Dott.ssa Annamaria Dascanio

Gentile utente, la diagnosi di autismo viene fatta da uno psicologo o da un neuropsichiatra infantile. La disgnosi di formula a partire dalle osservazione dei comportamenti attraverso strumenti diagnostici specifici per la diagnosi di autismo. Il clinico quindi valuta le informazioni che ricava dai test per poter fare una diagnosi differenziale (alcuni tratti sono presenti in diagnosi come ad esempio il DOC disturbo ossessivo-compulsivo come nell'eccessiva preoccupazione per l'igene). Generalmente vengono usati i seguenti test :
- l'ADOS-2, uno strumento di osservazione semi-strutturata che valuta la comunicazione,l' interazione sociale, il gioco e i comportamenti ristretti e ripetitivi, attraverso una serie di attività che direttamente elicitano i comportamenti legati a una diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico;
- .L’ADI-R è rivolto ai genitori o agli educatori di soggetti dalla prima infanzia all’età adulta,basandosi sull’osservazione sistematica e standardizzata di comportamenti che raramente vengono riscontrati in soggetti non clinici, e principalmente sulle tre aree del funzionamento:linguaggio e comunicazione; Interazione sociale reciproca; Comportamenti stereotipati e interessi ristretti. Per somministrare gli strumenti citati è opportuno avere una formazione al riguardo. Le informazioni ottenute (che costituiscono il profilo funzionale )vanno considerate insieme alle informazioni e osservazioni di altri ambiti come ad esempio la scuola.
Può consultare le Linee Guida dell'Istituto Superiore di Sanità che regolarmente vengono aggiornate. Se pensa che qualcuno vicino a lei abbia bisogno di una valutazione o se è lei a sentire questo bisogno si affidi solo a professionisti esperti evitando l'auto-diagnosi. Ricevere una diagnosi per se o per qualcuno di familiare non è mai fai facile ma sicuramente verrà seguita anche in questo passaggio molto importante. Cordiali Saluti Dott.ssa Annamaria Dascanio

Buonasera. Ripensare a una vecchia relazione succede a molte persone. Da un lato perchè ricordiamo i momenti piacevoli, dall'altro lato si può provare un pò di nostalgia o tristezza. È necessario, a mio parere, che lei parli con il suo compagno di questa situazione che la fa soffrire. Avere un confronto tra partner potrà oltre a chiarire questi nodi , rafforzare il rapporto tra voi. Utile è mettersi in una posizione di ascolto non giudicante, cercando di capire sia se stessa (come si sente quando parla della ex) e capire lui come si possa sentire. Sicuramente condividere le sue preoccupazioni vi permetterà di conoscere aspetti più emotivi ed intimi dell'altro, ma soprattutto di se stessi. Deve ascoltare i suoi bisogni prima di tutto. Rimango a sua disposizione per qualsiasi informazione o se sentisse la necessità di iniziare un percorso (individuale o di coppia). Un caro saluto Dott.ssa Annamaria Dascanio