Farmaco per l’emicrania aumenta il rischio di calcoli renali

Urologia • 26 marzo 2017 • Commenti:

Nel 2006 la nota rivista scientifica americana "American Journal of Kidney Disease" pubblicò uno studio del dottor Welch in cui il topiramato, un noto principio attivo per curare l’emicrania, risultava correlato all’aumento di calcoli renali.
Il meccanismo con cui provoca questo effetto collaterale, poi confermato in seguito da ulteriori studi, riguarda l’acidificazione dell’organismo (acidosi metabolica), che determinava a sua volta una ridotta escrezione di citrato nelle urine e la formazione di calcoli contenenti fosfato di calcio.

Cos’è l’emicrania?

Si tratta di una malattia caratterizzata da un mal di testa ricorrente, molto doloroso e invalidante, che può influire molto sulla qualità della vita.

Come si manifesta?

Si tratta di un dolore:

  • ad un solo lato della testa (emi-crania = appartenente a metà del cranio);

  • pulsante e penetrante;

  • associato spesso a nausea e vomito;

  • preceduto o meno da auree, sensazioni di iperattivazione di uno dei cinque sensi, con allucinazioni visive, uditive o gustative;

  • associato a fotofobia e sonofobia (fastidio sia nei confronti della luce intensa che dei suoni ad alto volume).

La diagnosi

Il medico di base è solitamente il primo a cui viene riferito questo quadro di sintomi. Il dottore può impostare da subito una terapia adeguata oppure indirizzare il paziente presso un neurologo in caso di dubbi.

Come si cura?

I farmaci utilizzati per l’emicrania si dividono in quelli impiegati nel trattamento dell’attacco acuto e in quelli scelti per prevenire gli episodi in cui essa si manifesta.

In acuto vengono utilizzati:

  • inibitori della serotonina

  • FANS

  • analgesici

  • antiemetici per i sintomi associati come nausea e vomito

Per una prevenzione adeguata si impiegano:

  • antiepilettici

  • betabloccanti

  • antidepressivi

  • FANS

La terapia preventiva dell’emicrania si attua solo quando un paziente ha una qualità di vita compromessa dai fenomeni ricorrenti, sintomi difficilmente trattabili e numerosi attacchi ravvicinati nel tempo: in questo modo si migliora la vita di questi pazienti, evitando effetti collaterali dei farmaci a coloro affetti da forme più lievi della malattia.

Cosa sono i calcoli renali?

Si tratta di formazioni compatte che si formano dalla precipitazione di cristalli normalmente disciolti nelle urine, contenenti molto spesso calcio.

Da cosa possono essere causati?

  • Inadeguata idratazione;

  • ipercalcemia (può essere dovuta a diverse cause);

  • farmaci;

  • iperparatiroidismo (è una causa di ipercalcemia tra le più comuni).

I sintomi

Si formano a livello delle vie urinarie superiori e possono incastrarsi a livello dell’uretere, dando un dolore improvviso e intermittente al fianco, detto “colica renale”, che si diffonde alla regione dell’inguine e alla schiena.

La terapia

Il dolore particolarmente intenso non fa trovare pace in alcuna posizione e richiede una buona idratazione, farmaci alcalinizzanti come citrato, antidolorifici ed antinfiammatori (FANS), alfabloccanti per aiutare l’espulsione del calcolo ed antibiotici per prevenire l’infezione.
Spesso, se i calcoli superano i 7 mm di grandezza, non possono superare spontaneamente l’uretere, lo stretto condotto che collega il rene alla vescica, richiedono un intervento chirurgico per la rimozione.
Un’opzione alternativa è quella della litotrissia extracorporea: i calcoli più grandi sono frammentati da una macchina che genera onde d’urto senza un intervento chirurgico, potendo defluire a pezzettini attraverso le vie urinarie.

Gestione “casalinga”

Pur essendo la terapia medica della colica renale piuttosto semplice e senza importanti effetti collaterali, questa non va sottovalutata con una gestione improvvisata, essendo gravata da rischi importanti (come l’insufficienza renale).
Per questo è necessario rivolgersi sempre ad un medico quando si prova un dolore molto intenso e si sospetta una colica.

Tumori renali

È stata dimostrata un’associazione fra calcoli renali e successivo sviluppo di tumori renali: questo significa che, soprattutto i pazienti con una storia clinica di numerosi episodi di colica renale, dovranno essere seguiti nel tempo da un medico specialista, per escludere una neoplasia oppure diagnosticarla tempestivamente, quando questa è ancora di piccole dimensioni e più facilmente curabile.

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