dal mio punto di vista eclatante, in un campo che tocca da vicino tutti i neo genitori: il sonno!

E’ sicuramente noto a tutti il piccolo libercolo giunto dalla Spagna che non molto tempo fa ci invitava ad insegnare a dormire ai nostri bambini lasciandoli piangere per un tempo controllato andando dentro e fuori dalla loro stanza.

Ricordo una coppia di amici che mi raccontava di stare fuori dalla porta con in mano l’orologio aspettando che trascorresse il minuto per poter rientrare e poi uscire nuovamente.

Questo libro è stato un best seller ed ha venduto in tutti i continenti.

Col passare del tempo tuttavia diverse pubblicazioni più recenti che ci svelano oggi quanto sono stati danneggiati i bambini sottoposti a questo metodo e quanto sia invece più corretto e naturale farli dormire nel lettone, assieme ai genitori, perché possano riposare sereni: verrà in seguito il momento per separarsi da mamma e papà.

Immagino quanto possa essere confusivo ed anche colpevolizzante essere quel genitore che in buona fede si è affidato e adesso scopre di aver forse “danneggiato” il proprio figlio e magari, avendo da poco partorito il secondo, si chiede cosa fare adesso: dormire tutti assieme? Stare vicini ma separati? Far piangere anche il secondo per par condicio?

Stessi esempi si potrebbero fare anche riguardo all’alimentazione, alle regole e, con il crescere dell’età, a molto altro.

Non esiste un solo e unico modo di essere genitori: fate le vostre scelte

A volte penso sarebbe molto più onesto e chiarificatore poter individuare un interlocutore autorevole che affermasse: “ogni madre, ogni genitore, deve trovare ciò che va bene per lui; sentire dentro di sé il suo istinto, comprendere la propria storia e fare delle scelte genitoriali che sente siano coerenti con il proprio modo di essere”.

Quando ci si snatura seguendo mode del momento si rischia poi di fallire, fare confusione e non sentirsi soddisfatti e sereni con i propri figli.

E’ giusto informarsi ed è altrettanto giusto chiedere aiuto ad un professionista in caso di dubbi e difficoltà, ma il metro che si dovrebbe utilizzare per valutare il professionista che abbiamo davanti è la sua capacità di cucire un metodo genitoriale su misura.

Durante la gravidanza, il post partum ed anche successivamente, i genitori dovrebbero essere sostenuti, accompagnati ed aiutati a tirare fuori i propri strumenti interni.

Un buon lavoro di sostegno potrebbe certamente essere legato alla comprensione dei propri modelli di genitorialità, per poter decidere che tipo di genitori essere e come poter crescere i propri figli al meglio senza dover cercare di aderire a modelli esterni preconfezionati, rischiando di sentirsi sbagliati se proprio non se la sentono di portare il proprio pargolo in fascia per tutto il giorno o, al contrario, se non riescono a rispettare tutti i punti dell’ultimo manuale di grido su come essere una madre sempre efficiente ed alla moda!

Sarebbe utile non aspettare di provare disagio e senso d’isolamento o frustrazione mentre si accudisce il proprio piccolo, rischiando magari di imputare al temperamento del bambino qualcosa che non va.

Lo spazio per confrontarsi e sentirsi sostenuti nei propri bisogni, paure e diversità esiste e se ne può godere da soli o con il partner ed il proprio bambino, per capire insieme la strada percorsa e quella da percorrere, trovando soluzioni per il sonno, l’alimentazione, l’allattamento, le regole, insomma per tutto ciò che è essere genitori e figli in questa epoca 2.0, fatta di famiglie di tutti i tipi e di tutti i colori.

 

Esperto

Silvia Tassini psicoterapeuta, psicologo, terapeuta Dott.ssa

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